.selettore { font-family: 'VCR OSD Mono', sans-serif }

Tools of Steel

Ginny Deathface versus Lancelot Inkheart

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    0-1
    Posts
    1,037

    Status
    OFFLINE
    Quando era Molly a cercare di spiegarglielo, Ginny non aveva mai capito. Si voltava verso di lei dubbiosa, credendola ammattita dal sole del deserto, al suo fianco un Coyote che pur dando ragione al Corvo non aveva mai imparato a vivere con la sua stessa leggerezza, e per di più odiava essere costretto a ricordare i propri fallimenti.
    La lezione semplice, le parole per cui vivere poche: nessun problema viene risolto, o reso più semplice, dall'atto del prenderlo sul serio. Un sorriso sottratto, una risata soffocata prima ancora di poter nascere, non ha mai reso più sopportabile il peso del mondo ne alleggerito le spalle di chi doveva portarlo.
    Da Lancelot si sarebbe aspettata molto, e parte di ciò l'aveva ottenuto. Parole ovvie, non per questo meno preziose, l'avrebbe ringraziato per averle comunque pronunciate. Non avrebbe creduto, però, che persino in fronte ad una confessione come quella che gli aveva offerto egli avrebbe scelto una sciocchezza tra tutto ciò che avrebbe potuto rivolgerle.
    Fosse stata un'altra, avesse scordato come s'erano incontrati e quale atto l'avesse spinta a vedere in lui qualcosa in più di un mortale uguale a tanti altri, Ginny l'avrebbe punito per averci provato. Non fu la sconfitta subita a fermarla, ne il rispetto per la forza delle braccia di quell'uomo ad impedirle di infierire su uno spirito che lo sapeva, era molto più fragile di quanto non gli sarebbe piaciuto apparire.
    A spingerla a sorridere, ed a rispondere a tono, piuttosto la consapevolezza di quanto uno spirito dovesse essere saldo per decidere di ridere in faccia alla Morte e farlo non per se, ma per chi davvero avrebbe dovuto affrontarla.
    Più probabilmente perché l'ho sempre considerato uno sciocco.
    Ginny era stata molte cose, dolce però mai. Eppure in quel momento qualcosa nei suoi lineamenti si ammorbidì, e muscoli d'espressione che da troppo tempo erano contratti riuscirono per la prima volta a rilassarsi, permettendole di abbandonare la posa precaria in cui era stata costretta e sedersi a terra, ora che almeno parte del suo corpo era stato ricostruito dalla fata con cui Lancelot aveva cercato di fare ammenda alla violenza bruta con cui l'aveva demolita.
    Ma non lo è.
    Guardò Molly, per la prima volta da quando era stata spezzata, si domandò se Annie l'avrebbe aiutata a recuperare la parte della lama che nell'ultimo colpo era andata distrutta o se piuttosto avrebbe dovuto trovare nuovo acciaio, per sostituire quello vecchio.
    Che l'arma che suo padre le aveva donato avesse dovuto morire, così che lei ne ricordasse il volto, le sembrava appropriato. In ogni mondo i mortali erigevano altari in suo nome, e su essi officiavano sacrifici. Sangue e carne non erano mai davvero bastati, perché la Morte ne poteva avere in quantità.
    E non lo sei nemmeno tu.
    Un libro incantato, e colui a cui faceva da cuore, forse sarebbero stati un pegno migliore. Uno da cui Ginny non era disposta a separarsi però, e che avrebbe obbligato a non assumersi un tale rischio se avesse avuto il sentore di poterne essere seguita verso i confini del mondo a cui avrebbe dovuto giungere per confrontarsi per un'ultima volta con colui che le aveva dato vita, e morte, e la strana esistenza nel mezzo di quei due fuochi da cui fin da troppo tempo godeva.
    Hai ragione, Lance. Non ce n'era bisogno.
    Cercò di renderlo ancora più chiaro con quella frase, pessima nel comunicare come era sempre stata, perché crescere in una grotta e poi vagare nel deserto seccano le labbra di una donna, rendendole inadatte tanto ai baci quanto ai consigli.
    Eppure, non sarebbe stata ingrata. Non con chi aveva dedicato a lei il proprio sangue, il proprio tempo, ed il proprio onore. Non aveva dubbi che Lancelot sarebbe corso in suo soccorso se avesse pensato di poter essere per lei, la differenza tra una vittoria e un fallimento. Per questo, l'avrebbe azzoppato piuttosto che permettergli un simile sciocco rischio. E sempre per questo l'avrebbe ringraziato, su quella spiaggia ed altrove. Più di quanto vane parole avrebbero mai potuto fare, perché in lei avrebbe potuto trovare più di una compagna d'arme e più di una compagna di sventure.
    In lei, Lancelot avrebbe potuto trovare un'amica.
    Ma grazie per esserti comunque offerto.
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    31,402
    Location
    dalla stella che brilla di meno...un BUCO NERO O_O

