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Lost in Random - Twotown

Scena per Lance e Sol

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    O-ok...
    L'urlo di Solaire raggiunse Ys a malapena, costringendola a corrucciare la fronte nel tentativo di tradurlo. Se la città fosse stata caotica ed anarchica come lo diveniva dopo il suono delle campane, sicuramente non sarebbe riuscita a farlo...
    Invece dal basso nient'altro che un mesto silenzio, frammentato di tanto in tanto da lugubri lamenti: il volto severo, austero ed incurvato del Sindaco ben rappresentava l'umore che aleggiava in quelle vie quando era lui a dominarle; davvero Lancelot voleva lasciare a lui l'egemonia, annullando per sempre l'influenza del suo più sregolato, ma sorridente alter ego?
    Ysabelle non sapeva nulla di tutto ciò, l'adrenalina che aveva fatto del suo petto un tamburo bastevole ad occupare completamente ogni possibile pensiero: il suggerimento della stella la convinse nella sua genuina semplicità, e deglutendo cercò di trovare parole adatte a costringere il mondo a darle quanto voleva, che infondo era soltanto...
    V-vento...spira fino a riportarmi a loro?!
    Sentirsi protetta, sentirsi tra loro, parte del gruppo che era partito per liberare un regno ed aveva avuto successo alla sua prima tappa ma stava venendo frammentato dal secondo ostacolo posto sul loro cammino: quando le correnti obbedirono iniziando a trascinarla verso il basso ella ebbe paura, perché laggiù c'era anche quel Lancelot che l'aveva acchiappata e scagliata con tanta forza da avere rischiato di soffocarla con il solo impeto...
    Ma se lei non era la crudele tiranna in cui aveva scoperto di sapersi trasformare, allora nemmeno il Cavaliere era sempre la bestia in forma d'uomo con cui il suo altro aspetto s'era messo a bisticciare, giusto? Eppure le campane avrebbero battuto presto nuovi rintocchi ed i loro ruoli sarebbero cambiati ancora, in una confusione che la mente fragile di Ys faticava enormemente a navigare...
    Desiderò fermarsi per un attimo, fare dietro front o trovare un escamotage arguto per impedire a ciò che avrebbe preso il suo posto di procurarle nuovi guai. Ma prima che potesse sciogliere il nodo da cui si sentiva soffocata, altro avvenne a strapparle la capacità di scegliere...

