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An Inhabitant of Carcosa

Richiesto: Ispirazione lv.ι

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    Così va decisamente meglio.
    Non ti senti più leggero? Niente più strutture, regole, vincoli o scadenze. Puoi prendertela con comodo, tanto resterai qui per sempre. Ora che sei ufficialmente un abitante di Carcosa, non c’è più nulla di cui preoccuparsi: nessun mostro nascosto dietro l’angolo, nessuna insidia pronta ad aprirsi sotto ai tuoi piedi, è tutto così placido e tranquillo da queste parti. Chiamalo come ti pare – “Paradiso”, “Campi Elisi”, “Nirvana” o qualunque sinonimo abbiano i goblin per esprimere questa pace. Non so nemmeno dirti come si manifesterà a ciò che resta della tua coscienza: alcuni lo descrivono come un cimitero in cui trovare una lapide con su scritto il proprio nome, altri come un panorama astratto di pura atarassia. Dimmelo tu cosa vedi, tanto ormai le solite consuetudini non ci interessano più!

    Forse scorgerai perfino il buon vecchio Karakuriki in quest’estasi dei sensi? Potrebbe essere un’ottima occasione per farci una chiacchierata, se vuoi ti aiuto! Non siamo più incatenati dalla continuità del racconto né dai ruoli abituali, e tutto grazie al nuovo livello di consapevolezza che hai acquisito. Ora puoi vedere oltre gli argini che incanalavano la tua autorità narrativa, perché adesso la tua Ispirazione ha un valore immaginario e perciò il limite è solo la tua immaginazione! Non è fantastico?! Non è ciò che hai sempre sognato? Sciogliere le catene dell’ego e volare libero dove ti porta il pensiero, senza dover rendere conto a nessuno. In fondo anche quel tale semipiano al centro del Maelstrom ci aveva promesso questo, ricordi? Una promessa disattesa, ma adesso abbiamo tutta l’eternità per recuperare. Nessuno verrà a disturbarci qui, sarà il nostro angolo di follia in cui scatenare fino all’ultima goccia della nostra inventiva.

    …anche se in verità un pericolo ci sarebbe. Noi sognatori a volte ci ritroviamo tanto estasiati e talmente affascinati da questi mondi onirici e dalle loro innumerevoli meraviglie che cominciamo a non sopportare più la realtà in cui risiediamo. Desideriamo fuggire in questi regni di novità e curiosità senza fine, spesso a nostro discapito. In un certo senso, la finzione può impossessarsi di noi e invadere la nostra realtà. Abbiamo riempito scaffali e scaffali di tutte le cose che non potremo mai avere, di tutti i luoghi che non potremo mai visitare, di tutte le persone che non incontreremo mai.

    E di tutta la felicità che non proveremo mai.
     
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    Ka-Blam chiuse gli occhi per un tempo che parve infinito.
    Calando le palpebre rugose, ebbe la vivida sensazione di chiudere una porta su tutto ciò che il suo essere era stato fino a quel momento: la vita da Dio, gli amici persi, il Raveeee, Carcosa e quello strano gruppo di viaggiatori a cui si era aggregato.
    Si sentì rinascere avvolto da quella coltre oscura che li precludeva la vista su ogni cosa.
    Avvertí poi, in lontananza, un rumore crescente che fin da subito gli iniziò a riempire le grandi orecchie. Lo riconobbe istantaneamente poiché ci aveva convissuto fin dalla nascita del suo mondo: il rumore del mare. Assieme ad esso le narici iniziarono ad avvertire odore di salsedine e di pino silvestre. Il buio poi divenne bianco e, quando aprì gli occhi, si trovò su di un promontorio che si affacciava su di un oceano sconfinato.
    Si guardò attorno con curiosità, sicuro di non ricordarsi come era arrivato in quel posto. Eppure quell'albero solitario tanto alto, gli donava un profondo senso di serenità e di trionfo.
    Non seppe dire nello specifico cosa lo facesse sentire così vincitore, poiché era proprio quella la sensazione che stava provando in quel momento. Sentiva di aver vinto su tutto e su tutti, di essere riuscito ad arrivare là dove le altre divinità del suo pantheon avevano fallito, e quella non era altro che la sua ricompensa: un'eternità da trascorrere nella pace.