    Status
    ONLINE
    Sorride, quando l'altra da seguito al suo pietoso tentativo d'umorismo. Lo fa più sinceramente quando si corregge, quando dice il vero anziché infierire, perché non ha dubbi riguardo il fatto che Ginny intenda sinceramente il complimento che gli rivolge e per questo abbassa lo sguardo un istante, le guance ingrigite da un imbarazzo che pochi altri avrebbero saputo risvegliare.
    Dei suoi ringraziamenti non ha davvero bisogno, per quanto gradisca che per una volta le sue intenzioni siano state riconosciute ed apprezzate. Per un attimo l'impatto di verità tanto genuine riesce a stordirlo, a scombussolare le sue orecchie ben più addestrate all'ironia di cui è solito ingozzarle pur di non dar voce a ciò che di lui il mondo gli ha già fatto capire più volte esser pedante al limite dell'insopportabile.
    Si gode il vento allora, il rumore delle onde ed il leggero fruscio della piattaforma che sotto di loro continua a sbriciolarsi lentamente, aiutata nel suo centenario crollo dalla devastazione che v'han portato. Per un attimo pensa quasi di volersi tuffare, spogliandosi dell'armatura così da poter andare alla ricerca del frammento di Lama che Metallo è riuscito a strappare a Molly, vagando in quei trasparenti abissi nella direzione in cui gli è parso di cogliere la scintilla più grande tra le molte che han graffiato quella spiaggia...
    Non intendo insistere a riguardo.
    Ma poi la voce sorge da sola, e per quanto conoscesse già la risposta che Ginny gli ha fornito tramite il proprio silenzio il Cavaliere proprio non riesce a non mettere in chiaro quanto apprezzerebbe poter intervenire. Davvero non vorrebbe essere costretto a dirlo, davvero si morderà la lingua piuttosto che dar fiato a nuove questioni a riguardo dopo la sola che si da il diritto di pronunciare, l'unica che sottolinea perché l'ovvio tanto spesso fugge a chi gli occhi li ha offuscati dall'emozione.
    Ma sai che non avrei bisogno della tua protezione, vero?
    Capisce il sentimento, tante volte ne è stato vittima lui stesso. Ancora non riesce ad andare all'avventura con la splendida stella che ha la fortuna d'avere a fianco proprio perché incapace di vederla come altro che una donzella da difendere ed intuisce quanto agli occhi di Ginny la sua stazza non lo renda poi così diverso da qualsiasi altro dei mortali che al suo cospetto non sono altro che bambini; non è a quella che dunque accenna nello scrutarla da capo a piedi, mentre nuovamente le labbra si piegano in un ghigno diverso da quello che vorrebbe riuscire a mantener nei suoi confronti.
    Insomma...beh.
    Vorrebbe essere più saggio, gli piacerebbe aver qualcosa di meglio da dirle. Ma con quale arroganza potrebbe mai credere di svelarle qualcosa a cui lei stessa non abbia già pensato, pronunciar una combinazione di parole che nessuno le abbia mai rivolto? Nemmeno vuole pensarci a quanto vecchia sia davvero, rischierebbe le vertigini o il volersi imporre sulla sua decisione d'andare a combattere da sola in virtù d'una veneranda età ben poco adatta a furibonde lotte. Nemmeno saprebbe contare il numero di strade che i suoi passi avevano già incrociato, ne probabilmente quello delle vite che le sue armi e le sue mani e il suo respiro hanno nel tempo spezzato ed estinto e condotto innanzi allo stesso padre di cui gli ha appena confessato d'aver da temere.
    Si sottovaluta, è sempre stato molto bravo a farlo. Perché il fallimento è meno amaro se già anticipato dalle parole e perché in fondo un successo in quella giornata l'ha già ottenuto, per quanto macchiato da desideri di cui nonostante tutto non riesce proprio ad evitare di vergognarsi. E se chi troppo vuole nulla stringe allora forse meglio accontentarsi, e scherzar di nuovo nonostante Ginny stessa gli stia sussurrando di non farlo e d'aprire il proprio cuore quanto lei sta facendo col suo, no?
    Non aspettarti che non mi vanti di tutto questo.
    Le sue Storie non l'han fermata, c'è voluto il Lupo e questo potrebbe vederlo come una sconfitta. E lo farebbe fosse ancora intento a rifiutarsi di riconoscer tutte loro come parti di se stesso, riflessi ed aspetti di quell'unico Cavaliere che soltanto vestendo panni altrui è riuscito a darsi il permesso di rinascere, quando tutto gli stava dicendo di perire. Chissà che ne penserebbe lei, lo sapesse fuggiasco dal genitore che la fa tremare. Si congratulerebbe, lo rispetterebbe ancor di più? O piuttosto recupererebbe la lama della propria spada solo per puntargliela di nuovo al collo, stavolta convinta a sufficienza da impedirgli di cavarsela e sopravvivere per raccontarlo?
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    0-1
    Posts
    1,037