    Perché il Sindaco non prese bene le parole di Lancelot, ne ciò che tentò di fare.
    Mmmmh...
    Lasciò che i propri documenti venissero sminuzzati quando il mantello del Cavaliere li assalì graffiante, sollevando appena in tempo la propria mano dalla loro superficie per impedire alla piuma che impugnava - e che tra le mani di Ocadnis cambiava forma, tramutandosi nella bacchetta del direttore che dirigeva l'orchestra del disordine - di essere danneggiata. Corrucciò la fronte, scontentato ma affatto disposto ad esibire in altra maniera il proprio spirito. E poi annuì, lo fece tra se e se, prendendo una decisione che presto si sarebbe dimostrata irrevocabile.
    Spiace a me, straniero.
    Ys fu la prima a coglierne il bagliore. Quando la sua penna si posò a mezz'aria, trovandovi resistenza come fosse poggiata su uno dei foglio che erano appena stati ridotti in brandelli. Quando poi iniziò a muoversi agilmente, tracciando a mezz'aria parole in una grafia elegante e spigolosa. La traccia che si lasciava dietro era splendente, illuminata della stessa tinta d'oro di cui avevano brillato i fili tramite cui la Regina aveva comandato i membri del proprio esercito meccanico: la frase che tracciò rimase sospesa li dov'era stata intessuta, ottenuta tramite la condensazione di innumerevoli di quelle fibre a tracciarne le lettere. Diceva tutto ciò che si trova in aria divenga immobile, ed Ys fu la prima a rendersi conto del suo potere perché nell'istante in cui la lesse le sue membra si fecero di ghiaccio: non gelide ma immote, trattenute da una ragnatela fitta ed impalpabile di cui prima non s'era resa conto di essere ricoperta ma che da quell'ordine era stata tesa a sufficienza da appenderla come una mosca alla tela di un ragno...
    Il secondo fu Lancelot, che vide la creatura che aveva richiamato finire esattamente come la dettatrice ben più lontana: la meteora venne trattenuta a suo discapito, il potere che aveva accumulato durante la caduta dissipato da ciò che le si strinse attorno...per un attimo, il Cavaliere avrebbe ricordato la cascata di frange d'oro che aveva potuto osservare nella visione che aveva rubato, e grazie alla quale i soldati della nave si erano animati.
    Quello dopo sarebbe stato però costretto a preoccupazioni più impellenti, perché con un intenso soffio il Sindaco portò la torreggiante piattaforma che Ys la crudele aveva costruito e che i suoi ignari servi stavano scalando, aumentandone l'instabilità, ad inclinarsi ancora di più fino a giungere al crollo: trovandosi improvvisamente a mezz'aria tanto lui quando Solaire finirono vittime della nuova, assoluta legge che il Sindaco aveva forgiato per loro...intrappolati e tesi da quei filamenti di luce che presto vennero intessuti nuovamente, perché il primo cittadino non era soddisfatto della punizione già inflitta.
    Ma in nome della Regina, questo non lo posso permettere.
    Una seconda scritta...una seconda legge. Tracciata da movimenti sapienti, ancora più terribile dopo che tutti i viaggiatori che erano stati tanto audaci da sfidare la sua autorità avevano potuto constatare l'ineluttabilità di ciò che quella penna trascriveva...chiunque indossi un mantello ne venga strangolato, diceva. E subito Gerione stesso scattò verso l'alto, teso come la corda legata al collo di un impiccato. Obbediente perché forzato dalla medesima invisibile, onnipresente ma dorata forza che aveva già costretto chiunque a seguire la prima di quelle frasi...costretto alla ribellione a chi l'aveva sottomesso da una forza che Ysabelle riconobbe senza dubbio come quella del Destino stesso, intessuto da spaghi preziosi ed incanalato da quel talismano di incommensurabile valore.


    La penna del Sindaco è evidentemente un artefatto molto più potente di quanto non si fosse intuito fino ad ora! Se quando è Ocadnis incanala il caos di quella versione di TwoTown, quando è Sindaco può decretarne nuove leggi: è quello che fa in questo turno!
    A seconda della gravità della legge, il Sindaco ha un pool di potenza a cui attingere per imporne: in questo caso, ad esempio, la prima ha una potenza del 200%; mentre quella con cui tenta di impiccare Lance, solo del 100%! Chissà quant'è il massimo di potenza a disposizione di questo suo potere...e se resisterete abbastanza da poterlo scoprire!
     