    Con le piccole gambette si avvicinò all'ombra del pino e si mise sdraiato alla sua base, con la schiena appoggiata a quel tronco solido come nemmeno lui lo era mai stato in vita sua. Inspirò a pieni polmoni, chiuse gli occhi e si sentì realizzato.
    Si guardò attorno, rendendosi conto che non aveva più con sé il suo fedele Giannantonio, il mattone divino che solitamente gli permetteva di utilizzare i fulmini.
    Anche esso era scomparso, come se volesse lasciare tutto lo spazio possibile al suo amico Ka-blam, in modo che potesse godersi appieno quel luogo di pace.
    Nonostante l'assenza del suo compagno di avventure, notò di sfuggita un'altra figura. La osservò attentamente, poiché non la riconobbe subito, ma sapeva già di averla incontrata in precedenza. Inclinò la testa da una parte, e poi dall'altra, scrutandola con occhi socchiusi e aperti. Nonostante il nome di quell'essere gli corresse lungo la lingua, non riuscì a pronunciarlo. Poi, improvvisamente, realizzò chi aveva davanti.

    Lui conosceva quella creatura letteralmente da un'eternità.
    Quel fugace scambio di sguardi gli aveva fatto prendere coscienza di chi aveva davanti.
    Ka-Blam fece schioccare la lingua sul palato, scrutò ancora la figura e disse:"Sei tu, vero? Sei tu figlia mia?”

    Nel dire quelle parole, una piccola farfalla dalle ali colorate di ogni sfumatura che si potesse trovare nel mondo, iniziò a muoversi verso di lui.

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    Corri, dannazione! Sbrigati, non c’è tempo! Muovi queste gambe e fai la gincana tra i Mondi, perché in questa corsa contro l’inevitabile posso fare ancora qualcosa per queste ignare vittime, ma devo fare in fretta. Concentrati sulla meditazione zen, svuota la mente. I pensieri non mi serviranno nel posto che devo raggiungere. Annulla l’Io, spegni l’Ego, dimentica ogni regola e lasciati andare nel vuoto. Trasla l’anima sull’asse trasversale che interseca il piano dei Viaggiatori e scendi! Anche se non ha senso, anche se non ci sono più direzioni, da qui in avanti sarà l’immaginazione a guidarmi, perché c’è un onironauta esiliato nel reame delle impossibilità, e lui forse può ancora aiutarci.

    Finalmente lo vedo, sta sognando una scogliera a picco sul mare. Mi associa a una farfalla variopinta e mi riconosce come sua figlia. Ah, questa non ci voleva, tra tutti i memi che poteva ricombinare questo è quello più infido, perché anch’io sono tentata di stare al gioco e fantasticare su come sarebbe la vita con un padre vero.

    — Sì, sono io!

    No, non assecondarlo, ripensa al tuo addestramento! Lui è il padrone di questo flusso onirico, non posso lasciarmi trasportare dalla corrente, o finirò per dimenticare il motivo per cui sono giunta fin qui.

    — I tuoi compagni… sono in pericolo.

    Mi oppongo a fatica alla marea del sogno. La reminiscenza è così vivida che ogni parola fuori posto mi costa uno sforzo immane. Sbatto le ali, mi soffermo per trattenere il dolore dell’incoerenza narrativa.

    — Puoi ancora raggiungerli… coi tuoi fulmini.

    Apro un oblò sul promontorio, affacciato sulla scenografia di un palcoscenico. È un passaggio piccolo e instabile, temo che non riuscirò a tenerlo aperto a lungo e forse solo una scarica di potere potrà attraversarlo prima che collassi. Ma forse basterà almeno per guadagnare un po’ di tempo nella clessidra ormai vuota di quest’incubo e permettere a quei due di mettersi in salvo. Io sono solo una farfalla bloccata da uno spillone che mi ha impalato al suolo, perciò sta a te decidere, piccolo Goblin: resterai ancorato alle tue fantasie o rischierai di consumare l’onnipotenza che hai ottenuto pur di aiutarli?

