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The Darkwood

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    dalla stella che brilla di meno...un BUCO NERO O_O

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    L'INCUBO



    La pelle brucia. Il cuore batte. Il cielo è rosso.
    Corri, piedi nudi sulla nuda terra. Schivi un albero, calpesti le sue radici, i sensi all'erta per cogliere ogni suono ed ogni odore. Stai inseguendo qualcosa...o sei tu l'inseguito?
    La mente resta indietro, è l'istinto a guidare. Bene. E' così che dovrebbe essere. Così che è sempre stato.
    Apri la bocca, assaggi l'aria. Non senti altro che il sapore di sangue e vino.
    Poi un suono...un vagito. Riecheggia nel tuo petto iniettandovi qualcosa che non dovrebbe esistere.
    Hai paura. Per te, per la tua prole, non importa. Ciò che importa è che la tua corsa si fa più veloce, più frenetica, peggiore. Il fiato che prima ti riempiva i polmoni ora manca. Tutta quella forza, tutto quel vigore, ora è sudore gelido che ti scorre sul collo.
    Qualcosa ti osserva, è sulle tue tracce. Respira e ad ogni sbuffo il mondo si fa più nero.
    Il cuore della foresta pulsa, forse li troverai rifugio. E' quando lo raggiungi che la portata del tradimento ti costringe a fermarti.
    E' innanzi a te, ma è diverso da come dovrebbe. Fragile anziché maestoso. Sporco del sangue che mai avrebbe dovuto versare.
    Non ha muso, solo un gorgo nero. Tentacoli al posto della criniera, fatica a sollevarli perché è debole...ed affamato.
    Ruggisce, senti i timpani vibrare ma nessun suono a rimbombare nel petto. La foresta e le sue fauci sono una cosa sola...gli alberi ti si chiudono addosso, i rami come artigli, scricchiolano assieme alle tue ossa mentre ti inghiottono. Cadi nel suo stomaco, pronto ad esser digerito. La luce sempre più lontana...finché l'impatto col terreno non ti sveglia.


    jpg



    IL RISVEGLIO



    Siete andati a dormire, stanchi dopo una lunga giornata. Gli occhi chiusi, la coscienza abbandonata, libera di librarsi lontana dai vostri corpi...finché qualcosa non l'ha ghermita.
    Aprite gli occhi, mandidi di sudore. Non siete più nel letto ove vi siete addormentati.


    Il cielo è scuro, Nami, a renderlo tale una fitta volta di rami intrecciati dalle rare foglie nere. Il terreno è scomodo, umido, devastato dalle radici. Alzi lo sguardo e ciò che vedi ti sembra fuori posto. C'è una casa...se si vuol essere abbastanza generosi da definire tale quella malmessa baracca. Le orecchie fischiano, impiegano un po' a capire che a circondarti non v'è soltanto silenzio. Movimenti tra i rami, qualcosa che scava nella terra...ma è dalla catapecchia che odi gli avvisi peggiori. Un rumore ruvido e ritmico, come di qualcosa che gratta o vien grattato...ti da l'idea di unghie affilate intente a cercar qualcosa.
    Potresti indagare, potresti capire. Oppure girare i tacchi e correre, perdendoti ulteriormente nelle viscere della foresta che t'ha inghiottita.


    Qualcosa ribolle, Mangiasogni. Il muschio degli alberi trasuda umidità e son forse quelle gocce, la sensazione viscida che ti lascian sulle piume, ad averti svegliato. L'odore di decomposizione è forte abbastanza da provocarti un capogiro, dovessi provare ad alzarti. Non è l'istinto, ma l'esperienza a suggerirti di trovarti nei pressi di un acquitrino. Paludosa fanghiglia ti attende ad est, se del tuo senso dell'orientamento è rimasto qualcosa...a nord invece, nascosto dagli alberi, una creatura si muove lenta. Bipede, il passo troppo rumoroso per essere quello di un animale. Attutito dagli arbusti che ti separano, un lampo di luce viene riflesso dagli spugnosi licheni. Ad annunciarlo un suono acuto, suona come sbagliato alle tue orecchie...abbastanza da spingerti a fuggire. O colmare il tuo cuore al galoppo d'ancor più voglia di indagare.


    Il silenzio pesa, Luna. Nemmeno un corvo a gracchiare nell'ampia, brulla radura in cui riapri gli occhi. Il fango t'avvolge, fosse più liquido ci saresti annegata...alzarti è difficile perché ti manca qualcosa. La manica sinistra è vuota, il braccio s'interrompe poco prima del gomito...ed al tuo fianco non c'è nulla, neppure il fodero del familiare peso a cui ormai sei abituata. Thamaja non c'è, Jacob Black neppure...persino le voci che hai accolto in te sembrano più distanti, obnubilate dalla stessa silente cappa che vige sul luogo del tuo risveglio.
    Guardati attorno, se il terrore te lo permette. Mentre la gola si chiude e nel petto qualcosa che non dovrebbe esserci batte più di quanto non abbia mai fatto prima...nota come la corteccia degli alberi sia sfregiata, marchiata da artigli di qualcosa che forse disarmata non vorresti incontrare. Pozzanghere immobili giacciono nel fango come lacrime, la dove l'erba è stata divelta...ed hanno la vaga forma di grandi piedi, o orme di qualcosa di ben diverso da stivali.



    BENVENUTISSIMI CARI, The Darkwood ha inizio!
    L'incubo del primo paragrafo è ciò che tutti e tre sognate, prima di risvegliarvi separati nelle tre location descritte. Da li avete piena libertà d'azione! Come detto anche in bacheca la quest è molto esplorativa, dunque vi consiglio fin da subito di tener ben conto di ciò che i personaggi vedranno nelle varie location che attraverseranno e tenere in mente direzioni e quant'altro: io certamente lo farò u.u

    Riguardo al vostro primo post, mi serve sapere dov'è che i tre pg sono andati a dormire prima che accadesse tutto questo! Oltre a questo carta bianca, ma fatemi uno spoiler in fondo con una lista delle tecniche cinque tecniche che vorrete portarvi: vi ricordo che tutte le vostre Abilità sono ora di Lv1, e che i power up possono potenziarle al massimo di 2Lv. Oltre a questo, le armi da fuoco che porterete avranno tre colpi a testa. Se qualcuno ha consumabili, quelli funzionano normalmente!

    PS per chi ha Manipolazioni, ricordate che averle di Lv1 significa poterne usufruire in al massimo 2-3 forme prefissate. Nello spoiler specificatemi anche quelle!

    PPS Luna, come avrai intuito dal post non hai a disposizione ne Thamaja ne la Marble Main! Sorry not sorry u.u
    Come al solito, per dubbi e/o domande scrivetemi pure su Discord!
     
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    sono arrabnbiata issima cont utt9i suojl rave à vkiposdhf

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    DAAAAIIII TI PREGO MI PREPARI LA CIOCCOLATAAAAAAHHH-
    Quelle mani nere e veloci arrivarono a buttarla giù dalla poltrona. Ma perché?! Aveva chiesto una cosa, una sola, maledettissima fata troppo impulsiva.
    Lei voleva la cioccolata, ma chiaro, non l'avrebbe creata con la fantasia. E usare quel potere era fuori discussione, Rad la faceva molto più buona, forse perché scioglieva l'acido della sua pelle nera e la mescolava al cioccolato, forse sì, era quello il suo segreto.
    Quindi io ho mangiato pezzi di lei fino ad ora?
    Disgustata dalla cosa, ma anche ricordando la merda che si era iniettata i primi tempi dell'undercity, rimase per un attimo con la faccia sul pavimento, mentre la fata conquistava il territorio.
    Tu devi dormire, non ti servono altri zuccheri.
    Sei cattiva!
    Perdonami, cara Nami. Non hai passato il pomeriggio a tirare di nascosto le molotov alle anziane qui sotto?

    HEH.

    Si fece una bella risata, girandosi sulla schiena. Le venne da piangere dal ridere ripensando a quelle cretine, che si erano viste cadere delle mini cosine che esplodevano (insomma, non facciamo tutto sto casino che erano pure piccole) e poi davano la colpa ai giovani d'oggi. Lei non era più così giovane, non sapeva perché dovessero trattarla così. E poi non è che se sei giovane, sei un coglione. Ma colpire le vecchie è giusto, loro sono quasi sempre delle streghe e poi quelle due mamma mia le stava seguendo da una settimana, si era studiata il percorso. Le stronze passavano vicino alla loro baracca e poi sputavano per terra come se fossero in un cazzo di circo e loro i cammelli bastardi in prigione. Nessuno le obbligava, ma loro facevano sempre la stessa strada come due piccole...Vabbe, abbiamo capito. Si erano prese i peggiori insulti, ma finalmente Rad le aveva dato il permesso di fare quello che voleva. PER UNA VOLTA. Di solito acconsentiva a non creare casino, ma a quel punto anche la fata si era accorta di quanto fossero fastidiose.
    Era stato un pomeriggio così divertente, che anche Rad aveva sogghignato, poi era subito corsa a fare un rituale depurative per le sue divinità o qualcosa del genere, diceva che non poteva godere del dolore altrui, ma lei l'aveva VISTA che ridacchiava quando ad una delle vecchie era saltata per aria dallo spavento. Perché, ecco, non le avevano mica ammazzate: era un monito, dovevano andarsene dal cazzo così nessuno le avrebbe più colpite. Stava a loro decidere. Prossima volta la bombetta sarebbe scoppiata più vicina alle loro testoline di cazzo. E ai loro cappelli bruttissimi. Che non avevano senso, perché che cazzo di sole c'è in una città sotterranea?!

    Comunque Rad aveva ragione, era tardi. Si era fatta troppe canne dopo quella cosa meravigliosa e ormai i suoi occhi sbarbellavano a ritmo costante. La sua faccia era un pastume di lacrime, sporco e puzza di fumo. Aveva dei pezzi di tabacco nel maglione. Forse aveva bruciacchiato una manica.
    OKAY, MI ARRENDO. Andrò a dormire. Vieni?

    Si alzò, fissando la fata, che sedeva pensierosa sulla poltrona che una volta era sua di proprietà ed ora non aveva senso di essere considerata di qualcuno: era di tutti.
    Arrivo dopo, devo meditare prima.

    Roteò gli occhi al cielo, meditare. Ogni volta doveva farlo prima di dormire, manco fosse dipendente.
    Magari lo era?
    Chi poteva dirlo, Nami non ci capiva un cazzo. Stava ferma per un po' e respirava, che tipo è una cosa che si fa sempre e quindi ti chiedi com'è che improvvisamente diventa speciale respirare e vivere? Bah. Non diventa speciale, ma fai finta che lo sia e poi ti fai un cannone così ti calmi per davvero.
    Si diresse verso la camera e si buttò a stella con la faccia sul materasso. Peccato che il letto non era per un cazzo morbido e quasi si sfracassò il naso.

    Ahi
    Si massaggiò la parte ferita e si sdraiò con calma. In neanche due minuti era già nel mondo dei sogni, ringraziando sempre la pianta speciale che rendeva possibile viaggi del genere.

    La faccia di Nami era più o meno così:
    ff62f6ed696c44b2cebc3ca7e91619f8



    La serata era iniziata bene, ma non sarebbe continuata allo stesso modo. Si era addormentata ripensando alle due bastarde che sputavano a casa del ladro e di come lei gli avrebbe fatto il culo la volta prossima, quando riaprì gli occhi. Era in un posto buio, una foresta piena di alberi altissimi, faceva freddo. Era lì da sola ma sapeva di non essere sola, si sentiva come il fiato sul collo, ma dietro non c'era nessuno. Per ora.
    Poi iniziò a camminare e quel qualcosa si avvicinava sempre di più. Sempre di più. Un verso terribile accompagnava i suoi movimenti e Nami correva fra i rami, cercando di scappare, voleva essere libera.
    Ma aveva una sfiga del cazzo. Si inciampò in un ramo e cadde di faccia. Faceva male al naso, che cristo. Però la bestia fu veloce e in un attimo si ritrovò a cercare di gridare, ma dalla sua bocca non usciva niente. L'orrore l'aveva presa, lui aveva vinto.


    Sudata come una vecchia bastarda che scappa dal suo destino, aprì gli occhi di colpo. Si mise seduta in un attimo, che cazzo aveva sognato? Scherzi del demonio. O di Sheol. Chissà che fine aveva fatto quel figlio di puttana, un giorno gliel'avrebbe chiesto sperando che nel mentre fosse morto ammazzato. Ad ora, però...EH.
    Rad..
    Si guardò attorno, non era nel letto di marmo di casa. E non c'era neanche la fata. Era in una...foresta?

    Bello scherzo di merda, lo sapevi che avevo fatto un brutto sogno e ora sono qui. haha, divertente.
    Prese un respiro e, sollevata, pensò di trovarsi in un altro sogno.
    Sai quando ti svegli nel sogno ma sei ancora nel sogno e allora sogni ancora che tanto non te ne frega un cazzo perché è un sogno?
    Beh, era ora di vedere come mai fosse finita lì. In fondo, poteva fare tutto quello che voleva. Avrebbe potuto immaginare qualsiasi cosa e si sarebbe avverata, PUFF. Poi fu distratta da qualcosa, un rumore.
    C'era una baracca, carina pure. Ma da lì si sentiva raschiare...come se un animale stesse cercando qualcosa. Aveva ragione, lei ne voleva di cose e avrebbe pure grattato con le unghie per averle. Ma perché era lì dentro, un animale? Forse era un bastardo e avevano fatto bene a rinchiuderlo. Dopotutto era il SUO sogno e avrebbe scoperto presto che aveva per sbaglio messo Rad lì dentro e lei avrebbe preso due ceffoni di cortesia.
    Si alzò, cercando di ripulire il rosa dei suoi vestiti da quello schifo marrone, non poteva essere così impresentabile, neanche in un sogno. Sorrise e si incamminò verso la baracca. Chissà perché c'era Rad lì dentro, povera. Magari stavano giocando a nascondino e lei avrebbe vinto. Ma perché proprio a nascondino? Sempre meglio che aver rinchiuso una bestia feroce, no?
    Da un lato, non aveva paura. Sapeva che quello era un sogno e che avrebbe potuto tirare fuori una mitragliatrice semiautomatica in un secondo...dall'altro temeva comunque qualcosa. Una specie di istinto innato (si cagava sotto), un movimento strano nel suo stomaco le intimava di stare allerta. Era tutto così buio, come nei film horror. Lei ne aveva visti davvero tanti, ma pochi erano veri. Di solito le piacevano quelli reali, in cui moriva davvero qualcuno. Nel camminare, toccò un ramo con la mano. Bastò sfiorarlo per essere confusa ed impaurita. La sensazione era così reale...
    Cazzo dici, stai dormendo
    Eh, sì, era un sogno in fondo. Era lì proprio perché l'ultima volta aveva avuto una paura fottuta e ora il suo inconscio la sbatteva lì di faccia per insegnarle come si sta al mondo. Doveva essere meno dura con se stessa, Rad glielo ripeteva spesso. Dopo quella volta lo avrebbe fatto davvero, anche se chissà come si faceva.

