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    Si ritrovò a mezz'aria, intrappolata come una mosca su una ragnatela, senza averci capito davvero granchè. Impegnata com'era a sgombrare quella torre dai popolani resi aggressivi da Ys, che mannaggia a lei sapeva essere carina, ma anche un sacco poco utile quando si trattava di disfare ciò che la sua stessa voce, aveva combinato...ancora intenta a far sgambetti e spintonare, abbastanza da tenerli impegnati ed a terra ma non a farli cadere, perchè certo avrebbe sempre potuto rappezzarli poi, ma se poteva evitare ossa rotte lo preferiva.
    Ancora convinta a lasciar spazio al suo Cavaliere, fiduciosa che qualsiasi piano avesse in mente potesse risolvere l'incredibile macello in cui s'era ritrovata senza aver ancora avuto un istante per riflettere, per ponderare e per decidere con coscenza, fin da quando l'esercito sulla nave s'era animato ed eran dovuti scappare finendo divisi e dispersi: il cuore in gola ed i battiti a mille, la sensazione di costrizione ed immobilità forzata ad alimentare ossessivamente il panico che la colse per il soffio di caldo ed improvviso vento, e poi la caduta improvvisa, ed infine la prigionia in quella tela brillante che troppo le ricordava la regina che erano riusciti a smascherare ed a respingere; quando il suo sguardo venne attirato dalle scritte dorate che il Sindaco aveva tracciato innanzi a se era già troppo tardi, ed egli stava vergandone di nuove...
    E quelle al contrario le comprese subito, e con fin troppa chiarezza. In quanti dopotutto, indossavano un mantello? In quanti avevano appena fatto i gradassi davanti ad un gigante, dichiarando di non volerne seguir le leggi, solo per finirne costretti?
    Lancelot era li vicino a lei, probabilmente immobile allo stesso modo...e per un attimo non vi fu nulla di più importante. Dimenticò di Ys e del regno per la cui libertà dall'oppressione stavano lottando, delle campane e dei loro sconvolgenti rintocchi, della forza del Cavaliere e di tutto ciò che avrebbe potuto fare per opporsi a quell'ingiusta e drastica condanna: di ogni cosa non fosse l'immagine che la sua mente fabbricò ancor prima del suo compiersi, ovvero l'uomo che amava appeso per il collo da una corda nera e troppo stretta...
    Mmmmmnh!!
    Era immobile, il che comprendeva anche la sua bocca, le labbra serrate per lo sforzo che stava sostenendo prima di ritrovarsi costretta a considerare la possibilità che Lancelot finisse impiccato innanzi ai suoi occhi. Mugugnò un urlo, tentò ancora di divincolarsi senza successo, e la sua mente passò in rassegna ogni opzione con una velocità di cui non aveva mai fatto esperienza prima: liberarsi forse era possibile, bruciare ciò che la stava trattendo tramite la luce che avrebbe potuto evocare in se stessa qualcosa che confidava essere fattibile considerando quanto splendente ogni stella sapesse essere...
    Ma forse non sarebbe bastato, forse non sarebbe stata abbastanza veloce. Allora s'accorse di come i suoi occhi stavano saettando dalle scritte ormai quasi compiute a coloro che avrebbero mandato a morte, e si disse che immobile non lo era davvero del tutto: respirava ancora e fin troppo, il suo cuore batteva, il suo sguardo sapeva muoversi...e se ciò era vero, allora lo sarebbe stato anche per le sue palpebre?
    Non si dette altro tempo, gettandosi in quel piano senza sapere se davvero avrebbe potuto funzionare: battè con forza entrambi gli occhi, o almeno ci provò, così da officiare un doppio occhiolino che nella lingua stellare che aveva forgiato per tradurre la complicità degli astri, significavano due benedizioni. E da ognuno dei suoi zigomi una stellina azzurra sarebbe partita lesta tentando di raggiungere Lancelot e proteggerlo, impedire a qualsiasi cosa di fargli del male avverando ciò che sospettava l'avrebbe tormentata ancora a lungo: che RanDom cadesse, che la sua sovrana regnasse per sempre, che Ys rinunciasse alla sua ricerca e tornasse a casa sconfitta. Qualsiasi cosa, qualsiasi prezzo, purchè il suo Lancelot tornasse tutto intero e fosse sempre salvo, e sempre al sicuro, da tutti i mali contro cui era troppo ostinato a continuare a gettarsi.



    STARBLINK

    Un occhiolino è un simpatico segno di amicizia e di complicità, suggella amicizie e sublima frasi non dette, tra coloro che davvero si intendono. Essere amico di una stella è un vantaggio più unico che raro, e trasforma anche gesti così semplici, in qualcosa di magico e speciale: a Sol basterà strizzare l'occhio a chi ritiene proprio alleato o compagno, perchè una piccola stellina, a cinque punte e luminosa, prenda vita e si diriga verso costui, portando in dono bonus e vantaggi, diversi a seconda, del colore del piccolo astro.
    Azzurro - la stellina blu indicherà la protezione di Solaire, garantendo la sicurezza di chi lo riceverà, sottoforma d'una barriera del medesimo colore. S'attiverà al primo attacco rivolto al favorito, opponendogli una difesa del 100%. Se non consumata, la protezione s'esaurisce dopo tre turni. Può essere utilizzato solamente attraverso una Babystar.
    Utilizzi: 3 2.



    Nel caso almeno le palpebre fosse libera di muoverle, Sol casta un doppio Starblink azzurro su Lance. Si, uno sarebbe bastato, ma la frenesia del momento la spinge a non farsi domande e partire a mille per difenderlo.
     