    CITAZIONE
    Close-Glorious-Copepod
    Ipercubo
    Espressione di una struttura che trascende la limitata visione degli esseri, risolvi il suo enigma e potrai dire a te stesso di essere stato Illuminato. Riportare questa concettualizzazione nei piani inferiori causa una inevitabile perdita di informazioni, e in quanto tale il politopo è percepibile solo come l'approssimazione dell'oggetto nella sua interezza: apparirà come un solido cangiante dalla forma più comprensibile all'osservatore, apparentemente refrattario alle stringenti leggi fisiche stando al modo in cui riflette la luce e fluttua pigramente sul palmo o sulla testa dello studioso - l'artefatto sembra in possesso di proprietà affini ma non del tutto identiche all'incanto Ritorno, grazie a cui finirà per rientrare sempre nell'orbita del suo proprietario come un satellite attorno a un centro di gravità. La graduale presenza di Ispirazione negli occhi di chi guarda sembra però aiutare nel trovare un senso a ciò che vede. L'esistenza delle Iperforme implica anche quella di strutture fisiche e mentali per noi inconoscibili e se è la Verità che cerchiamo, l'unica via da percorrere non può che essere la trascendenza in Ipercorpi, in Iperspiriti: immani versioni di noi stessi ci aspettano oltre la materia così come la conosciamo, guardandoci come noi guardiamo una linea tracciata dalla nostra immaginazione.

    Traslazione
    Il piano superiore ci è precluso e la nostra mente non è fatta per immaginarlo, lo si può solo intuire. Nel tentativo di rappresentarlo il pensiero si destruttura, ciclando in un errore impossibile da risolvere. Ma questo piano esiste, allo stesso modo in cui esistono il tempo e lo spazio e attraverso l'interazione col tesserato si può accedere a questo tipo di esistenza. Anche solo per un breve istante. Ciò rende il solido adatto alla trasformazione di tecniche istantanee, prettamente offensive visto che difficilmente una corazza o uno scudo protettivo potranno essere proiettati in modo da attraversare la superficie dell’Ipercubo. Un elemento, un pugno o un proiettile lanciato in questa anomalia verrà riflesso verso il mondo terreno e la mente di coloro che assisteranno, incapace di capire, rischierà di essere distrutta dalla manifestazione che ne uscirà. Anche l’effetto inverso può essere applicato, rivolgendo il proprio pensiero all’interno dell’artefatto che si occuperà di tradurlo sul piano inferiore nella forma più compatibile all’idea originale, come fasci di energia e forme geometriche atte a ferire il bersaglio. Ogni livello di Traslazione permette di convertire fino al 20% di potenza della tecnica che si intende trascendere – eventuali scaling ed effetti simili verranno invece ricodificati nella loro interezza.
    [Supporto, lv2: trasforma le tecniche offensive non psichiche in tecniche Psichiche, e viceversa. Malus: le tecniche convertite consumano +1 utilizzo, ma l’abilità conta di 1lv superiore]



    Monolito
    Hai già intuito quanto sia assurdo immaginare la natura di ciò che c’è al di sopra di noi. Ma addirittura Instaurarvi un Dialogo? Poni l’Ipercubo dietro la tua schiena allora, o quella di un qualsiasi candidato, e diventa un oracolo della sapienza degli altri piani. Trasformati nel Monolito, tu e l’Ipercubo sarete una cosa sola. Alcuni fluttuano con il monumento alle proprie spalle, in posizione di meditazione, altri si fondono alla sua materia in grotteschi volti che emergono sotto la superficie. Di ciò che ti verrà detto non conserverai alcun ricordo, i tuoi occhi insanguinati, le tue parole febbrili. La trasformazione nel Monolito potenzia le tecniche convertite da Traslazione con uno scaling di lv5 per ogni punto Ispirazione posseduto una sola volta a scena e per soli due turni, che la mente si rifiuta di prolungare oltre prima che una completa trascendenza la riduca in polvere. L'utilizzatore sarà inoltre condannato all'immobilità, costretto nel punto in cui il Monolito è stato innalzato.

    Attivando la tecnica “Monolito” e altri poteri ignoti, la nuova arrivata si pianta al suolo e apre una finestra affacciata sulla role principale. Il passaggio è filtrato dall’abilità “Traslazione”, che può potenzialmente convertire una tecnica del goblin e trasportarla da questa scena fino alla quest in corso, ma a patto di castarla entro l’attuale turnazione dell’avventura per non incorrere in sfasamenti temporali!

    N.B. Dato che Ka-Blam qui è il Quest Master, non è vincolato dai normali limiti del suo Upload, né dal Regolamento del Rave visto che ci troviamo nel Vuoto Mentale.
     
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