    Status
    OFFLINE
    Non era uno sciocco, ma gli piaceva indossarne il volto. Allegria ed ironia sono molto diverse, una dolce e l'altra amara, e per quanto Ginny non fosse abile con nessuna delle due sapeva distinguerle l'una dall'altra. Ciò che Lancelot le disse, ed ancora meglio il tono in cui lo fece, le lasciarono intuire quale paura atavica l'esclusione di cui l'aveva messo a parte potesse avere risvegliato nel suo petto...e se in altri momenti avrebbe ritenuto puerile una tale pena, e per questo superfluo consolarla quando ad esserne soggetto era un uomo che non vestiva i panni di un bambino, su quella costa disastrata aveva già deciso di essere per Lancelot ciò che nessuno dei due fino ad allora, aveva avuto il coraggio di essere per l'altro. Aprire il cuore significa schiudere le braccia, e nessuna armatura può deviare un affondo scagliato da chi si è accolto tanto vicino al petto.
    Ma a Ginny di braccio funzionale ne era rimasto solo uno. Fu la sua spalla ad alzarsi, quando volle ammettere ciò che agli occhi era ben più che evidente.
    Alla Morte, nessuno sfugge.
    Lancelot aveva vinto, nessuno gli avrebbe tolto quel gaudio. La mietitrice tantomeno, perché se il Cavaliere non avesse dato tutto riuscendo per questo a sopraffarla lei non avrebbe avuto in cambio del proprio sangue la visione che si era impressa in testa, e di cui avrebbe fatto tesoro fino al giorno in cui il confronto col suo vecchio si fosse trasformato da incubo in realtà.
    Alla Vendetta invece molti.
    Non era il primo a farlo, non era il primo a batterla, i poteri che suo Padre le aveva dato, così come quelli ereditati dalle promesse strappate al mondo dalla Bellezza che era stata sua madre, potevano molto ma non certo tutto. Nell'infinito che era il caos nel quale le esistenze di entrambi si erano mescolate esisteva sempre un pesce più grande, e negarlo non sarebbe mai stato ne coraggioso ne saggio. A Ginny era sempre e solo importato di portare a termine il proprio lavoro, e ciò aveva compiuto finché una notte mesta e solitaria l'aveva spinta a fare l'impensabile, cambiando un sogno così che il passato venisse riscritto...aprendosi a causa della troppa tequila bevuta ad un'invasione da parte di sua sorella, la Grande Alice a cui i roghi erano sempre piaciuti troppo. Era allora che ogni cosa era cambiata. Era allora che di un crimine da cui troppo a lungo era fuggita, Ginny aveva capito di doversi finalmente fare carico...proteggendo l'erede nei cui sogni aveva nascosto ciò che Morte bramava più di ogni cosa, e che solamente una delle sue figlie avrebbe mai potuto rubargli.
    Immagino anche tu abbia perso qualcuno di importante.
    Fu nel pensare a tutto ciò...alla sua famiglia, spezzata e decadente quanto la mente di colui che v'era in capo. A coloro che avrebbe volentieri ucciso e contro cui ciò nonostante non avrebbe mai potuto levare la lama, perché esistono catene che il cuore impone a chi ha amato che nessun acciaio sarà mai capace di tranciare. Che capì cosa dire a Lancelot perché anche lui venisse a capo di ciò che non era riuscita a spiegargli fino a quel momento, perché essendo stata sola e zitta troppo a lungo Ginny aveva imparato a parlare con il vento e col deserto, ma scordato com'è che si dialogava con gli uomini.
    Della storia del Cavaliere non sapeva molto, e si disse che un giorno avrebbe rimediato a tale mancanza. Eppure non v'è uomo che impugni una spada grande come la sua per ragioni diverse da un timore più grande di quello della propria fine, e che al suo fianco egli richiamasse le storie di chi gli aveva lasciato un marchio impresso diceva chiaro alla difesa di cosa un'arma simile era votata.
    Per questo non ebbe dubbi a che egli avrebbe capito. E pose la propria ultima domanda guardandolo negli occhi, perché raramente si era mai sbagliata nel giudicare una persona e la risposta a quel quesito avrebbe avuto la forza di confermare il rispetto che aveva costruito nei suoi confronti, o al contrario distruggerlo completamente.
    Una vittoria sarebbe valsa la sua vita?
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    31,402
    Location
    dalla stella che brilla di meno...un BUCO NERO O_O