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    dalla stella che brilla di meno...un BUCO NERO O_O

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    All'inizio ad Alice piacevano un sacco. Se n'era stufata, poi, come aveva fatto tanto di lui quanto del sogno che assieme s'erano azzardati a forgiare. Quante volte gliel'aveva detto di smetterla di provarci? Quante volte aveva fatto si che gli eventi le dessero ragione, facendogli guadagnare per il crimine d'averle pronunciate unicamente colossali, disastrose figuracce?
    Eppure lui ancora insisteva con le sue stupide, pacchiane frasi ad effetto. Alice non c'era più, non era più li a volgergli il mondo contro per averci provato una volta ancora. E ciò nonostante il risultato era lo stesso ed all'ennesimo tentativo il prezzo da pagare rischiò di risultare esageratamente alto: il soffio del Sindaco, le scritte che la sua penna vergava traendo potere dalla trama che il Cavaliere aveva visto piovere come una cascata d'oro su tutto quanto quel regno...accadde tutto assieme, tutto troppo rapido per chi con un beota ghigno in volto era ormai certo d'aver fregato quel Destino che travestito da Caso sembrava volerli tutti alla gogna: prima sbilanciato, poi bloccato a mezz'aria ed infine minacciato dalla condanna che parole brillanti decretarono per lui...stava agendo, sfogliando febbrilmente il catalogo di leggende e pessime storie di cui il suo cuore era ricolmo nel tentativo di trovar un nuovo coniglio da estrarre dal cilindro per salvarsi la pellaccia quando un familiare tepore lo avvolse, mantenendo larghe al posto suo le falde del mantello che altrimenti sarebbe divenuto cappio; Solaire era intervenuta, ovviamente, Solaire l'aveva salvato per l'ennesima volta e fortuna volle che anziché gongolare o sciogliersi innanzi a quell'atto d'amore Lancelot venne sospinto da un possente ringhio di ciò che in lui s'era ritirato ma non sopito a concentrarsi su chi in un inaspettato volger degli eventi s'era dimostrato un avversario ben più temibile di quanto persino il suo doppio avesse preventivato: quel Sindaco che aveva appena provato a ucciderlo, quel gigante il cui potere non risiedeva nella stazza ma in ciò che la sua penna sapeva scrivere...
    Doveva agire svelto, doveva giunger più vicino al proprio scopo prima che i rintocchi suonassero di nuovo. Ma non v'era modo di farlo ora che il guardiano di quelle torri s'era rivelato per ciò che era realmente, per questo volse a lui ogni propria attenzione e le fatiche che si costrinse a compiere tramutato in statua ma non per questo inerme ai suoi soprusi: due idee, due esperimenti, due modi per fermarlo a cui se ne aggiunse un terzo perché Gerione lo odiava ma detestava ancor di più chiunque tentasse d'imporgli la propria volontà senza neppure essersela guadagnata uccidendolo e scuoiandolo. Lancelot tentò ed il suo mantello fece lo stesso perché l'escalation era stata rapida e se per miracolo era sopravvissuto a colui che aveva scagliato il primo, vero e letale colpo di quel conflitto non aveva intenzione d'aspettarne altri per testare ulteriormente la propria fortuna: anche lui sapeva scrivere, anche lui sapeva cambiare il mondo grazie alla magia da cui era nato. L'arte del suo inchiostro troppo arcana per mani e testa troppo abituate a risolver i problemi con una spada in mano ma non per questo meno efficiente di Metallo nel sgominar le molte minacce che un Cavaliere si trovava ad affrontare durante le proprie cerche, per questo reso immobile dal sortilegio vi si affidò per tentar di liberarsene ed impedir che ne venissero intessuti altri: un'ampia goccia dell'inchiostro che scorreva nelle sue vene come sangue lo abbandonò, sgorgando dal suo petto nella foggia delle fauci di quel Lupo che l'aveva spinto a rimanere concentrato e dirigendosi con voracità e rabbia verso le lettere dorate che avevano bloccato tutti loro in cielo. L'idea quelle di azzannarle, di sbranarle e così scoprire se ciò che il Sindaco aveva decretato fosse eterno o al contrario opponibile: la lunga piuma con cui aveva trascritto tali leggi restava un problema e per questo fu il bersaglio a cui rivolse il proprio secondo assalto, sforzandosi affinché l'abisso nero che ospitava nell'animo s'estendesse anche al di fuori così da mutar qualsiasi materia sul percorso di tale onda in inchiostro che gli avrebbe obbedito.
    E nel frattempo Gerione, se gli fosse stato concesso perché a detta sua non si trovava a mezz'aria ma sulle spalle d'un uomo, e per chi come lui aveva passato secoli ad imbrogliar mortali e lasciarli a strozzarsi nelle trame dei propri sinistri piani una sottigliezza simile faceva tutta la differenza del mondo; provò ad allungarsi ed inerpicarsi verso il collo del Sindaco per stringervisi attorno, così che Lancelot non fosse più l'unico ad indossarlo e per questo esser passibile della condanna che in cielo stava ancora scritta: impiccato per suo stesso ordine, l'ironia sarebbe stata tanto deliziosa da saziarlo per molte lune.
    Ed in tutto questo una belva ruggiva, ed in tutto questo gli occhi di Lance corsero ai campanili. Che troppo presto avrebbero suonato ancora, liberando ciò cui s'era detto poco prima di non potersi più fidare...ma a cui senza scelta avrebbe dovuto cedere le proprie membra, nella speranza che una promessa fosse vincolante anche per chi delle leggi degli uomini ci si puliva il sangue dagli artigli.