    Tecniche
    1.Save me from the hell you made: Tecnica di protezione dalle psichiche, le anime iniziano a turbinare addosso a Nami e per 3 turni abbassano di 3Lv le psichiche rivolte contro di lei (perché sono loro a subirne in parte l'effetto).
    2.Volo: Power up, la tecnica dona la capacità di volare e invisibilità psichica per tre turni.
    3.Faster than your mum: Tecnica di powerup dei Rainbowblades (equipaggiamento), quando Nami li indossa ed utilizza la tecnica, va a velocità di Lv 2 per 4 turni.
    4. Lollipop gangbang: raffica di Lecca lecca a forma di cuore.
    -5.Gelatina enorme: Nami crea una gelatina enorme rosa.

    Abilità
    -Manipolazione dei dolcetti di lv 1.
    Personalizzazione in due o tre forme.
    1. Rete di churros per catturare
    2. Spray al peperoncino e zucchero filato
    -Manipolazione delle anime di lv1.
    Personalizzazione in due o tre forme.
    1. Nube di glitter che ustiona
    2. Ombre a forma di bambini che tirano i pugni
     
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    TRUE LOVE IS POSSIBLE ONLY IN THE NEXT WORLD — FOR NEW PEOPLE. IT IS TOO LATE FOR US. WREAK HAVOC ON THE MIDDLE CLASS.

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    L'incubo era sempre lo stesso.
    La Caccia.
    Eterna, senza sosta, senza respiro.
    Il brivido della corsa, l'estasi del sangue. Il cielo rosso, rosso come si coloravano le sue prede, quando i suoi artigli si chiudevano sui loro corpi inermi.
    L'eccitazione dell'agguato, e quella domanda, sempre la stessa, sempre senza risposta.
    La sai la risposta, Piccolo Corvo. L'hai sempre saputa.
    Chi era il vero Mostro, fra chi cacciava e chi veniva cacciato?
    Nooooooi siamo Mostri. Da tanto tempo. Da quando ci hanno risvegliati in questo mondo di mondi.
    Ma il richiamo della Caccia era troppo forte.
    E allora corri, corri finché hai fiato in corpo. E quando il fiato finisce, corri ancora. Corri fino allo sfinimento. Puoi farlo. Sei un predatore, e la tua preda attende.
    Creature innocenti, legate a una fame fuori dal loro controllo. Chi ci da il diritto di mieterle, di giudicarle?
    L'incubo era sempre lo stesso.
    La Caccia.
    Seducente, intossicante, bugiaaaaaarda.
    La corsa si fa frenetica, si fa scomposta.
    In un sussurro, in un urlo, in un ringhio, tutto cambia.
    Il Cacciatore diventa la Preda. L'estasi diventa paura.
    Seeeeempre così impaurito, Piccolo Corvo.
    Qualcosa ti insegue.
    Qualcosa di oscuro, qualcosa di antico. Qualcosa che conosci fin troppo bene.
    La corsa continua, ma ha un nuovo sapore, un nuovo motivo.
    Tutto si confonde nella tavolozza dell'incubo, il cielo diventa nero e il terreno sotto i tuoi piedi umido.
    Gli alberi ridono dei tuoi sforzi, i loro volti contorti in smorfie maligne.
    Non importa. Corri!
    Corri prima che ti raggiunga! Corri prima che tu scopra cosa ti sta davvero inseguendo!
    E' dietro di te, è così vicino, così vicino che senti il suo respiro acre sul collo, senti i suoi artigli che schioccano nell'aria a centimetri dalla tua testa, è così vicino che con la coda dell'occhio intravedi le sue piumeNON VOLTARTI, CORRI!
    CORRI PRIMA CHE TI PRENDA! PRIMA CHE TI CONSUMI! PRIMA CHE TI RICORDI CHI ERI, CHI SEI STATO, CHI SEI DESTINATO A TORNARE!
    Inevitabilmente, inciampi.
    Inevitabilmente, cadi.
    E' la fine.
    E' l'iniiiiiiiiizio.
    Non c'è mai stata una vera speranza.
    Noi non preghiamo, perché Falsa è la Speranza.
    L'incubo è sempre lo stesso.
    SVEGLIATI!




    Mangiasogni spalancò gli occhi, mettendosi istintivamente a sedere.
    Mentre l'adrenalina dell'incubo scemava, l'addestramento entrava in gioco, amplificando i suoi sensi e cancellando qualsiasi traccia di sonno dal suo sguardo attento.

    Alberi.
    Tutto attorno a lui, grosse piante scure che si alzano fino al cielo, oscurandone l'azzurro mantello con le loro chiome e gettando inquietanti ombre tutto attorno.
    Bosco. Un brivido gli scivolò lungo la schiena, facendogli rizzare le piume.
    Qualcosa, in quella parola, gli suonava incredibilmente sbagliato.
    Muschio, umidità. Bagnato.
    Il Cacciatore si rimise in piedi, guardandosi attorno circospetto.

    La notte prima si era addormentato sul pavimento della casa sopra il Ramo, ospite di Lance e Sol.
    La ragazza insisteva a offrirgli un comodo e morbido letto, ma il kenku era troppo abituato alla vita spartana di chi attraversa la Via, e su quel materasso di piume e affetto non riusciva mai a chiudere occhio. Per quanto gli dispiacesse contrariare l'amica (Mangiasogni aveva degli amici! Chi mai l'avrebbe detto. Di sicuro non Ingos), finiva sempre per rannicchiarsi sul pavimento, concedendosi giusto il lusso della coperta a proteggerlo dal freddo del sonno.

    E ora era li.
    Era forse scivolato nel sonno, cadendo in un altro mondo sospinto istintivamente dal dolce odore della Caccia?
    Era probabile. Non sarebbe stata nemmeno la prima volta.

    E quel Bosco puzzava di Caccia.
    Ne era pregno, come l'odore marcescente che aleggiava attorno a lui.

    - Non siamo soooooli.

    La voce di Ingos gli fece sgranare gli occhi.
    Solo una volta l'aveva avvertito così debole, così stirato.
    La voce era appena un sussurro, e la presa dei suoi artigli nelle viscere era appena accennata. La sua tipica strafottenza era ora sostituita dalla... circospezione? Dal timore?

    Non ci mise molto a individuarlo.
    Grosso, su due zampe. Nascosto fra le ombre degli alberi, mimetizzato fra le foglie marcescenti e il muschio umido di decomposizione.
    Non si stava preoccupando di restare occultato però, il che significava che non era una preda.
    Si presentò a lui con un verso acuto e stridente. Nuovi brividi fecero a gara lungo la schiena di Mangiasogni, mentre il suo istinto di sopravvivenza gli squillava forte nelle orecchie.

    Il Cacciatore si rimise in piedi cautamente, facendo un rapido inventario delle sue possibilità.
    Ichor l'aveva ovviamente seguito, e così anche il grosso archibugio donatogli dal Vecchio Cacciatore. La sua bisaccia era invece vuota, persi nei venti dimensionali tutti i suoi strumenti da cacciatore di mostri. I suoi paletti di frassino, i frammenti d'argento, la sua lanterna cieca... no quella l'aveva persa nelle fogne del Bludd, e ancora non l'aveva sostituita. Appeso al collo, il medaglione del suo ordine era stato affiancato da un nuovo ninnolo, il nome di un amico scritto nell'argento, una richiesta d'aiuto che si diceva trascendesse le dimensioni.
    Insomma, poteva andare peggio.
    Poteva essere nudo, legato ad un letto.

    Mangiasogni cominciò a muoversi verso est, con passo lento e circospetto.
    Non avrebbe corso, perché scappare davanti ad un predatore equivaleva ad augurarsi una morte sicura, oltre che ad annunciarsi a qualsiasi altra creatura che viveva in quel Bosco. Ma non gli sarebbe nemmeno andato in contro. Non prima di aver capito cosa fosse, e se fosse sulle sue tracce.

    A giudicare dall'umidità, dalla posizione del muschio e dal odore di marcio, ad est avrebbe presto trovato un acquitrino. Cominciò a muoversi in quella direzione, sperando di trovare un qualsiasi landmark che lo aiutasse ad orientarsi.

    Cappuccio abbassato, sensi all'erta.
    Una nuova caccia aveva inizio.

    - Atteeeeento, Piccolo Corvo. In questo Bosco, siamo Prede.



    DwG4bQn
    Abilità

    Redtide
    Manipolazione del Sangue di Lv1, che permette a Mangiasogni di modellarlo e coagularlo nelle forme che preferisce.
    Malus: L'abilità necessita il contatto con Ichor per essere utilizzata.]



    Way of the Hunt
    Velocità: lv1. Malus: ogni 20% di danno mentale diminuisce di un livello



    Ingos
    Status forma alternativa di 1
    Forza e Resistenza di pari livello per 63 turni
    Malus: Le cure dirette a Mangiasogni sono ridotte del 10% per ogni livello di Ingos
    3/3 turni rimanenti


    Tecniche


    linguaccia al master



    Equip

    Ichor [x]


    Questa, Mangiasogni, non è soltanto un arma.
    Non è soltanto metallo, assetato del sangue delle tue prede.
    Non è solo la prigione del primo demone da te affrontato,
    attraverso il quale catalizzi i tuoi poteri,
    attraverso il quale sigilli il mostro nel tuo cuore.
    Questa non è soltanto un arma.

    Questa è un simbolo.
    Il simbolo del nostro ordine.

    Accettandola, rinnovi il tuo giuramento.
    Brandendola, accetti di farti guidare dal codice.
    Attaccando con essa ... beh, direi che farai un gran male a qualcuno.


    Ingos ha lasciato che Strahd prendesse la lancia.
    Forse il conte pensava di indebolirmi, tenermi assoggettato al suo volere. Forse Ingos sperava di tenere il controllo.
    Ma anche lui si è accorto delle false promesse del vampiro.
    Non importa. Ho trovato il modo.
    Ichor non lascerà più il suo legittimo proprietario.
    E Ingos può amdarsene a fanculo.

    [Equipaggiamento - Lancia
    Incantata con Lampo]



    Numisma: Heart of Strahd

    Successe quasi troppo in fretta, anche se non senza sacrificio.
    Nelle catacombe di Castel Ravenloft, nell'oscurità e nel freddo abbraccio di quelle sale, Ichor trapassò il petto del Conte di Barovia, ponendo fine alla sua vita innaturale.
    Dopo mesi di tribolazioni, il gruppo di eroi aveva finalmente ucciso l'antico monarca, spezzando il ciclo di morte e maledizioni che attanagliava la regione delle nebbie.
    E mentre gli avventurieri festeggiavano la fine dell'incubo, mentre gli abitanti di Barovia tiravano un sospiro di sollievo... il demone Ichor bevve il sangue del vampiro.

    - Egestas: Catene di nebbia

    Ogni decisione ha le sue conseguenze, ogni scelta il suo prezzo.
    Nella delirante abbazia di san Markovia, sopra una tavola di marmo, il corvo ricevette le sue prima ali. In cambio, dovette solo morire.
    La sua anima appartiene ora e per sempre a Barovia, e fredde catene di nebbia la tormentano, tenendola incatenata a quel regno di orrori.
    Quando Ichor bevve il sangue del Conte di Barovia, ne rubò anche il dominio su questa maledizione. Invece di curare il suo carceriere, però, il demone decise di elargire la maledizione alle sue vittime.
    [Personalizzazione livello 21: ogni colpo dato da Ichor avvelena la mente dell'avversario, che comincerà a provare una crescente sensazione di freddo e sentirà, ad ogni suo movimento, un cigolio di catene. Conta come 10% di danni per turno, raggiunto il 100% la maledizione farà il suo corso, trascinando il malcapitato sul piano dimensionale di Barovia.]

    - Dominatio: Blood Rain

    Come detto è l’intera realtà a piegarsi al volere del Dio, mettendogli a disposizione gigantesche riserve dell’elemento che esso domina. Il proprio Dominio può essere espanso saturando ogni centimetro cubo di spazio con l’elemento in questione, attraverso un fenomeno meteorologico – in questo caso una pioggia di sangue – che riempirà i venti metri circostanti al punto in cui verrà evocato, per circa cinque turni. Sebbene tale manifestazione non faccia danni diretti né ostacoli i nemici in alcun modo, le sue emanazioni potranno essere manipolate tramite l’abilità principale del caster e manterranno tutte le proprietà originali + quelle aggiuntive dovute all’abilità Egestas.
    [Bonus Malus: Adrenalina - Utopia]



    Crow's claws

    Artigli nella carne, sangue che sgorga!
    Sventra, dilania, uccidi!
    Uccidi uccidi uccidi!
    Usami, Piccolo Corvo!

    [Artigli, armi naturali - forma alternativa]


    The old Boomstick [x]

    Trema ad ogni boato, la struttura poco solida per gestire il rinculo di tutti quei grani di polvere pirica. Sputa piombini o schegge solide di sangue a seconda di ciò che Mangiasogni ha a disposizione in una rosa dal raggio d'una ventina di metri ma che da il meglio di se sulla breve distanza, perché i mostri vomitano fiamme e sanguinano veleno ed è giusto che un Cacciatore si munisca di strumenti per snellire il divario tra ciò che nasce per uccidere e chi invece dovrebbe soltanto esserne vittima. Tenuta assieme da spago, sangue e cattive intenzioni, adoperabile con una mano sola per quanto il rinculo tenda ad essere pesante. Persino Ingos sembra essercisi affezionato, per questo quando prende il controllo tende ad implementarla alla massa che aggiunge al piccolo Corvo trasformandola in un'arma naturale, posizionandone la canna nel proprio becco così che ogni suo grido possa essere fatale.

    [Arma da fuoco / armi naturali - forma alternativa]

    Note

    Eccoci!