    Status
    ONLINE
    La perspicacia riusciva sempre a lasciarlo esterrefatto. Forse perché lui stesso ne mancava, e vanesio come si ritrovava spesso ad essere faticava sempre a considerare altri possessori di qualità che gli sfuggivano. Forse perché quando ad esserlo è qualcuno che parla poco quanto Ginny era solita fare la sorpresa raddoppia, perché chi ciarla addirittura troppo confonde la mancanza di parole con disinteresse?
    Lo stesso fece la capacità della rossa di colpire nel segno, arrivare dritta al punto e conficcar parole in petto come lame a cui era facile giungere ad accarezzare il cuore. Era quello a renderlo una narratrice tanto abile da affabulare persino chi di Storie ci viveva, probabilmente. E sempre quello ciò che gli mozzò per un attimo il respiro, tanto ovvia e forte era la risposta che non pronunciò a quella semplice, bellissima domanda.
    Si chiamava Alice.
    Lo disse senza pensare, lo disse senza voler aggiungere altro perché la perdita di cui parlava aveva poco a che vedere con quelle definitive di cui parlava Ginny e ciò nonostante proprio per questo risultava infinitamente più dolorosa. Avrebbe dovuto vergognarsi per aver pensato qualcosa di simile, ma il Lupo assieme a cui aveva ruggito era ancora abbastanza vicino da impedirgli di punirsi per qualcosa in cui credeva. Vederla in una bara o vederla di spalle, la sua mano stretta in quella di qualcun altro, attorno a loro solo pioggia e le macerie di tutto ciò che assieme avevan costruito...avesse davvero potuto scegliere, fosse stato proprietario della forza necessaria a farlo allora. Davvero voleva convincersi non avrebbe scelto diversamente, macchiandosi così d'un delitto tanto terribile che il solo pensarci gli fece venire il voltastomaco?
    E ok...ho afferrato il punto.
    Tornò al presente, si forzò a farlo, scuotendo appena il capo per togliersi di dosso pensieri che lo sapeva sarebbero di certo tornati a tormentarlo. Non era colpa di Ginny, non più di quanto un ustione sia colpa del sole e non di chi si bagna nei suoi raggi senza proteggersene, eppure dovette respirare a fondo per convincersene ed impedire alla sua natura più ferale di individuare nel primo bersaglio disponibile il vero colpevole della pesantezza che all'improvviso tornò ad arpionargli il cuore: a seguire silenzio, istanti necessari affinché quel boccone riuscisse se non a digerirlo, perlomeno ad ingoiarlo. Poi un nuovo sorriso, perché dopo ciò che era riuscita a confessare Ginny non meritava altro.
    Quando sarà finita.
    Perché in una maniera o nell'altra l'avrebbe fatto, e per quanto la logica fosse chiara riguardo a chi tra le parti in gioco avesse più chance di sopravvivere Lancelot non sarebbe stato un esperto di fiabe non fosse stato più che convinto di come l'impossibile si potesse raggiungere con la giusta volontà, spalle forti ed almeno un'arma in mano.
    E lui non ci sarebbe stato perché Ginny gli si era appena confessata, in una maniera che detta da qualcun altro avrebbe frainteso facilmente ma che pronunciata dalle sue strette e pallide labbra fu chiara quanto la parola arriva ad esserlo. Ma ciò non voleva dire che non le sarebbe stato accanto in spirito, e che non sarebbe stato pronto a cingerla e curarla ed aiutarla a leccarsi le inevitabili ferite quando tutto fosse giunto al proprio termine.
    E certo, che fosse lei a tornare era implausibile e folle da pensare. Ma quando mai Lancelot aveva avuto la pretesa d'esser sano?
    Verrai a raccontarmi com'è che hai vinto?
    Non volle pensare all'alternativa...non volle pensare a ciò che avrebbe fatto allora. Persino il Lupo avrebbe esitato ad assaltare chi portava il nome della fine in persona oppure in nome d'un male tanto grande, reso ancor più amaro dallo scambio appena avvenuto, sarebbe stato il primo a caricare incurante di qualsiasi titolo perché se era l'ordine cosmico delle cose che il padre di Ginny seguiva, che un cane giocasse a morder ossa fino a spezzarle era quanto di più naturale vi fosse?
    Cercò dunque di immaginar l'alternativa...a farlo non era mai stato bravo, eppure si sforzò. Di vedere una Ginny cambiata e vincente tornar da lui, sorridergli come solo raramente faceva, pronta a donargli una nuova leggenda da ricordare...una che avrebbe portato il suo nome, e quello di chiunque l'avesse aiutata a compiere un miracolo. Una di cui il Cavaliere avrebbe fatto tesoro, scritto a fianco a quelle migliori che portava in se...e cercato di raccontare a tutti non tramite la parola ma tramite la spada, perché se anche Ginny aveva perso quel duello, v'era ancora molto che egli sapeva di poter imparare dalla maniera in cui la mietitrice affrontava il mondo.
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    0-1
    Posts
    1,037