    Blackdrop | Solo una goccia. D'inchiostro per dar inizio ad una storia, di sangue per porvi fine. La vera arma del Cavaliere non sono spade e lance ma ciò con cui gli da forma, il liquido nero che per primo è emerso dalla prigione di carta cui è fuggito lasciandone solo pagine bianche e fornendogli la sostanza per creare il pallido corpo con cui solca i mondi. La Goccia Nera è una delle manifestazioni più pure e semplici di questo potere, permette a Lance di scagliare la sagoma d'una delle Storie che porta nel cuore in forma di spettro traslucido fatto d'inchiostro affinché investa ed abbatta i suoi nemici, fendendoli o schiacciandoli o azzannandoli a seconda della forma scelta. Proprio perché così legata alle sue evocazioni potrà essere utilizzata solo se almeno una di esse è in campo, e sempre per questo se indirizzata ad esse anziché ad un avversario avrà invece potere curativo, andando a risanarne le carni fino ad un 50% di danno. [IH]

    Deepdive | Parte della gabbia in cui Lancelot è nato lo segue e lo farà sempre. Si manifesta nel suo aspetto monocromatico quanto nella sua psiche incapace di veri cambiamenti, e se è così terribile perché non trasformarla in un'arma? Al Cavaliere basta un gesto per sottrarre ai dieci metri che lo fronteggiano ogni colore. Un tuffo forzato nel regno che gli ha dato i natali per chiunque ne venga investito, solo chi vive sarà immune alla maledizione ma non per questo salvo dai suoi effetti collaterali perché in un racconto ogni cosa è fatta d'inchiostro e per questo, tutto ciò a cui la tinta è stata sottratta sarà manipolabile tramite l'abilità Inkheart. Equipaggiamenti, protezioni e l'ambiente stesso manterranno ogni loro capacità ma diverranno succubi alla volontà dell'Arto, capace per i tre turni di durata di questa tecnica di mutarne forma e composizione così com'è capace di farlo col sangue nero che scorre nelle sue vene, donandogli l'imitazione d'una vita libera dai ceppi in cui è nato. [IH]



    ALLO', grazie a Sol per il pronto salvataggio (ed a Death per aver confermato che funziona), andiamo con ordine:

    - Raks rimane bloccato stile bella statuina e nient'altro.
    - Gerione tenta di allungarsi verso il collo del Sindaco ed avvolgervisi, così che lo stia indossando anche lui (sempre che si possa davvero muovere!)
    - Lance tenta due cose: prima di tutto, con Deepdive tenta di investire la penna del Sindaco così da assumerne il controllo. Come seconda cosa, lancia un Blackdrop a forma di Lupo contro la scritta che vuole tutto ciò che è in aria immobile!
     
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