    Le tecniche che Mangiasogni si porta da casa sono:

    Demon Skin [In]
    Our Woods [Ig]
    Red Blade [Rt]
    Leeching [Rt]
    Grudge [Ig]

    Le forme di Red Tide sono:
    Falce - forma alternativa per Ichor
    Tentacolo di sangue prensile
    Dardo di sangue







    Edited by Sarcad is Offline - 1/11/2023, 13:40
     
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    A lungo non ha saputo cosa fosse un sogno.
    Dormire una necessità, un bisogno fisiologico non diverso dagli altri a cui era consapevole di dover sottostare, per seguitare il proprio funzionamento. Se non per la paura, che ad ogni sonno non corrispondesse una nuova veglia.
    Perchè dietro le palpebre l'attendeva il nulla. Perchè in quel nero, che non eran tenebre perchè la luce non l'aveva mai conosciuta, riconosceva la fonte del proprio fatale difetto.
    Senza un cuore, non c'è bisogno di sognare. Forse per questo era stata tanto affamata, di ciò che le sue mani sapevano procurarle sfiorando quelle altrui. Forse per questo la sua mente era infine fuggita, rifuggendo i limiti del cranio in cui era rinchiusa.
    Era migliorato, almeno un po. Addormentarsi per ultima, vivendo negli ultimi istanti di veglia l'inizio dei sogni altrui, l'aveva consolata. Una coperta leggera, troppo corta e piena di buchi. Era comunque meglio che dover affrontare il gelo nudi, potendosi solo raggomitolare su se stessi.
    Poi nel suo petto s'erano accesi altri lumi. Poi, Luna aveva guadagnato cose sue.
    Ancora non sognava, non come gli altri almeno. Non storie, film mai girati di vite mai vissute...ma colori, sensazioni. Embrioni di ricordo, semi ancora sotterrati di ciò che un giorno, voleva sperare sarebbe germogliato.
    Per questo non ebbe dubbi, quando l'incubo ebbe inizio. Quando la foresta le apparve limpida e concreta, stagliata con precisione su un cielo troppo rosso per appartenere ai suoi pensieri. Quando i suoi piedi toccarono terra calda ed umida, ed il suo naso si riempì di sapori che nemmeno da sveglia avvertiva tanto vividi. E che sapevano di luoghi che conosceva. Di passi che aveva già compiuto.
    Coricata a bordo della sua nave, del suo Nido, del rifugio di latta e bulloni che s'era costruita per separarsi dal vuoto in cui galleggiava, quando decideva di non volere nessun mondo ad appestarla con la propria soverchiante influenza. Nello stesso letto in cui tante volte aveva dormito, tante volte aveva riposato, senza che visioni tanto vivide disturbassero la sua incoscienza.
    Luna seppe, mentre correva e scappava lungo le strade che un istinto estraneo a ciò che era le diceva di seguire, che non sarebbe finita li.
    Che qualcosa la stava chiamando. Attirando. Reclamando.
    Che vecchi peccati tornavano a strisciarle addosso, picchiettare sulla sua spalla, con artigli il cui tocco aveva sperato, in quel suo cuore forse assente, forse solamente troppo piccolo, di non dover mai più avvertire.
    Non diminuì la paura, non diminuì il terrore, ne il bruciare del fiato nei suoi polmoni quando la corsa si fece disperata.
    Ma le permise di guardare in faccia a ciò che trovò, quando il cuore della foresta le si rivelò innanzi. E farlo con gli occhi di chi in esso non riconosceva un nuovo incubo, ma uno che aveva già incontrato. Ed affrontato. Ed ucciso. E divorato. Lunga vita al Re.

    Si svegliò, sudata ed umida in un letto di fanghiglia. Gli occhi aperti, la coscienza inerme, lenta perchè riprendersi da sferzate a cui non si è abituati è sempre più difficile.
    Impiegò molto, a tentare di alzarsi. A decidere che tentare di dormire di nuovo non fosse una buona idea, e che la speranza che se era stato il sonno a portarla li allora il proceso inverso sarebbe stato possibile, era vana.
    Un braccio levato, la mano nel fango. L'altro provò a fare lo stesso, ma non v'era che una manica vuota al suo posto.
    Ricadde, dopo essersi alzata soltanto di poco. Crollò di nuovo, ignara della propria mancanza, fin quando non le costò una seconda facciata nella terra umidiccia e molle.
    Nessun panico, nessuna fitta del terrore che in sogno aveva sofferto. Le sembrò naturale...giusto, persino. Si risollevò, stavolta attenta alla propria menomazione. Certa di ciò che non avrebbe trovato al proprio fianco, e che infatti mancava.
    Maledisse i Martiri, questo se lo concesse. Lo fece piegando le labbra, in sdegno di chiunque si fosse macchiato di un simile furto, promettendogli le ripercussioni più tremende.
    Ma era in una foresta, e benchè il cielo non fosse rosso come lo era stato nell'incubo, dubitava d'essere fortunata abbastanza da essere l'unica ad abitarla. La rabbia, la perdita, il timore di non poter riavere quanto qualcosa o qualcuno le aveva tolto. Avrebbero dovuto aspettare, essere processati poi, quando e se fosse mai riuscita a sentirsi di nuovo al sicuro abbastanza, da poterseli permettere. Prima veniva la sopravvivenza. Prima veniva tutto ciò che un uomo le aveva insegnato, prima di svanire in lei. La sua voce c'era, anche se più distante di quanto non l'avesse mai sentita prima. Flebile, ma era li. Se la sarebbe fatta bastare.
    Si guardò attorno per la prima vera volta, occhi allenati alla caccia individuarono presto i segni più importanti di quello scenario solo apparentemente disabitato. La selva era silenziosa, e questo non era un buon segno. Ancor peggiori le tracce di qualcosa di grosso, forse troppo per poterlo affrontare nelle condizioni affrante in cui si trovava...alberi scorticati, orme impresse nel fango. Se nessuno osava avvicinarsi alla tana di ciò a cui appartenevano, forse avrebbe fatto bene a seguire il loro esempio. Raksaka l'avrebbe derisa, umiliata fosse stato più presente. La sua parziale assenza lasciava di Luna, qualcosa di più simile all'automa freddo e calcolatore che era stato...e Selene, i cui sussurri erano ben più ossessivi di quelli del cacciatore, le diede ragione. Mai affrontare ciò che non si è certi di poter soppraffare. Mai rischiare, di fronte all'ignoto. Una trappola ben piazzata funziona meglio dell'arma più affilata. Ed a lei di armi, non ne era rimasta più nessuna.
    Si alzò, tentando di sollevare i propri stivali dal fango facendo il minor rumore possibile, striciandoli nel terreno piuttosto, se divelgerli avesse rischiato di rivelare a qualcosa la sua posizione.
    E poi si avviò, senza esitare più. Sporca e menomata, disarmata ed infreddolita, ma non per questo meno tenace. Nella direzione opposta a quella verso cui le orme puntavano.



    ...maledetto. Dov'è la mia Thamaja. (Scherzo, mi piace un sacco come incipit...però stronzo lo stesso).

    Una lista delle abilità di Luna:
    Blanc Core - Status di Lv1?, blocca per tre turni un livello di abilità altrui, guadagna per tre turni un livello nella stessa abilità.
    Vaquo - Status di Lv1?, per tre turni Luna è immune a dolore e condizioni ambientali, e non ha punti vitali ad eccezione del viso. Si disattiva se Blanc Core è attivo.
    Kāla - Status di Lv1?, per tre turni Luna ha protezione da 1Lv di Psichiche e dal 10% dei danni di tecniche di quel tipo. Si disattiva se Blanc Core è attivo.
    Blanc Mind - Psichica, Lv1-1, percepisce vagamente intenzioni altrui nel raggio di 5m.
    Vers Core - Status, Lv1?, per tre turni può richiamare due abilità della scheda di Raksaka, di Lv uguale a questa abilità. Richiede un utilizzo della tecnica Memento ed il contatto con Thamaja (dunque immagino sia bloccata?)
    Azure Core - Status, Lv1?, per tre turni chi è soggetto a Blanc Core ha uno scaling negativo alle proprie tecniche di Lv pari a quest'abilità; per tre turni, le evocazioni di Luna possono usare le sue tecniche.

    In caso Luna potrà mai usare Vers Core in questa scena, se richiamerà la Manipolazione del Glamour potrà usarla nelle seguenti forme: fulmini ed aura fulminante attorno a se stessa.

    Le cinque tecniche che scelgo di portare sono le seguenti:

    - Bulle.
    - Libera.
    - Noir.
    - Singe.
    - Chasse (immagino che possa aumentare di 2Lv sia Efficacia, sia Raggio d'Azione?)

    Nel caso Vers Core non fosse, per qualche ragione, bloccata, allora prenderei Memento anzichè Chasse.
    Nel caso invece Chasse funzioni in maniera diversa/minore da quella tra parentesi, prenderei al suo posto Plus.
    Porta con se l'equipaggiamento Spoglie da Viaggio, ed i suoi consumabili, se non ho capito male sul loro essere concessi.
     
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    Il ramo è vero, Nami, abbastanza da graffiarti leggermente il palmo e lasciare tra le tue dita qualche rimasuglio di corteccia molliccia. Altrettanto reali sono i passi che muovi, la maniera in cui le tue scarpe affondano d'un dito nel terreno spoglio ed umido; le radici dell'arbusto ritorto che incombe sulla baracca rendono il cammino difficile per le tue gambe corte, eppure non mancano appigli con cui sostenersi per raggiungere l'uscio dietro cui t'aspetti di trovare la tua fata: al suo posto un nero ben più profondo di quello della sua pelle, non v'è alcuna luce all'interno e gli occhi impiegano diversi secondi ad abituarsi alle tenebre su cui li focalizzi. Le orecchie, più vigili, ti anticipano ciò che presto riesci a scorgere: il grattare che t'ha condotta sulla soglia dell'edificio fatiscente si interrompe, al suo posto un rantolo raschiante che si trasforma presto in un basso ringhio...vedi qualcosa scintillare nelle tenebre, lumi gemelli che presto ti si rivelano come occhi. Appartengono ad un muso lungo e grondante ciò che non può esser altro che sangue, lo stesso che s'apre in una chiostra di denti affilati ed altrettanto sozzi...il cane che ti restituisce lo sguardo è magro e spelacchiato ed alle sue spalle giace sotto una finestra infranta la carcassa di un uomo dal ventre squarciato. Hai interrotto il pasto di quell'animale, ed hai giusto qualche breve attimo per prendere una decisione...attaccarlo, essere la prima a passare all'assalto. O lasciare che sia lui a decidere se fare lo stesso guadagnandosi un pasto più sostanzioso, o se piuttosto abbandonare quel sanguinoso bottino e fuggire pur di non affrontare la lotta in cui non sembra troppo entusiasta di lanciarsi.


    Non indaghi, Mangiasogni, preferendo un diavolo ignoto ma ignaro della tua presenza ad uno svelato, ma capace di vederti. Segui il naso dirigendoti verso la direzione in cui l'aroma salmastro dell'acquitrino si infittisce, e non devi camminare a lungo prima che le luci ed i suoni emessi da qualunque cosa tu abbia deciso d'ignorare vengano inghiottiti dalla foresta alle tue spalle: il terreno si fa sempre più fangoso, l'aria sempre più umida e fredda...fino a quando non t'è più possibile procedere, innanzi ad un'ampia e brumosa palude. Il fondale si inabissa presto ed un solo passo falso potrebbe costarti l'annegamento, e mentre osservi le acque scure e verdastre sei abbastanza sicuro di vederle muoversi in lontananza...un'onda lenta ed ampia, seguita dal lieve scuotersi d'alcuni dei sottili arbusti che si innalzano dall'acquitrino. Qualcosa s'aggira negli abissi torbidi di quel pantano, qualcosa di più grosso dalle sanguisughe e dai parassiti che sei piuttosto certo abitarne i fondali. Qualcosa che forse sarebbe poco saggio affrontare anche a bordo di qualcosa capace di galleggiare...e non vi sono barche, ne navi che i tuoi occhi possan scorgere su quelle solitarie sponde.


    Disarmata, mutilata...debole come forse non lo sei da tempo. Scegli la prudenza prima dell'orgoglio, giri i tacchi prima di dover incontrare ciò che ha lasciato sfregi ed orme e reso silenzioso quell'angolo di foresta: dirigendoti nella direzione opposta alle sue tracce ti addentri in una zona più profonda della selva, lasciando che alberi e nebbia s'infittiscano attorno a te...il gelo t'attanaglia ma rimane preferibile agli artigli di ciò che ti sei lasciata alle spalle. Il paesaggio si fa più monotono, presto l'idea di poterti perdere sembra tutt'altro che remota...puoi proseguire attraverso il cupo bosco, tirando dritto così da allontanarti ancor di più dall'ignota minaccia che ti sei rifiutata d'affrontare, oppure prestare attenzione ad occhi e orecchie. I primi scorgono sul terreno quelle che potrebbero essere le tracce d'un antico sentiero, poco più che una scia d'erba più rada che s'allunga verso ovest prima d'essere inghiottita dalle radici di alberi più imponenti di quelli che hai incontrato fino ad ora...le seconde, se tese a sufficienza, ti permetterebbero d'udire movimento proveniente da tale direzione. Forse un segno, un punto d'interesse o un possibile incontro...o magari un nuovo pericolo a chiederti ancora se davvero è fuggendo ad ogni rischio che pensi di poter fuggire alla selva che sotto il cielo rosso dell'incubo che t'ha condotta dove sei t'ha inghiottita.



    Thanks per le infos cari u.u
    Lu: si, Vers Core è attualmente inutilizzabile senza Thamaja; non è detto però che la spada non sia recuperabile in qualche maniera? Per quanto riguarda Chasse yup, alza di 2Lv entrambi i rami della telepatia!
     
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    sono arrabnbiata issima cont utt9i suojl rave à vkiposdhf

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    Nel tragitto di due metri che la dividevano dalla baracca, Nami continuava a pensare che tutto quanto sembrava troppo reale. Troppo. Però i sogni sono anche molto bravi a fingere di essere ciò che non sono, quindi bah, forse aveva un cervello potentissimo, così potente che la illudeva di cose che non esistevano nemmeno?
    Strano.

    Il ramo che aveva sfiorato poco prima le aveva in qualche modo graffiato la mano. Da quando era così debole? Poi i piedi avevano sprofondato nel terreno umidiccio e lì aveva pensato che forse poteva per una volta sognare di andare in una spiaggia esotica, con un cocktail nella mano e una corona di fiori in testa. Faceva sempre sogni assurdi, tristi, pieni di rabbia e cose brutte, mai una volta che si potesse svegliare tranquilla e rilassata. Per questo le sembrava così normale l'atmosfera cupa, il non capire niente di dove fosse, il fatto che forse Rad era in una baracca malandata e lei doveva tirarla fuori, perché sicuramente era talmente sporca che la fata non ci sarebbe entrata volentieri.
    Poi si affacciò e si rese conto che forse qualcosa di vero c'era, nella palude con i rami. Dentro la baracca non c'era nessuna fata sorridente, ma a quanto pare un cazzo di cane enorme e incazzato e che stava
    CHE CAZZO STA FACENDO
    Okay. Okay.
    Ha fame. Mangia. Come fanno tutti. Come fanno tutti.
    Si era girato a fissarla con quei due occhi che sembravano due buchi infiniti nel luccichio della morte.