    Status
    OFFLINE
    A Ginny mancava, l'ottimismo della gioventù. Mai stata davvero bambina, perché sotto l'ala oscura della Morte era divenuta saggia in fretta...mai stata veramente fanciulla, perché l'animo di chi dialoga solamente con i morti invecchia in fretta. Si era sempre chiesta come Molly ce la facesse, come fosse riuscita a rimanere spensierata come si fingeva dopo ciò che la vita e quanto venuto dopo le avevano riservato...ed anche Jhonny l'aveva invidiata, per quanto i suoi latrati non gli avrebbero mai permesso di ammetterlo.
    Forse centrava qualcosa con il fatto che come corvo, ella sapesse volare. O forse non era la vecchiaia ad inaridire lo spirito quanto piuttosto la rassegnazione che i vecchi assumono di fronte ai propri sogni infranti, ed a quelli che non avevano mai avuto il coraggio di inseguire: Molly non aveva mai mollato, e ciò non aveva mai avuto nulla a che vedere con la sua fortuna.
    Nemmeno Lancelot era un ragazzino, Ginny se ne rese conto quando pronunciò un nome di donna in risposta al suo quesito. Se l'infanzia è il regno ove nessuno muore, anche il Cavaliere ne era stato cacciato alla caduta di colei che lo aveva portato...in altri momenti la Vendetta avrebbe chiesto, perché di racconti ne aveva offerti molti all'uomo innanzi a lei e prima o poi era giusto esigere il proprio scotto.
    Eppure innanzi alla quiete di quell'ampio cimitero, eppure di fronte all'augurio implicito che Lancelot le aveva donato, ella non volle macchiare quegli istanti del dolore che certamente avrebbe accompagnato una vicenda simile. Morte, come ogni divinità, ha il potere che le si dona...e per quanto alcun mortale fosse capace di fuggire in eterno al primo tra i mietitori, Ginny non aveva ragione di fornirle più armi di quelle che già non avesse.
    Avrebbe voluto annuire alla richiesta di Lancelot, andarsene con il cuore più leggero ed un addio dato come si deve. Ma la Vendetta non era mai stata fatta per concludere le cose con un sorriso in volto, e se c'era qualcosa che il Cavaliere s'era meritato grazie a ciò che le aveva concesso quel giorno e tutte le occasioni in cui aveva compiuto l'impossibile pur di camminare al suo fianco era la verità.
    E Ginny aveva visto troppi fuggire da suo padre, maledirlo o affrontarlo per non sapere quale fosse la naturale fine di ognuna di quelle storie...la stessa a cui ogni altra andava incontro, perché il finale che l'uomo non si raccontava mai era l'unico ad essere talmente vero da non avere bisogno di venire ripetuto.
    Molte volte, sola o accompagnata, aveva compiuto l'impensabile. Ma l'impossibile è diverso, e per quanto i mortali tendessero ad abusare tale titolo v'erano imprese che davvero nessuno mai avrebbe potuto compiere. Ricordando il volto di suo padre, Ginny si era preparata a rivederlo e scorgere in lui non ciò che solo lei ed Alice v'avevano potuto vedere, ma l'aspetto con cui egli compariva a chiunque altro...la sua mano non si sarebbe fermata, le sue gambe non avrebbero esitato. E ciò nonostante avrebbe perso, ed il fato tanto suo quanto del mondo sarebbe stato tra le mani di una bambina che aveva tutte le ragioni per odiarla...
    Ed in quella di coloro che avrebbero risposto alla sua chiamata, la stessa che Lancelot aveva accettato di rifiutare. Silente da troppo, i capelli mossi dall'ultima brezza che si sarebbe concessa prima di tornare a marciare nel deserto che tanto a lungo aveva solcato, Ginny si accorse mentre scrutava l'orizzonte di come non vi fosse un'unica risposta degna da dare all'uomo che per lei aveva fatto tanto...non una promessa, ma il suo più piccolo germoglio. Una menzogna dolce, che egli avrebbe saputo intendere come tale...le ultime parole che si sarebbero scambiati, prima che un vento torrido la rapisse lasciando al suo posto null'altro che un mucchio di sabbia.
    Prima o poi, forse, nel Giardino si sarebbero rivisti...ed allora ella avrebbe potuto stringerlo, come le sue braccia le imploravano di fare. Prima di allora, solo il silenzio avrebbe conosciuto le parole che avrebbe voluto dirgli...e ad esso le affidò, pregando che si rivelasse un guardiano migliore di quanto le sue labbra non avrebbero desiderato essere.
    Verrò a dirti di come ci ho provato.