    Eh.
    Si stava cagando sotto. Era pietrificata, cosa poteva fare? Va bene che era un sogno, ma quel coso faceva una paura tremenda.

    Forse è la prima volta che ammetti di avere paura, piccola stronza?


    Vaffanculo. Vaffanculo.
    Si era sporta sull'entrata e così come era arrivata decise che se ne sarebbe andata. Chi era lei per fermare il corso della natura? Un cane ha fame e ammazza uno a caso, poi se lo mangia. Giusto. Ovvio.
    Cercò di fare il meno rumore possibile, come se potesse cancellare il fatto che ormai era stata vista, tipo subito. Indietreggiò, cercando di allontanarsi dalla bestia.
    Quello era anche peggio di Hayato la prima volta che l'aveva visto.
    Molto peggio.

    Iniziò a pensare che, cazzo, non poteva aver deciso lei di mettersi in una situazione del genere. Di solito nei sogni c'erano cose brutte e raccapriccianti, ma in genere lei aveva il potere di cambiarle. Se pensava intensamente a qualcosa, poi succedeva. E in quel momento si stava strizzando il cervello per far cambiare lo scenario, per creare una spiaggia, un posto meraviglioso, bello, in cui non c'era quell'animale incazzoso.
    Ma lo sentiva. Lui rimaneva lì e tutto il resto non si spostava di un millimetro. Era ancora in quell'incubo e non sapeva come uscirne.
    Si tastò la borsa e sentì il coltello al suo posto.
    Bene.
    Allo stesso tempo si chiese cosa cazzo avrebbe fatto con quella lama minuscola contro il bestione che grondava sangue dalla bocca.

    Eh.
     
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    TRUE LOVE IS POSSIBLE ONLY IN THE NEXT WORLD — FOR NEW PEOPLE. IT IS TOO LATE FOR US. WREAK HAVOC ON THE MIDDLE CLASS.

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    Mangiasogni si mosse cautamente lungo il sentiero che portava verso est, avendo cura di non lasciare dietro di se tracce che potessero segnalare la sua presenza.

    Muoversi lungo la Via era un arte, e non c'era addestramento o studio sufficienti per contrastarne la spietatezza.
    La Via andava abbracciata.
    Andava percorsa, e anche con una sana dose di rispetto.

    I passi del cacciatore erano ponderati, attenti.
    I suoi sensi, all'erta, cercavano tracce di eventuali altre creature. Altri predatori.
    Quello alle sue spalle, che con il suo agghiacciante verso lo aveva spinto ad abbandonare la radura del suo risveglio, non parve dar cenno di volerlo seguire.
    Probabilmente non lo aveva notato, o forse non lo considerava un pasto abbastanza degno.

    Con una scrollata di spalle, il kenku andò oltre, Ichor stretta in pugno e la punta rivolta in avanti, pronta a saettare al primo segno di pericolo.
    Di agguato.
    Ma nulla sembrava minacciare la sua avanzata. Guidato dal suo naso, continuò nella direzione di quello che ormai era sicuro sarebbe stato un acquitrino.

    Il silenzio di Ingos era assordante.
    Normalmente, il suo uncinato alter ego gli avrebbe dilaniato le viscere con i suoi lunghi artigli, alla sola ipotesi di volersi sottrarre ad un combattimento.
    Sussurri velenosi si sarebbero riversati nella sua mente, azzannandogli le sinapsi fino a farle sanguinare in una poltiglia rossastra.
    Nulla di tutto ciò.
    Mangiasogni lo sentiva agitarsi nel suo stomaco, irrequieto. Presente, ma debole.
    Con un occhiata, si accorse che lo stesso si poteva dire di Ichor.
    L'occhio del Demone del Sangue, eternamente imprigionato nell'argento scuro della sua lancia, era ora appena socchiuso. L'iride, normalmente rosso acceso, aveva invece un colorito spento, quasi malato
    Provò allora a richiamarne a se il potere, provò a far sbocciare dalle sue scapole due ali rosse, o a creare grosse zampe da insetto che gli facilitassero la traversata.
    I risultati furono miseri, al limite dell'impotenza.

    Ora Mangiasogni era ufficialmente preoccupato.
    - Non fermaaaaaarti, Piccolo Corvo. Chi si ferma è perduuuuuuuto.

    Non si era nemmeno accorto di aver arrestato la sua marcia, e per forse la prima volta nella sua tormentata vita, fu felice di sentire la voce del suo alter ego.
    Eppure, la voce di Ingos era macilenta, strascinata.

    Qualcosa, in quel Bosco, lo stava infettando, indebolendo.
    Per un attimo si domandò se avesse fatto la scelta giusta, ad evitare il confronto con quella creatura.
    Il suo verso, acuto e agghiacciante, gli risuonò nella mente, amplificato dalla preoccupazione del corvo.

    Mangiasogni riprese la sua marcia. Non poteva fermarsi.
    Chi si fermava era perduto.

    Presto il terreno si ricoprì in una patina di fango, fino a sprofondare in una poltiglia umida e marrone. Non lasciare tracce divenne impossibile, anche se il cacciatore cercava di muoversi il più possibile con passi leggeri.

    Non fu sorpreso quando il terreno sprofondò sotto un manto d'acqua stagnante, mentre l'aria si riempiva della marcescenza tipica delle paludi.

    L'istinto prese il sopravvento, e la mente del Cacciatore si colorò delle immagini dei mostri che sapeva potevano abitare un acquitrino come quello.
    Drowner, spiriti inquieti che abitavano i corpi degli affogati.
    Megere, i denti marci e la pelle olivastra.
    Imp acquartici, diavoli delle sponde.
    Myruluk, enormi crostacei dal carapace duro come la roccia e chele capaci di spezzare in due le ossa di una gamba come fosse un ramoscello.

    Scosse la testa, scacciando il condizionamento da Cacciatore.
    Non si trovava più nei Reami Dimenticati, ormai da parecchio tempo.
    La verità era che non sapeva cosa lo aspettava, oltre la nebbia, oltre il velo dell'acqua.

    Una cosa però la sapeva.
    Mangiasogni non sapeva nuotare.
    Insomma, quanti corvi avete visto nuotare in uno stagno?
    Quelle erano papere.
    Fottute psicopatiche.

    Un increspatura, la dove l'acqua si faceva più profonda, presagiva un mondo di sfighe e sofferenza, e per un istante Mangiasogni si domandò se non fosse stato più prudente decidere di tornare indietro.

    Di nuovo, il freddo verso della bestia nella radura lo raggiunse nella mente.

    Il corvo cominciò ad avanzare nell'acqua, cautamente.
    Sanguisughe e alghe velenose non lo spaventavano, e Mangiasogni non era schizzinoso.
    Aveva affrontato ogni genere di schifezza durante la sua vita, spesso a distanza molto ravvicinata. Era stato ovunque, perfino nello stomaco di qualche mostro di grosse dimensioni.
    Era sopravvissuto alle fogne del Bludd, a sua conoscenza senza contrarre alcuna malattia venerea.

    Prima di ogni passo però, il Cacciatore si premurò di sondare il terreno davanti a se con il fondo acuminato della lancia.
    Qual ora il terreno si fosse dimostrato troppo fondo, il corvo avrebbe cambiato direzione, costeggiando il fondale della palude.
    Ogni volta che immergeva la sua arma lo faceva lentamente, in modo da non generare increspature troppo grandi che potessero allertare i predatori che sicuramente si nascondevano oltre lo specchio d'acqua gelata.
    Un processo lento e a tratti tedioso... ma un processo che gli avrebbe potuto salvare le piume.

    - Finiremo per bagnaaaaarci, io me lo sento...




    DwG4bQn
    Abilità

    Redtide
    Manipolazione del Sangue di Lv1, che permette a Mangiasogni di modellarlo e coagularlo nelle forme che preferisce.
    Malus: L'abilità necessita il contatto con Ichor per essere utilizzata.]



    Way of the Hunt
    Velocità: lv1. Malus: ogni 20% di danno mentale diminuisce di un livello



    Ingos
    Status forma alternativa di 1
    Forza e Resistenza di pari livello per 63 turni
    Malus: Le cure dirette a Mangiasogni sono ridotte del 10% per ogni livello di Ingos
    3/3 turni rimanenti


    Tecniche


    linguaccia al master



    Equip

    Ichor [x]


    Questa, Mangiasogni, non è soltanto un arma.
    Non è soltanto metallo, assetato del sangue delle tue prede.
    Non è solo la prigione del primo demone da te affrontato,
    attraverso il quale catalizzi i tuoi poteri,
    attraverso il quale sigilli il mostro nel tuo cuore.
    Questa non è soltanto un arma.

    Questa è un simbolo.
    Il simbolo del nostro ordine.

    Accettandola, rinnovi il tuo giuramento.
    Brandendola, accetti di farti guidare dal codice.
    Attaccando con essa ... beh, direi che farai un gran male a qualcuno.


    Ingos ha lasciato che Strahd prendesse la lancia.
    Forse il conte pensava di indebolirmi, tenermi assoggettato al suo volere. Forse Ingos sperava di tenere il controllo.
    Ma anche lui si è accorto delle false promesse del vampiro.
    Non importa. Ho trovato il modo.
    Ichor non lascerà più il suo legittimo proprietario.
    E Ingos può amdarsene a fanculo.

    [Equipaggiamento - Lancia
    Incantata con Lampo]



    Numisma: Heart of Strahd

    Successe quasi troppo in fretta, anche se non senza sacrificio.
    Nelle catacombe di Castel Ravenloft, nell'oscurità e nel freddo abbraccio di quelle sale, Ichor trapassò il petto del Conte di Barovia, ponendo fine alla sua vita innaturale.
    Dopo mesi di tribolazioni, il gruppo di eroi aveva finalmente ucciso l'antico monarca, spezzando il ciclo di morte e maledizioni che attanagliava la regione delle nebbie.
    E mentre gli avventurieri festeggiavano la fine dell'incubo, mentre gli abitanti di Barovia tiravano un sospiro di sollievo... il demone Ichor bevve il sangue del vampiro.

    - Egestas: Catene di nebbia

    Ogni decisione ha le sue conseguenze, ogni scelta il suo prezzo.
    Nella delirante abbazia di san Markovia, sopra una tavola di marmo, il corvo ricevette le sue prima ali. In cambio, dovette solo morire.
    La sua anima appartiene ora e per sempre a Barovia, e fredde catene di nebbia la tormentano, tenendola incatenata a quel regno di orrori.
    Quando Ichor bevve il sangue del Conte di Barovia, ne rubò anche il dominio su questa maledizione. Invece di curare il suo carceriere, però, il demone decise di elargire la maledizione alle sue vittime.
    [Personalizzazione livello 21: ogni colpo dato da Ichor avvelena la mente dell'avversario, che comincerà a provare una crescente sensazione di freddo e sentirà, ad ogni suo movimento, un cigolio di catene. Conta come 10% di danni per turno, raggiunto il 100% la maledizione farà il suo corso, trascinando il malcapitato sul piano dimensionale di Barovia.]

    - Dominatio: Blood Rain

    Come detto è l’intera realtà a piegarsi al volere del Dio, mettendogli a disposizione gigantesche riserve dell’elemento che esso domina. Il proprio Dominio può essere espanso saturando ogni centimetro cubo di spazio con l’elemento in questione, attraverso un fenomeno meteorologico – in questo caso una pioggia di sangue – che riempirà i venti metri circostanti al punto in cui verrà evocato, per circa cinque turni. Sebbene tale manifestazione non faccia danni diretti né ostacoli i nemici in alcun modo, le sue emanazioni potranno essere manipolate tramite l’abilità principale del caster e manterranno tutte le proprietà originali + quelle aggiuntive dovute all’abilità Egestas.
    [Bonus Malus: Adrenalina - Utopia]



    Crow's claws

    Artigli nella carne, sangue che sgorga!
    Sventra, dilania, uccidi!
    Uccidi uccidi uccidi!
    Usami, Piccolo Corvo!

    [Artigli, armi naturali - forma alternativa]


    The old Boomstick [x]

    Trema ad ogni boato, la struttura poco solida per gestire il rinculo di tutti quei grani di polvere pirica. Sputa piombini o schegge solide di sangue a seconda di ciò che Mangiasogni ha a disposizione in una rosa dal raggio d'una ventina di metri ma che da il meglio di se sulla breve distanza, perché i mostri vomitano fiamme e sanguinano veleno ed è giusto che un Cacciatore si munisca di strumenti per snellire il divario tra ciò che nasce per uccidere e chi invece dovrebbe soltanto esserne vittima. Tenuta assieme da spago, sangue e cattive intenzioni, adoperabile con una mano sola per quanto il rinculo tenda ad essere pesante. Persino Ingos sembra essercisi affezionato, per questo quando prende il controllo tende ad implementarla alla massa che aggiunge al piccolo Corvo trasformandola in un'arma naturale, posizionandone la canna nel proprio becco così che ogni suo grido possa essere fatale.

    [Arma da fuoco / armi naturali - forma alternativa]

    Note

    Niente di troppo fancy, siamo ancora alle coccole preliminari.

    mi tengo segnate le tecniche utilizzabili per non dimenticarmele:

    Demon Skin [In]
    Our Woods [Ig]
    Red Blade [Rt]
    Leeching [Rt]
    Grudge [Ig]

    Le forme di Red Tide sono:
    Falce - forma alternativa per Ichor
    Tentacolo di sangue prensile
    Dardo di sangue





     
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    Le tracce della bestia svaniscono presto. Il suo territorio deve essere ristretto, o forse essa si fa più guardinga quando lo abbandona...non averla vista, non sapere di cosa si tratti, riempie Luna di un'incertezza che non è più abituata a provare. Non trova menti da indagare, riguardo ciò che vorrebbe sapere, mentre con passo sempre meno attento e sempre più svelto si allontana dal luogo di quel suo brusco, insoddisfacente risveglio. Nessuna fauna, per quanto degli animali non abbia mai apprezzato la semplicità dei pensieri, spesso troppo elementari per poterne trarre informazioni precise. Nessun altro, come se in quell'incubo fosse caduta sola...nonostante fossero in molti al suo fianco, quando i suoi denti affondarono nella carne di un dio neonato.
    Non finse con se stessa di non aver riconosciuto il colore del cielo in quell'incubo, o di non aver compreso a chi appartenessero le zanne che come infiniti arbusti erano affondate nella sua coscienza. Non volle illudersi, perchè farlo era sciocco, di aver malinterpretato i segni o sovrastimato il pericolo a cui era sottoposta.
    Qualcosa l'aveva voluta li, l'aveva voluta debole, e disarmata. Qualcosa che aveva contribuito ad uccidere, e per questo non dubitava tramasse vendetta. Ma anche qualcosa, che per lunghi attimi aveva servito, il suo petto vuoto troppo affine al nero che l'aveva circondato prima che una compagnia di coraggiosi glielo strappasse...forse era in quello, che doveva ricercare la fatale differenza?
    Non trasse conclusioni affrettate, perchè del luogo in cui era finita non aveva scorto che una parte. L'ambiente mutò durante la sua camminata, la radura a lasciare spazio ad una foresta più regolare e fitta, dominata da una nebbia fresca che fu un balsamo per la sua fronte, già calda dopo il sogno febbrile ed i minuti di camminata sostenuta che le ci vollero per giungere fin li...
    Solo allora, fu finalmente lucida abbastanza da cercare di far mente locale. Solo allora strinse di nuovo i denti, maledicendo ogni figura sacra che conosceva per ciò di cui era stata derubata, compromettendo la sua capacità di sopravvivere così come il suo equilibrio, perchè il suo incedere era sbilenco ed avrebbe impiegato molto ad abituarsi alla mancanza della propaggine di marmo, ed a quella di cristallo che portava sempre al proprio fianco.
    L'imperativo era semplice, immediato, trovare una via d'uscita da quella selva. Un sentiero per andarsene, fosse esso impresso a terra o piuttosto nella mente, vista la modalità in cui era giunta a quella terra...
    Fu nel rifletterci, che notò le flebili tracce scavate a terra. Orme di un passaggio, probabilmente abbandonato da tempo immemore ma ciò nonostante chiaro, una volta che gli occhi si abituarono a scorgerne il segno. Un sentiero, scavato forse con intenzione o forse solamente dall'abitudine di chi lo percorreva, a camminare ancora ed ancora lungo passi simili...
    E che dunque, portava con se la speranza di civiltà. Forse presente o forse passata, forse soffocata e divorata dalla foresta o forse ancora intenta a respingerne le propaggini. Composta da molti o da pochi, ostili oppure felici di trovare altre braccia capaci di reggere un'arma, le incognite troppo per fare una scelta consapevole e che si basasse sulla logica, anzichè sul puro istinto.
    Rumori in quella medesima direzione, i primi che udiva davvero da quando il sonno le aveva sottratto la propria grazia...li scelse come segno, della direzione più conveniente da intraprendere.
    Seguì il sentiero, lo fece con circospezione e lentezza, tornando a preoccuparsi del fatto che i propri passi producessero troppo rumore. Procedendo bassa, tentando di occultarsi dietro qualsiasi possibile nascondiglio, per quanto quegli arbusti fossero probabilmente troppo sottili per coprire la sua figura, permettendo al nero di cui era abbigliata di mimetizzarsi a modo in quel verde ben meno netto e definito. I sensi all'erta, lo sguardo affilato, l'udito pronto a cogliere ogni variazione in ciò che da lontano l'aveva raggiunta. Convinta della necessità di dover essere la prima a scorgere chiunque ne fosse l'origine, così da poter sfruttare il vantaggio per imporre anche ad esso la propria scelta, riguardo l'interagire o meno.
    Ci provò, nel procedere. Già convinta di fallire, ma ciò nonostante disposta al rischio pur di tentare. Ad allungare una mano verso l'ombra più vicina, tentare d'estrarne l'affilato tesoro di cui sentiva ad ogni passo la sempre più straziante mancanza. Thamaja non aveva mai rifiutato il suo tocco, ne disatteso il suo richiamo. La forza che gliel'aveva tolta, doveva sicuramente averla incatenata la dove essa non avrebbe potuto risponderle...eppure, cos'aveva da perdere nel tentare?


    Luna cerca di richiamare Thamaja, tramite l'incantamento lampo, e segue il sentiero ed il rumore verso est.
     
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    Indietreggi, Nami, nel farlo abbassi lo sguardo. Mostri la paura che nessuna bestia dovrebbe permettersi mai perché tremare significa sapere di essere indifesi, e solo le prede più facili si arrendono tanto presto ad una tale evidenza. Il cane lo sa, conosce le regole meglio di quanto tu non abbia dimostrato. I suoi occhi luccicano nella penombra della casa ed il ringhio sommesso che ti stava rivolgendo si fa più forte mentre l'istinto lo spinge a considerare sempre più volentieri una semplice, brillante idea: un pasto se l'è già guadagnato, giace a terra ed è del suo sangue che ha il muso sporco e la bocca piena. Ma la fame è tanta, tornerà prima o poi. Perché accontentarsi allora. Perché averne solo uno quando ha il secondo innanzi a se.
    Inizia a correre senza preavviso, le affilate unghie a graffiare il pavimento della baracca mentre scivolano per i primi passi sulle viscere dello sventurato che ha sventrato prima di far presa e proiettarlo verso di te. E' veloce, abbaia forte mentre carica, perché un animale immobilizzato dal terrore è più facile da assalire e sbranare. E' ad un metro da te quando balza, l'intenzione quella d'atterrarti addosso e spingerti a terra. Per poi infierire con le aguzze, ingiallite fauci sul tuo viso ed il tuo collo, mozzarti il respiro strappandoti la giugulare e non smettere di mordere e dilaniare fino al momento in cui le tue membra si fermeranno, e di te non sarà rimasto che un sanguinolento, immobile pasto.

    Il cane ha Forza e Velocità di Lv1! Senza usare i suoi poteri Nami non può seminarlo scappando, ne evitare di essere atterrata e colpita dalle sue fauci.


    Esplori ancora, Mangiasogni. L'ignoto ti seduce ed attira a se travestendosi da buonsenso, perché nell'acquitrino a cui t'avvicini sei almeno certo non esserci traccia del movimento e delle luci che ti sei lasciato alle spalle. Non ti seguono, nessuno lo fa, per quanto i gorgoglii delle acque impestate e fosche ti mettano in allarme di tanto in tanto, lasciandoti immaginare occhi invisibili che t'osservano dietro i limacciosi alberi che ne sorgono o appena sotto la superficie.
    Nonostante questo la sfidi, spingendo le tue zampe oltre il velo che separa il mondo acquatico da quello di chi non sa neppure galleggiare. La sensazione non è piacevole, l'acqua è fetida e tiepida, e sai fin dal primo istante in cui la tocchi che anche uscendone subito non ti libereresti presto di quel fetore. Sul fondale, invisibile agli occhi non perché distante ma perché l'acquitrino è troppo torbido, senti qualcosa strisciarti sui piedi e sotto lo strato di fango che sfiori avverti qualcosa di più duro ed aguzzo, che potrebbero esser sassi o piuttosto ossa. La lancia con cui ne pungoli ogni metro fa presto a sprofondare oltre il punto in cui sei ragionevolmente certo di poter tenere il becco all'asciutto, ed è mentre analizzi con cura la conformazione e la profondità del fondale che un cigolio ti spinge ad alzare lo sguardo seguito poco dopo da molti altri: c'è qualcosa in quelle acque, qualcosa di più grosso degli invertebrati che senti starsi infiltrando nella tua tunica. L'onda che hai scorto smuovere la superficie altrimenti immobile della palude ha cambiato direzione e scorre verso di te, più veloce di quanto non ti piacerebbe vederla: piega i flebili arbusti al suo passaggio, sono i loro gemiti che t'hanno permesso di notarlo prima che fosse troppo tardi. Pochi istanti per scegliere, pochi istanti per levar la lancia in segno di sfida o scegliere di ritirarti e tornare sui tuoi passi. Qualsiasi cosa fosse a muoversi nell'umida radura in cui ti sei svegliato, dopotutto, sei certo non fosse grosso quanto ciò che stai a tuo discapito per incontrare.

    Qualsiasi cosa ci sia nell'acqua, si muove verso Mangiasogni con Velocità di Lv2! E' abbastanza lontana da permettergli di fuggire dall'acqua se sceglie presto, nel caso questa fosse la sua scelta. Ma giusto per un pelo.



    Le ombre sono silenti, Luna, e non reagiscono al tuo tocco. La tua mano sfiora nient'altro che erba, i suoi freddi ed affilati fili a far le veci della lama che non ti risponde, non come fosse prigioniera ma come non fosse mai esistita. Thamaja non può raggiungerti, qui? O sei tu ad aver perso il diritto di chiamarla tua, cadendo tra le fauci di un incubo indegno della cacciatrice che hai creduto d'essere?
    Procedi ciò nonostante, segui il sentiero che è la tua unica traccia da seguire. Lo fai cauta, lo fai da codarda, accucciandoti dietro ogni albero ed acquattandoti tra le striminzite e scure felci che di tanto in tanto osano macchiare il terreno. La strada che hai scelto non è facile da seguire, la direzione poco più che una traccia da cui basta distogliere lo sguardo un attimo per rischiare di non trovarla mai più tra le sterpaglie che a tratti la coprono. A guidarti però un suono, anche quando gli arbusti si fanno più robusti e ritorti e le loro nodose radici rendono il cammino più accidentato. Somiglia sempre di più ad un ringhio, e ad ogni passo che compi si fa meno sommesso, difficile capire se a causa della maggiore prossimità o di un'aggressività crescente da parte di colui di cui quasi ti sembra di poter già vedere le sbavanti ed ingiallite fauci...
    Infine raggiungi la tua meta, perché è da li che il tuo richiamo giunge. Nascosta dietro una radice più in rilievo di molte altre scorgi una baracca dimessa, sulla sua soglia il capo biondo d'una figura troppo bassa per essere qualcosa di diverso da un nano od un bambino. Troppo lontana perché tu possa coglierne i pensieri o lo stato d'animo, eppure i tuoi occhi bastano per capire quanto il suo corpo sia teso e la sua paura molta: qualsiasi cosa ringhi si trova oltre quella soglia, la dove lo sguardo della prima creatura che scorgi dall'inizio dell'incubo è rivolto. E pochi istanti dopo il tuo arrivo abbaia, corre, ne odi le zampe correre in direzione di colei che non puoi salvare, perché l'attenzione t'ha fatta giunger troppo tardi. Per fare altro che osservare, ed augurarti che l'ignota bestia sia sazia di violenza dopo una sola vittima abbattuta.


    Luna, hai raggiunto la stessa location di Nami! Purtroppo essendo andata particolarmente cauta non arrivi in tempo per intervenire o interferire, almeno in questo turno, con l'assalto del cane u.u
     
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    sono arrabnbiata issima cont utt9i suojl rave à vkiposdhf

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    AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!

    Che idea di merda. Idea di merda, idea di merda, Idea di merda, idea di merda, Idea di merda, idea di merda, Idea di merda, idea di merda, Idea di merda, idea di merda, Idea di merda, idea di merda, Idea di merda, idea di merda!!!!
    Il cazzo di cane, insomma, non era così innocuo. Non continuerà a mangiare il suo pasto perché ha deciso che Nami forse ha la carne più buona del mondo addosso!
    Un sogno, eh? Un sogno, certo.

    Era entrata convinta di vedere Rad nella baracca e ora voleva uscirne, ma non sapeva come. Poi si ricordò che un tempo aveva scippato la fatona e aveva dei pattini stupendi. In un attimo li fece spuntare da sotto i piedi e le rotelline iniziarono a girare come delle pazze. Cercò di sfrecciare fuori dalla baracca, voleva seminare il cane rabbioso e fargli capire che quando hai già la cena non devi cercarne altra, devi SAZIARTI prima di tutto, no? Perché non capiva un concetto così basilare? Cazzo.
    Cercò di pattinare il più veloce possibile, ma si sentiva lenta. Com'è che era un sogno e non riusciva neanche a salvarsi il culo?
    Iniziava a pensare di aver preso gli acidi sbagliati. Forse era in un trip di merda, aveva bevuto lo schifo la sera prima o chissà ancora cos'altro, ma sperava che non fosse vero. Anche perché come ci era arrivata in una foresta come quella? Non era una da campeggio. Soprattutto dove ci stanno le belve feroci.

    Continuò a cercare di scappare dal cane affamato. Aveva sempre avuto ragione sugli animali, sono tutti degli stronzi che ti vogliono uccidere. Era la stessa cosa che aveva pensato quando aveva visto Hayato, ma poi Rad l'aveva pregata e in fondo si era un pochino affezionata anche lei. Ma quel cane, cazzo, era qualcosa di mai visto. Nell'undercity non giravano cose del genere a meno che fossero create da qualcuno, ma lui sembrava reale. così reale e così affamato.
    Porca puttana.

    Nami usa la tecnica faster than your mum.
    Zero utilizzi rimasti mannaggia la miseria ladra.
     
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    TRUE LOVE IS POSSIBLE ONLY IN THE NEXT WORLD — FOR NEW PEOPLE. IT IS TOO LATE FOR US. WREAK HAVOC ON THE MIDDLE CLASS.

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    Viscido.
    Gli occhi fissi lungo la superficie dell'acqua, attenti a qualunque movimento.
    Torbido.
    I muscoli tesi, pronti a scattare al primo segnale di pericolo.
    Limaccioso.
    Qualcosa gli sfiora il piede, saettando veloce sul fondo fangoso.
    - Atteeeeeento, Piccolo Corvo. Le cortecce hanno gli occhi, il fondo di questa palude è una bocca spalancaaaaaata.
    La lancia affonda oltre l'acqua scura, la punta d'argento che draga il fondale misurando la distanza fra una relativa sicurezza e una morte per annegamento.
    - Siamo preeeeeede, qua. Deeeeeboli.

    Tornare indietro non é un opzione.
    Non quando alle loro spalle si ergeva una creatura che si annuncia con un ruggito, in un luogo dove perfino Ingos aveva timore a muoversi.

    Un altro passo.
    Viscido.
    Torbido.
    Qualcosa, di nuovo, gli sfiora il piede. Gli passa fra le dita artigliate, scomparendo l'istante successivo, lasciandogli una sensazione vagamente irritata sulla pelle dura delle zampe.
    Sotto lo strato salmastro, forme aguzze rischiano di ferirgli gli arti ad ogni passo.
    Rami spezzati? Roccia? Ossa spolpate, logorate da legioni e legioni di sanguisughe?
    Di nuovo, la lancia affonda nelle acque, trovando la molle resistenza del terreno fangoso.
    Di nuovo, Mangiasogni avanza.
    C'é qualcosa, nell'acqua.
    Qualcosa di grosso, che più avanti - dove il fondale si fa più profondo - traccia una piega nell'acqua immobile con il suo passaggio.
    Il corvo segue quella scia con gli occhi, attento a predirne la traiettoria.
    Attento a indietreggiare, se mai dovesse indicare l'intenzione di girarsi in quella direzione.