    Se per te è ok, per me sarebbe l'ultimo post! Grazie per la scena, tanto per le botte quanto per tutto ciò che è venuto dopo...mi è stato utile, e soprattutto come al solito è stato molto interessante!
    A chi tocca ora incrociare le lame?
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Administrator
    Posts
    3,957

    Status
    ONLINE
    Ed eccomi anche qui, daje cari, ottimo lavoro, anche se per una volta qualche appunto da fare ce l'ho, ce ci sono state un paio di incomprensioni tecniche: BOIDE, che cazzarola hai fatto coi cosi di Zoe di cui ora mi sfugge il nome! Già detto ai tempi, prima ne espandi il lv, poi diventano un doppio status, e non posso neanche dire "vabbe, cambiato poco", visto quanto abbia fatto la differenza riuscire finalmente a coprirsi con successo dalle psichiche e quando diverso sarebbe stato se non avessi avuto Due status e se i danni psichici fossero stati a norma. Nsomma, attenzion u.u per tua fortuna anche Morte Morterrima ha avuto qualche svista, salve signora, il calcolo sbagliato sul cast grosse è già stato riportato e corretto, ma faccio notare un Quarto cast di Sfregio che temo sia sfuggito, niente di gravissimo ma anche tu Attenzion. Detto questo, con la scusa che avete svistato entrambi, posso non menarvela troppo e assegnarvi comodamente 4300 pr, andate e divertitevi, che ovviamente per quanto riguarda scrittura, narrazione e narrativa siete stati fantastici come al solito
     
    Top
    .
35 replies since 22/8/2023, 13:34   587 views
  Share  
.