    Ma il Cacciatore continua ad avanzare, confidando che finché Ichor gli indicherà che il terreno è sicuro, questo gli garantirà anche protezione da quella creatura acquatica.
    - Maaaaaaai abbassare la guardia.
    "Mai dare per scontato nulla, Mangiasogni. Una preda, trascinata fuori dal suo elemento, ha ancora zanne, artigli" mormora a voce bassissima, ricalcando le lezioni che tanti anni prima gli erano state marchiate a fuoco nella memoria.

    Un altro passo.
    Viscido.
    Torbido.
    Di nuovo, qualcosa gli sfiora le caviglie, solleticandogli in modo irritante la pelle.
    Di nuovo, la punta della lancia affonda... e per la prima volta non trova la resistenza del terreno.
    "Merda."
    Affrontare la palude fin dove aveva arrivava a toccare era un rischio, ma un rischio calcolato. Un rischio affrontabile. Ma sprofondare interamente in quell'acquitrino... anche se avesse avuto la possibilità di tenere il capo sopra il livello dell'acqua, possibilità che non era certo di avere, le sue possibilità di sopravvivenza scivolavano inesorabilmente verso il basso.

    Di nuovo, il corvo affondò la sua lancia nell'acqua torbida, cercando un punto di appoggio, un passaggio, e di nuovo ebbe il medesimo risultato.
    La lancia d'argento affondava, e affondava... oltre ogni speranza, ogni oltre possibilità.

    *frush... frush...*



    Si era distratto.
    - STUUUUUUUUUUPIDO! MAI ABBASSARE LA GUARDIA!

    La creatura nell'acqua aveva improvvisamente cambiato direzione, puntando verso il corvo a una velocità allarmante.
    Non c'era tempo per sondare ulteriormente il terreno, non c'era tempo per cercare di capire se quel nuovo avversario avrebbe effettivamente fatto fatica a raggiungerlo, li dove ancora poteva restare saldo nel terreno.

    Tornare indietro? Non. E'. Un. Opzione.
    L'istinto grida, il sangue ribolle.
    L'addestramento prende il sopravvento.

    - Non lo hai ancora mai fatto prima. Non sai cosa potrebbe succeeeedere.

    Non importava. Non c'era tempo per pensare.
    Mangiasogni allungò una mano avanti a lui, richiamando quei nuovi poteri magici che ancora non comprendeva. Quei poteri che aveva rubato, copiandoli a quella persona che ora riusciva a chiamare amico, il cui nome bruciava nell'argento nell'emblema appeso al suo collo, accanto all'occhio dell'ordine.

    La mano si ricoprì di sigilli occulti, coprendogli fino all'avambraccio.
    Chiuse la mano a pugno e strappò indietro, concentrandosi per meno di un secondo.

    oɔsoꓭ oɹʇǝꓕ oʇsǝnb ᴉp ᴉɯɐɹ ᴉ osɹǝʌɐɹʇʇɐ ǝɥɔu∀
    oɹpɐ⅂ ʻoɯɐᴉpǝʌ ᴉꓕ

    oʌɹoϽ oʅoɔɔᴉԀ ʅǝp ɐɹnƃᴉⅎ ɐʅʅns ᴉʇuǝʇʇɐ ᴉsopuɐssᴉⅎ ʻoɹǝsnᴉɥɔs ᴉs ᴉʅʅɐᴉƃ ᴉɥɔɔo ǝnᗡ
    ɐ̖ʇᴉuɹǝʇǝ╻ʅ ouoɹɐɹoᴉⅎs ʻᴉzzɐʅɐd ǝɯoɔ ᴉssoɹƃ ʻᴉʅoɔɐʇuǝʇ ᴉɥƃun⅂
    ɐ̖ʇᴉɹnɔsO╻ʅʅǝu ʻǝssoɯ ᴉs ɐsoɔʅɐnꝹ



    La magia dei sigilli lo avvolse, sbocciando dalle sue scapole come un fiore.
    Anch'essa indebolita da qualsiasi influenza quel luogo avesse sul Cacciatore, ma abbastanza potente per manifestarsi.
    Due grosse ali traslucide color porpora lo sollevarono dal terreno. Piume fantasma, memore di un passato perdute, sfavillarono nella rada luce che filtrava dal cielo del Bosco.

    L'aria gli si infilò fra le piume, il vento lo salutò come un vecchio amico. Il cielo, nascosto dietro le fronde del Bosco, gli fece l'occhiolino.
    E per un attimo, e solo per un attimo, Mangiasogni fu libero. Di nuovo se stesso.
    "Quanto mi è mancata questa sensazione" sussurrò, con un sorriso triste.
    Poi la situazione tornò a incombere con urgenza.

    Il Corvo si alzò in volo quel tanto che bastava da essere ragionevolmente fuori pericolo, afferrando la lancia con entrambe le mani e puntandola verso la figura in movimento, pronto a scagliarla con forza non appena questa sarebbe emersa dall'acqua.

    "I Mostri devono morire"





    DwG4bQn
    Abilità

    Redtide
    Manipolazione del Sangue di Lv1, che permette a Mangiasogni di modellarlo e coagularlo nelle forme che preferisce.
    Malus: L'abilità necessita il contatto con Ichor per essere utilizzata.]



    Way of the Hunt
    Velocità: lv1. Malus: ogni 20% di danno mentale diminuisce di un livello



    Ingos
    Status forma alternativa di 1
    Forza e Resistenza di pari livello per 63 turni
    Malus: Le cure dirette a Mangiasogni sono ridotte del 10% per ogni livello di Ingos
    3/3 turni rimanenti



    Red Sigil [Rituali]
    - Cabala


    Le mani permettono il richiamo di diversi poteri occulti. Con precisi gesti vengono disegnati nell’aria i più svariati cerchi e sigilli, stregonerie che si manifesteranno nella realtà tangibile con la funzione di status variabili, pagando col 10% di danno psichico ogni loro livello. Toccare il dominio degli Dèi è proibito, la tua creazione cela in sé un terribile scherzo: non sarai mai in grado di stabilire un contatto privo di conseguenze, perché la tua natura è limitata. Difettosa. Ogni incantesimo da te intonato sarà un colpo per la tua comprensione. Anche ora che sei solo un apprendista, nessun dolore ti verrà risparmiato.
    Con le tue capacità attuali, sei in grado di invocare un singolo incantesimo dalla durata di sei turni prima che le forze ti vengano meno e per questo, ottenere un nuovo effetto cancellerà l’esistenza del precedente.
    [Status, lv1 : Volo]
    Turni: 3/3


    Tecniche


    Mangiasogni utilizza Rituali per ottenere lo status Volo, portandosi in una posizione un attimo più sicura, pronto ad arpionare la bestia appena deciderà di uscire allo scoperto.
    Non sono sicuro se incassa 10% di danni mentali, visto che Rituali è depotenziata, o comunque il full 20%.
    In caso, uno dei due.
    (devo sbrigarmi a trovare un alternativa per la barra della vita e aggiungere quella mentale)



    Equip

    Ichor [x]


    Questa, Mangiasogni, non è soltanto un arma.
    Non è soltanto metallo, assetato del sangue delle tue prede.
    Non è solo la prigione del primo demone da te affrontato,
    attraverso il quale catalizzi i tuoi poteri,
    attraverso il quale sigilli il mostro nel tuo cuore.
    Questa non è soltanto un arma.

    Questa è un simbolo.
    Il simbolo del nostro ordine.

    Accettandola, rinnovi il tuo giuramento.
    Brandendola, accetti di farti guidare dal codice.
    Attaccando con essa ... beh, direi che farai un gran male a qualcuno.


    Ingos ha lasciato che Strahd prendesse la lancia.
    Forse il conte pensava di indebolirmi, tenermi assoggettato al suo volere. Forse Ingos sperava di tenere il controllo.
    Ma anche lui si è accorto delle false promesse del vampiro.
    Non importa. Ho trovato il modo.
    Ichor non lascerà più il suo legittimo proprietario.
    E Ingos può amdarsene a fanculo.

    [Equipaggiamento - Lancia
    Incantata con Lampo]



    Numisma: Heart of Strahd

    Successe quasi troppo in fretta, anche se non senza sacrificio.
    Nelle catacombe di Castel Ravenloft, nell'oscurità e nel freddo abbraccio di quelle sale, Ichor trapassò il petto del Conte di Barovia, ponendo fine alla sua vita innaturale.
    Dopo mesi di tribolazioni, il gruppo di eroi aveva finalmente ucciso l'antico monarca, spezzando il ciclo di morte e maledizioni che attanagliava la regione delle nebbie.
    E mentre gli avventurieri festeggiavano la fine dell'incubo, mentre gli abitanti di Barovia tiravano un sospiro di sollievo... il demone Ichor bevve il sangue del vampiro.

    - Egestas: Catene di nebbia

    Ogni decisione ha le sue conseguenze, ogni scelta il suo prezzo.
    Nella delirante abbazia di san Markovia, sopra una tavola di marmo, il corvo ricevette le sue prima ali. In cambio, dovette solo morire.
    La sua anima appartiene ora e per sempre a Barovia, e fredde catene di nebbia la tormentano, tenendola incatenata a quel regno di orrori.
    Quando Ichor bevve il sangue del Conte di Barovia, ne rubò anche il dominio su questa maledizione. Invece di curare il suo carceriere, però, il demone decise di elargire la maledizione alle sue vittime.
    [Personalizzazione livello 21: ogni colpo dato da Ichor avvelena la mente dell'avversario, che comincerà a provare una crescente sensazione di freddo e sentirà, ad ogni suo movimento, un cigolio di catene. Conta come 10% di danni per turno, raggiunto il 100% la maledizione farà il suo corso, trascinando il malcapitato sul piano dimensionale di Barovia.]

    - Dominatio: Blood Rain

    Come detto è l’intera realtà a piegarsi al volere del Dio, mettendogli a disposizione gigantesche riserve dell’elemento che esso domina. Il proprio Dominio può essere espanso saturando ogni centimetro cubo di spazio con l’elemento in questione, attraverso un fenomeno meteorologico – in questo caso una pioggia di sangue – che riempirà i venti metri circostanti al punto in cui verrà evocato, per circa cinque turni. Sebbene tale manifestazione non faccia danni diretti né ostacoli i nemici in alcun modo, le sue emanazioni potranno essere manipolate tramite l’abilità principale del caster e manterranno tutte le proprietà originali + quelle aggiuntive dovute all’abilità Egestas.
    [Bonus Malus: Adrenalina - Utopia]



    Crow's claws

    Artigli nella carne, sangue che sgorga!
    Sventra, dilania, uccidi!
    Uccidi uccidi uccidi!
    Usami, Piccolo Corvo!

    [Artigli, armi naturali - forma alternativa]


    The old Boomstick [x]

    Trema ad ogni boato, la struttura poco solida per gestire il rinculo di tutti quei grani di polvere pirica. Sputa piombini o schegge solide di sangue a seconda di ciò che Mangiasogni ha a disposizione in una rosa dal raggio d'una ventina di metri ma che da il meglio di se sulla breve distanza, perché i mostri vomitano fiamme e sanguinano veleno ed è giusto che un Cacciatore si munisca di strumenti per snellire il divario tra ciò che nasce per uccidere e chi invece dovrebbe soltanto esserne vittima. Tenuta assieme da spago, sangue e cattive intenzioni, adoperabile con una mano sola per quanto il rinculo tenda ad essere pesante. Persino Ingos sembra essercisi affezionato, per questo quando prende il controllo tende ad implementarla alla massa che aggiunge al piccolo Corvo trasformandola in un'arma naturale, posizionandone la canna nel proprio becco così che ogni suo grido possa essere fatale.

    [Arma da fuoco / armi naturali - forma alternativa]

    Note

    Niente di troppo fancy, siamo ancora alle coccole preliminari.

    mi tengo segnate le tecniche utilizzabili per non dimenticarmele:

    Demon Skin [In]
    Our Woods [Ig]
    Red Blade [Rt]
    Leeching [Rt]
    Grudge [Ig]

    Le forme di Red Tide sono:
    Falce - forma alternativa per Ichor
    Tentacolo di sangue prensile
    Dardo di sangue





     
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    Un groppo in gola, quando dalle ombre non sbuca nessuna elsa ad accogliere le sue dita. Per la prima vera volta, da quando s'è risvegliata dall'incubo che l'ha condotta in quell'oscura selva, Luna sente pesare su di se il grave dello sconforto, opprimente a sufficienza da richiederle un profondo respiro per essere respinto, ignorato. Ricacciato in fondo allo stomaco, dove resterà a fermentare, fino a quando non si sentirà abbastanza al sicuro da convincersi, di poterlo realmente affrontare.
    Non in quel momento, però. Non con un ringhio sempre più intenso, non con la consapevolezza di starsi avvicinando a qualcosa di pericoloso, con zanne ed artigli, o entrambi. Cacciatrice, perchè il suo uomo le insegnò ad esserlo. Empatica con le proprie vittime, non per volontà ma per funzione, perchè la sua mente non le ha mai risparmiato gli ultimi pensieri delle prede che ha braccato, ed infine ridotto al silenzio. Sa com'è che un predatore ragiona, quali segni cerca nelle creature che insegue e desidera sbranare, perchè lei stessa ne ha vestito i panni.
    Cerca di non esserlo, allora, qualcosa di simile a ciò che tanto spesso ha ucciso. Prova a farsi forza, ad apparire fredda ed affilata come le piace credere di poter ancora apparire, privata d'un braccio e dell'arma che da quando l'ha stretta per la prima volta, è diventata la sua zanna.
    Prosegue sul suo percorso, lo fa senza vergognarsi del desiderio di restare nascosta, perchè una pantera non si pente d'essersi mimetizzata quando le sue fauci si stringono sul collo del suo pasto. Vedersi come tale, convincersi di poterlo essere ancora, è più difficile che procedere in maniera silenziosa ma spedita su quel terreno, sempre più accidentato. Eppure è altrettanto, se non più fondamentale, perchè l'immagine che ha di se non può che riflettersi negli occhi delle creature che sa, prima o poi la scorgeranno. Ed in lei spera ancora vedranno un pericolo, anzichè facile cibo.
    Giunge alla baracca, infine, alla sua porta già occupata da una figura più familiare e mondana di quanto non s'aspettasse. Acquattata dietro una radice particolarmente sporgente, il cappuccio nero delle corazzate vesti che indossa calato sul capo, così che il colore acceso dei suoi capelli non attiri attenzioni che è certa di non desiderare. Per qualche istante, forzata all'ignoto ed timore dalle diminuite facoltà della sua mente, teme di esser prossima a cadere in una trappola. Che quella bambina tesa ed immobile non sia che un guscio, un amo teso per occhi troppo distratti per accorgersi del pericolo di quella foresta. Che se mai si fosse voltata, individuando una volenterosa vittima in avvicinamento, il suo volto si sarebbe rivelato irto di zanne, pronte a stringersi al collo di chi s'era lasciato ingannare dalla prospettiva della sicurezza incarnata da una ragazzina, troppo minuta per essere un pericolo, e la promessa del rifugio sulla cui soglia sostava.
    Poi però, la ragazzina urlò. Si voltò, rivelando la verità del proprio terrore, e tentò di fuggire, richiamando ai propri piedi strani strumenti che Luna pensò fossero molto poco adatti, a scorrere su un terreno accidentato come quello in cui si trovavano; solo allora i suoi sensi si reallinearono, permettendole di cogliere oltre la paranoia che l'aveva avvolta, come il ringhio non provenisse da quella bambina ma dall'interno della diroccata casa.
    Doveva scegliere velocemente, decidere all'istante. Per fortuna, grazie all'opera di convincimento adoperata durante l'avvicinamento a quel luogo, riucì a farlo come fosse davvero stata ancora in controllo, di quella rischiosa e misteriosa situazione.
    Aveva un'armatura a proteggerla, poteva forse contare sulla sua resistenza. Non aveva nessuna arma, ma ciò non significava non potesse procurarsene una: avrebbe puntato ad un qualsiasi basso ramo, le fosse apparso solido a sufficienza da trasformarsi in una clava. Ed allora, aiutandosi con l'unica mano che le era rimasta ed un ginocchio, avrebbe tentato di spezzarlo così da guadagnarsi un rudimentale strumento d'offesa. Dopo averlo fatto, si sarebbe limitata ad osservare: aveva abbandonato la sicurezza del suo nascondiglio per riuscirci, risultando evidente a chiunque avesse guardato nella sua direzione. Eppure, s'illuse di poter contare su un'attenzione troppo deviata per accorgersi di lei, tolta dai suoi binari dal terrore nel caso della ragazzina urlante, e dalla fame per quanto riguardava la bestia, che era certa avrebbe varcato presto i confini della soglia da cui ella s'era allontanata gridando, e di cui era curiosa di apprendere la forma.
     
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    La bestia ti insegue, Nami. Fuggi al suo balzo per un soffio, le rotelle apparse ai tuoi piedi sufficienti a malapena a strapparti alle sue insanguinate e sbavanti zanne. Lo senti schiantarsi a terra, scivolando sulle proprie stesse zampe, non ti volti ad osservarlo perché il terrore è troppo e le tenebre opprimenti.
    Pattinare non è facile tra le radici che rendono accidentato il terreno all'esterno della baracca. Una deviazione errata, una svolta disattenta, basterebbe a mandarti gambe all'aria rendendo inutile il tuo nuovo giocattolo. Non puoi permetterti di inciampare, farlo ti costerebbe il collo, se non per la botta allora per i denti che giungerebbero subito dopo: i suoi passi riprendono, il grattare delle sue unghie attutito quando anziché il terreno della baracca artigliano il terreno brullo. Ansima alle tue spalle, frenetico nel suo appetito, sempre più vicino perché le sue zampe son ben più adatte delle tue ruote nel farsi strada in quel cupo sottobosco...
    Sei certa stia per prenderti, sei certa stia per azzannarti. Quando un rumore forte e secco attira l'attenzione d'entrambi, rivelando la posizione d'una terza entità ad assistere alla scena.

    CRACK.


    Hai un'arma, Luna. Il ramo che hai scelto si spezza senza troppa fatica, dandoti una clava ritorta e scura dalla corteccia molle, umida, ma dal cuore apparentemente più solido. L'estremità che lo collegava all'arbusto a cui l'hai strappato rimane vagamente appuntita, schegge ad allungarsene come sottili e numerose dita. Non è la tua spada, non è neppure affilato. Ma dovrà pur esser meglio delle tue sole, nude mani.
    Hai presto l'occasione per verificarlo, perché dove il tuo cappuccio t'ha permesso di occultarti alla vista del famelico cane che correndo è uscito dalla baracca da cui hai visto una bambina filar via il rumore del legno che si spezza fa il contrario, palesando la tua posizione. La bestia drizza le orecchie, si blocca, non sembra ritenere Nami una preda capace di ferirlo se non tenuta costantemente d'occhio ne una abbastanza capace di sfuggirgli da meritare che essa ignori una nuova potenziale minaccia pur di acchiapparla. Ti vede, retta nella penombra della radice che t'ha nascosto fino a poco fa. Abbaia un paio di volte sputando saliva e resti organici, scuotendo il capo tra te e la ragazzina che col suo primo balzo non è riuscito a raggiungere.
    E poi carica verso di te, scordandosi di Nami, perché per quanto goffa potesse essere coi suoi pattini raggiungerla sarebbe stata una fatica a cui non ha intenzione di sottoporsi con qualcun altro così vicino, pronto ad approfittare della sua eventuale stanchezza. Ripete quando ha già fatto con la bambina, correndoti incontro mentre latra, più rapido di quanto le tue gambe possano correre. E poi ti balza al collo, tentando di azzannarlo. Di farti annegare nel tuo sangue mentre la carotide vien perforata da denti ingialliti ed aguzzi, così che l'ultima cosa che tu possa sentire in vita sia il suo alito pestilenziale e l'agonia che spetta solo ad una preda, solo ad un pasto.

    Nami e Luna si incontrano! I pattini di Nami le danno Velocità di Lv2, maggiore rispetto a quella del cane, ma sono difficili da usare sul terreno accidentato e disseminato di enormi radici: per questo il cane avrebbe rischiato di raggiungerla comunque, ma il rumore che Luna fa spezzando il ramo che acquisisce come arma ne attira l'attenzione. Il cane corre dunque con la sua solita velocità di Lv1 verso di lei, saltando e tentando di azzannarle il collo quando sarà abbastanza vicino!



    Non è così facile sottrarsi all'acquitrino, Mangiasogni. Le ali che hai evocato sulle tue scapole sbattono e spingono per innalzartene, trascinarti fuori dal suo fango e dalla presa di ciò che nelle sue acque striscia e solo per miracolo non t'ha ancora morso, ma l'acqua è densa e pesante ed oppone resistenza prima di permetterti d'andartene. L'onda s'avvicina, ciò che nasconde assieme a lei, e mentre gli arbusti sottili si piegano al suo passaggio non sei affatto certo di riuscire a liberarti in tempo: quando con un sonoro splash riesci finalmente a spiccare il volo, allontanandoti dalla palude, è quasi troppo tardi.
    Fauci pallide ti sfiorano, forse più grandi di quanto non te le saresti aspettate. Riesci a scorgere uno sguardo sbiadito e spento ed al successivo battito d'ali l'intero corpo della bestia a cui evitato di far da pasto solo per un soffio, più grande di qualsiasi alligatore tu abbia mai incontrato: non rettile ma anfibio, almeno cinque metri di pelle candida e spessa coda e zampe palmate, scolorite creste a lato del suo piatto ed ampio muso. Scagli la tua lancia, fai ciò che un cacciatore deve. Eppure quando la lama di Ichor gli si conficca senza fatica nella carne l'enorme belva non sembra soffrirne, non se ne lamenta, sfruttando piuttosto l'occasione per puntare a te i suoi occhi ciechi: non ti vede, ne sei più che certo, deve avere altri modi per individuare le sue prede. Neppure può raggiungerti però, motivo per cui s'agita in acqua per pochi attimi prima d'aprire nuovamente le fauci. Potresti aspettarti un ruggito, un latrato, o qualsiasi altro minaccioso verso possano emettere gli appartenenti alla sua specie. Invece fuori da esse saetta una propaggine carnosa, qualcosa di nero e scuro e grondante saliva che dovrebbe essere una lingua ed invece assomiglia più ad un verme. Guizza rapida come una frusta, non srotolata ma vomitata dalle sue viscere. Che il suo intento sia quello d'impalarti o avvolgersi attorno a te sei più che certo che lasciartene colpire sia una pessima, orrenda idea...eppure hai davvero modo di impedirglielo? Sei debole, sei disarmato, sei solo. E qualsiasi cosa sia quell'orrendo mostro, sembra adatto a quell'ambiente molto più di quanto tu non saprai mai esserlo.
    Conosci le leggi della natura. Tra il più piccolo ed il più grande, tra il più forte e quello meno, tra chi è fatto per un ambiente e chi a malapena riesce a muovercisi. A chi spetta l'onore d'un pasto, ed il diritto di vedere un'altra alba?

    Hai incontrato un miniboss della quest! Scappi appena in tempo, perché l'acqua della palude rallenta i movimenti, ma fortunatamente il mostro era ancora abbastanza lontano da farti riuscire a volare via. Il tuo attacco lo colpisce ed Ichor rimane conficcata dentro di lui, ma non sembra causargli particolare danno, e quando attacca in rimando lo fa con l'orrendo verme-lingua nero che ti vomita contro cercando di impalarti: la sua è una tecnica ed ha potenza del 150% perché, oltre alla Velocità Lv2 con cui ti si è avventato contro, il mostro pallido ha anche una Forza di Lv3.
     
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    sono arrabnbiata issima cont utt9i suojl rave à vkiposdhf

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    Una falcata dopo l'altra, la ragazzina bionda cercva di sfuggire ad una trappola che sembrava fin troppo semplice. Lei era stata fin troppo scema a non capire subito di non essere in un sogno, ormai rimpiangeva quei primi momenti in cui aveva dovuto scegliere.
    E aveva scelto male. Come al solito.
    Dal canto suo, nessuno la aveva avvisata di NIENTE, un momento come un altro e poi boom, ti ritrovi in un posto terribile in cui un cane famelico vuole ucciderti.

    Non se l'aspettava, aveva ancora gli occhi impastati dal sonno e non aveva nemmeno capito come cazzo ci fosse finita in una foresta. Not her thing, quindi chi ce l'aveva portata di peso? Mentre dormiva?
    Mistero.

    Il problema era un altro però, non l'ambientazione fantasy che la faceva sentire in un film scadente. Era lui. Il bastardo che non la mollava un secondo aveva deciso di banchettare con la sua carne
    Che poi mi faccio di qualsiasi cosa, crede davvero di mangiarsi roba buona?
    Dev'essere proprio un cretino. O deve avere così fame da non avere di meglio...


    Aveva il suo fiato sul collo, continuava a cercare di scappare anche se si sentiva lenta, lentissima, cazzo. Com'è che quei pattini erano diventati così pigri? Forse Rad li aveva provati e ci aveva saltato sopra troppo, glielo diceva sempre che con il suo peso non doveva fare quegli scherzi, perché prima o poi li avrebbe rovinati. Ma la fata era sempre così, faceva quello che le pareva e dava poco peso ai lamenti della biondina.

    CITAZIONE
    CRACK.

    Qualcuno in quella foresta ha sperato che fosse davvero Crack.

    Invece era un'altra presenza. Una persona, un animale, qualcosa che aveva attirato l'attenzione dello stronzone che se l'era presa con Nami. La marmocchia trasalì e per un secondo si fermò nel momento in cui la bestia si interessò a quel rumore. Non fece in tempo a cercare spiegazioni, tentare di capire chi fosse la creatura disgraziata che ora sembrava essere la cosa preferita di quel cane.
    Continuò a correre.
    Era bastato un attimo per capire che la bestia avrebbe rallentato, ma ora lei doveva salvarsi il culo, no?
    Effettivamente non era in una pista di pattinaggio e quindi cercava di scappare scavalcando rami, rocce, alberi, come in un videogioco fastidioso.
    Cercò di continuare la sua fuga impazzita senza rendersi conto di dove stesse andando: in effetti ancora non aveva capito niente di quel posto e l'unica idea sembrava essere VAI VIA VIA LONTANO.
     
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    TRUE LOVE IS POSSIBLE ONLY IN THE NEXT WORLD — FOR NEW PEOPLE. IT IS TOO LATE FOR US. WREAK HAVOC ON THE MIDDLE CLASS.

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    Con un sonoro schiocco, la lancia del Cacciatore riapparve nelle sue mani, lasciando danni e ferite del tutto trascurabili sulla creatura appena emersa dalle acque palustri.
    Questa non era una Megera, non era un Imp. Non era un Drowner ne tanto meno un Myruluk,
    Era ... qualcosa.

    La stazza e i lunghi artigli che sputavano quasi alieni dalle zampe palmate erano gli unici testimoni della pericolosità della bestia, che altrimenti sarebbe risultata quasi comica.
    La pelle liscia, resa viscida dalle oleose acque della palude, sembrava morbida e fragile, mentre lo sguardo lattiginoso suggeriva cecità e malattia. Anche il colore della carnagione era in tinta con l'ambiente che lo circondava, lasciando le capacità sensoriali molto probabilmente alle strane escrescenze che gli adornavano il capo.

    Eppure, Ichor non aveva avuto alcun effetto sulla bestia. La sua lama d'argento, che aveva trafitto legioni e legioni di mostri, era penetrata senza fatica nella morbida carne della creatura... senza che questa quasi se ne accorgesse.
    Il Cacciatore maledisse quel luogo, maledisse qualsiasi fattura stesse azzoppando le sue capacità. Maledisse se stesso, e la sua debolezza. Il suo affidarsi così tanto su abilità rubate a demoni, concesse dal morso di mostri e strappate con le unghie e con il becco ad ogni scontro.
    E non ebbe modo di maledirsi ulteriormente, solo perché la bestia passò all'offensiva.
    Spalancate le fauci, una lunga e pericolosa lingua saettò verso il Cacciatore, dimostrando senza ulteriori dubbi come la bestia potesse individuare la posizione del corvo senza l'ausilio della vista. A prima vista sembrava essere completamente a proprio agio sulla terra ferma esattamente come lo era sembrata sotto il livello dell'acqua. Sicuramente, era ugualmente letale.

    - Siamo intruuuuuusi, Piccolo Corvo. Piccoli e deeeeebboli. Questa è casa sua. Questo è il suo elemento.

    Eppure...
    -Eppure...

    Mangiasogni poteva essere un intruso, in quella palude.
    In quel Bosco così oscuro, così alieno.
    Le sue abilità potevano essere indebolite da chissà quale anatema.

    L'axololt poteva essere nel suo elemento.
    Eppure.
    Eppure quella era una Caccia.
    Eppure il Kenku, dopo anni, era tornato a volare.
    Come poteva non essere anch'egli nel suo elemento? Come poteva rifiutarsi di incontrare quella mostruosità in combattimento, rifiutarsi di adempiere al dolce richiamo che aveva guidato tutta la sua vita?

    I colori tetri del Bosco avvamparono di fiamme color del sangue, mentre i suoi muscoli si tendevano in uno spasmo doloroso, pronti a sostenere la velocità che il suo addestramento gli imponeva. Mentre le ali eteree si avvolgevano attorno al suo corpo, come un bozzolo, lasciandolo cadere in caduta libera verso la sua preda.
    Dalla punta di Ichor, una mezzaluna rossa sbocciò come un fiore, trasformando la lancia in una letale falce pronta a colpire.

    Per una frazione di secondi, appena prima di mulinare l'arma sul muso della creatura, Mangiasogni tornò in quelle fogne, nell'Under Bludd, fianco a fianco di una Cacciatrice dai capelli turchini.
    Anche in quel luogo di depravazione, creature da incubo avevano provato a leccarlo, dardeggiando con le loro oscene lingue cariche di follia.
    Eppure il sangue della lancia non si caricò della depravata energia ereditata dall'uccisione di quelle bestie, a nuova testimonianza del già appurato potere di quel luogo di intralciare le possibilità del Cacciatore.
    Con un movimento a spirale, l'arma di sangue disegnò un arco rosso ad intercettare la lingua e il volto della creatura, nel tentativo di tranciare la prima e ferire il secondo.

    Le ali porpora si spiegarono nuovamente, nel tentativo di riportarlo in quota, lontano dagli artigli affilati del Mostro.






    Note:

    Essendo il secondo turno di Way of the Hunt, il suo malus gli infligge 10% di danno.
    Mangiasogni utilizza Coagulation (ex Demon Skin) per parare parte dell'assalto e Red Blade per contrattaccare, cercando di mozzare la lingua del axolotl.
    Entrambe le tecniche dovrebbero avere il medesimo scaling: 95% di base + velocitá + scaling Red Tide = 125%




    Darkwood
    - Malus ambientale: tutte le abilità sono da considerarsi di livello 1
    Tecniche disponibili:
    Coagulation [Rt]
    Our Woods [Ig]
    Red Blade [Rt]
    Leeching [Rt]
    Grudge [Ig]

    Le forme di Red Tide sono:
    Falce - forma alternativa per Ichor
    Tentacolo di sangue prensile
    Dardo di sangue

    Redtide
    Una notte il Cornuto sanguinò per far impazzire tutta l'umanità.
    Fu allora che l'Ordine venne fondato. Fu allora che i Bloodhunter nacquero.
    Non è un caso che la prima preda di un aspirante Bloodhunter sia un demone del sangue.
    Non è un caso che la manipolazione del sangue sia la nostra prima arma.

    Ricorda, Mangiasogni...
    Mangiasogni?
    Mangiasogni basta cazzeggiare con quelle ali di sangue. Scendi e ascolta.

    [Manipolazione del Sangue di Lv3, che permette a Mangiasogni di modellarlo e coagularlo nelle forme che preferisce.
    Malus: L'abilità necessita il contatto con Ichor per essere utilizzata.]


    Mimicry

    Ad un kenku basta ascoltare una sola volta una frase, prima di essere in grado di riprodurla fedelmente per tutta la vita.
    Gli basta un’occhiata ad un’opera d'arte, per poterla ridisegnare senza alcuno sforzo.
    Un kenku bloodhunter può portare questa caratteristica ad un nuovo livello.
    Al Cacciatore basterà uccidere la sua preda perché sia in grado di riprodurre una sua abilità alla perfezione, facendola sua e adattandola alle sue esigenze.
    Il corvo potrà manifestare solo una abilità ottenuta in questo modo per volta, e questa sarà adeguata al livello della personalizzazione.

    [Personalizzazione livello 2. Mimicry diventa un’abilità copiata da una preda uccisa da Mangiasogni. La personalizzazione puó imitare un’abilità per volta, eventualmente cambiabile tramite un azione.]

    - SoLewd [Psichica di eccitazione/disgusto, conta come di Lv3 ma agisce solo se si entra in contatto con la lingua di un Licker il sangue di Mangiasogni.]



    Way of the Hunt
    Finezza invece di forza. Precisione e destrezza, invece di armature pesanti. Istinto e addestramento, invece di rabbia e brutalità.
    Non soldati. Nemmeno guerrieri.
    Noi siamo Cacciatori.
    L'addestramento di un Bloodhunter comincia nelle sale dell'ordine e continua lungo la Via, senza mai aver davvero fine. Ogni mostro ucciso, ogni vita salvata, ogni taglia riscossa è una nuova lezione, una possibilità in più di sopravvivere alla caccia successiva.
    Le nostre prede hanno il vantaggio che la loro innaturale esistenza gli ha fornito alla nascita... noi abbiamo solo il nostro addestramento.
    Chi sceglie di intraprendere la Via dovrà essere agile e veloce tanto quanto la sua preda, se non vorrà cadere vittima di artigli e zanne.
    Anche a costo di spingere le proprie possibilità oltre i limiti del proprio corpo.

    [Abilità fisica: velocità. Lv1 2 Malus: L'utilizzo dell'abilità porta a logorare l'utilizzatore, infliggendogli 10% di danno fisico ogni due turni di utilizzo.]



    Ingos
    Ricorda, Mangiasogni.
    E' nostra responsabilità contenere i nostri demoni e, a volte, usarli.
    Anche se questo può voler dire cambiare.
    Anche se questo può voler dire diventare più simili ai mostri che abbiamo giurato di cacciare.
    A volte, non abbiamo scelta se non venire a patti con i mostri che abbiamo dentro, per affrontare quelli che troviamo fuori.
    Non farlo mai a cuor leggero, e non cedere mai nell'oscurità.

    Liiiiiiiberami, Piccolo Corvo!
    Piume intrise di sangue, muscoli tesi allo spasmo, una voce silente ora grida!
    Violenza e morte, non più Piccolo, ora Grande, ora Terribile!
    Uuuuuusami, Piccolo Corvo! E in cambio, ti chiedo solo il tuo dolore.
    Sooooooooffri. Soffri senza possibilità di redenzione.
    SOFFRI E UUUUUUUSAMI.

    [Status forma alternativa di lv 1
    Forza e Resistenza di pari livello per 3 turni
    Malus: Le cure dirette a Mangiasogni sono ridotte del 10% per ogni livello di Ingos]

    2/3



    Red Sigil - Cabala
    Le mani permettono il richiamo di diversi poteri occulti. Con precisi gesti vengono disegnati nell’aria i più svariati cerchi e sigilli, stregonerie che si manifesteranno nella realtà tangibile con la funzione di status variabili, pagando col 10% di danno psichico ogni loro livello. Toccare il dominio degli Dèi è proibito, la tua creazione cela in sé un terribile scherzo: non sarai mai in grado di stabilire un contatto privo di conseguenze, perché la tua natura è limitata. Difettosa. Ogni incantesimo da te intonato sarà un colpo per la tua comprensione. Anche ora che sei solo un apprendista, nessun dolore ti verrà risparmiato.
    Con le tue capacità attuali, sei in grado di invocare un singolo incantesimo dalla durata di sei turni prima che le forze ti vengano meno e per questo, ottenere un nuovo effetto cancellerà l’esistenza del precedente.

    [Status variabile, lv2: 1/3]



    Corvus Dei - Edoné
    Chi non sceglierebbe questa esistenza? Il corpo divino è animato da una vitalità incontenibile, un desiderio di spargere il proprio seme, di sentire sapori, di guerreggiare e respirare, godere del sole sulla pelle, il sale del mare negli occhi. In un corpo così vitale, come è possibile mantenere il controllo? Tutti avranno sentito una leggenda nata dalla lussuria incontenibile di un Dio, letto epiche sull’ira funesta dei loro figli, i mortali incapaci di opporsi e nient’altro che assaggi per soddisfarne i giganteschi appetiti. Un mare si agita, fatto di sensazioni che non possono essere arginate, immensi piaceri e laceranti dolori: per questo, possedere un corpo divino significa essere perennemente soggetti a una diminuzione delle proprie capacità di giudizio – che si riflette in una vulnerabilità mentale tale da subire le Psichiche avversarie come se fossero di 1lv superiore – che rende difficile affidarsi alla razionalità piuttosto che abbandonarsi alle proprie passioni. Ma l’icore che scorre nelle vene prolunga ogni espressione vitalistica, sforzo e interazione, donando un turno extra ai power up a cui si deciderà di abbandonarsi.

    [Supporto, lv2: Malus Psichico perenne, ma vale di 1lv superiore]






    Red Blade [Rt]

    Un cacciatore di mostri deve sapersi armare contro una moltitudine di avversari.
    Armi in acciaio, in argento, in corno. Dardi, paletti di frassino, treccie d'aglio.
    Anche se tanti di questi metodi restano essenziali, un Bloodhunter fa del suo sangue il suo arsenale.
    Ricorda sempre Mangiasogni, non esisterà arma, in terra e in cielo, più forte del tuo sangue.

    [Offensiva: il prossimo colpo fisico di Mangiasogni viene potenziato da Red Tide e avrà valore di Tenica. Potenza base 95%, scaling aggiuntivo con RedTide. Necessita Ichor. ]

    Coagulation [In]

    Sei deeeeeeeeeeeeeeeeeeeebole,
    Piccolo Corvo.
    Fraaaaaaaaaagile. Lascia a noi le ferite. Uuuuuuusaci, Piccolo Corvo.
    Non nasconderti dietro il potere di Ichor. Non nasconderti dietro il suo sangue.
    Facci soffriiiiiiiire.
    Così che noi possiamo far soffrire gli altri.

    [Tecnica di difesa. Mangiasogni crea uno scudo di piume e sangue coagulato sfruttando i poteri combinati di Ichor e di Ingos. Grazie alla manipolazione del sangue, lo scudo può manifestarsi in varie forme, a seconda delle necessità. La tecnica necessita di Ichor per essere utilizzata. Ottiene uno scaling aggiuntivo pari a Red Tide.]



    Ichor [x]


    Questa, Mangiasogni, non è soltanto un arma.
    Non è soltanto metallo, assetato del sangue delle tue prede.
    Non è solo la prigione del primo demone da te affrontato,
    attraverso il quale catalizzi i tuoi poteri,
    attraverso il quale sigilli il mostro nel tuo cuore.
    Questa non è soltanto un arma.

    Questa è un simbolo.
    Il simbolo del nostro ordine.

    Accettandola, rinnovi il tuo giuramento.
    Brandendola, accetti di farti guidare dal codice.
    Attaccando con essa ... beh, direi che farai un gran male a qualcuno.


    Ingos ha lasciato che Strahd prendesse la lancia.
    Forse il conte pensava di indebolirmi, tenermi assoggettato al suo volere. Forse Ingos sperava di tenere il controllo.
    Ma anche lui si è accorto delle false promesse del vampiro.
    Non importa. Ho trovato il modo.
    Ichor non lascerà più il suo legittimo proprietario.
    E Ingos può amdarsene a fanculo.

    [Equipaggiamento - Lancia
    Incantata con Lampo]



    <span style="font-size: 15px;">Numisma: Heart of Strahd

    Successe quasi troppo in fretta, anche se non senza sacrificio.
    Nelle catacombe di Castel Ravenloft, nell'oscurità e nel freddo abbraccio di quelle sale, Ichor trapassò il petto del Conte di Barovia, ponendo fine alla sua vita innaturale.
    Dopo mesi di tribolazioni, il gruppo di eroi aveva finalmente ucciso l'antico monarca, spezzando il ciclo di morte e maledizioni che attanagliava la regione delle nebbie.
    E mentre gli avventurieri festeggiavano la fine dell'incubo, mentre gli abitanti di Barovia tiravano un sospiro di sollievo... il demone Ichor bevve il sangue del vampiro.

    - Egestas: Cursed Blood

    Ogni decisione ha le sue conseguenze, ogni scelta il suo prezzo.
    Nell'oscurità dei sotterranei di castel Ravenloft, il dente d'argento del Cacciatore morse il cuore maledetto del Conte di Barovia.
    Così il demone Ichor bevve il nero sangue di Strahd, accogliendo nella sua iride parte del suo empio potere.
    Ora quel potere è nascosto nel cuore pulsante del demone, per sempre intrappolato nell'argento della lancia.
    L'unica chiave per poterlo liberare, è il dolore del suo carceriere.
    [ Personalizzazione status livello 2: i danni delle tecniche derivanti da Red Tide ottengono uno scaling aggiuntivo pari al danno subito da Mangiasogni ]
    2/3


    - Dominatio: Blood Rain

    Come detto è l’intera realtà a piegarsi al volere del Dio, mettendogli a disposizione gigantesche riserve dell’elemento che esso domina. Il proprio Dominio può essere espanso saturando ogni centimetro cubo di spazio con l’elemento in questione, attraverso un fenomeno meteorologico – in questo caso una pioggia di sangue – che riempirà i venti metri circostanti al punto in cui verrà evocato, per circa cinque turni. Sebbene tale manifestazione non faccia danni diretti né ostacoli i nemici in alcun modo, le sue emanazioni potranno essere manipolate tramite l’abilità principale del caster e manterranno tutte le proprietà originali + quelle aggiuntive dovute all’abilità Egestas.
    [Bonus Malus: Adrenalina - Utopia]



    Crow's claws

    Artigli nella carne, sangue che sgorga!
    Sventra, dilania, uccidi!
    Uccidi uccidi uccidi!
    Usami, Piccolo Corvo!

    [Artigli, armi naturali - forma alternativa]


    The old Boomstick [x]

    Trema ad ogni boato, la struttura poco solida per gestire il rinculo di tutti quei grani di polvere pirica. Sputa piombini o schegge solide di sangue a seconda di ciò che Mangiasogni ha a disposizione in una rosa dal raggio d'una ventina di metri ma che da il meglio di se sulla breve distanza, perché i mostri vomitano fiamme e sanguinano veleno ed è giusto che un Cacciatore si munisca di strumenti per snellire il divario tra ciò che nasce per uccidere e chi invece dovrebbe soltanto esserne vittima. Tenuta assieme da spago, sangue e cattive intenzioni, adoperabile con una mano sola per quanto il rinculo tenda ad essere pesante. Persino Ingos sembra essercisi affezionato, per questo quando prende il controllo tende ad implementarla alla massa che aggiunge al piccolo Corvo trasformandola in un'arma naturale, posizionandone la canna nel proprio becco così che ogni suo grido possa essere fatale.

    [Arma da fuoco / armi naturali - forma alternativa]




    Note - Skills - Tech - Equip - Scheda



    Edited by Sarcad is Offline - 8/1/2024, 20:44
     
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