.selettore { font-family: 'VCR OSD Mono', sans-serif }

Pelle di mille bestie

Scena per Lance

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    0-1
    Posts
    1,037

    Status
    ONLINE
    NOOOOO! NON TI PERMETTERE!!
    Giunge come un boato, il grido di un padre che vede la figlia minacciata. Raddrizza le sue pietrose spalle piegate dal cordoglio, risuona con il fischio di un uragano, eppure è lesto a quietarsi in un gorgoglio più viscerale ed umido.
    V-voi, tu...non potete...non potete portarmela via...
    La sofferenza che Alice gli ha artificialmente imposto si ritrae, ritirandosi come la mareggiata all'alba. Forse è questo ad impedirgli di cedere a nuova rabbia, di compiere per l'ennesima volta la scelta sbagliata, perché per quanto dura possa essere la scorza che i secoli hanno eretto attorno al suo cuore neppure l'ostinazione più marmorea può soprassedere ad un dolore come quello che lo squarcia, nonostante non abbia più un petto da sentire duolere.
    Una salvezza mai creduta tale, un'idea mai partorita prima, possono fare miracoli per l'uomo che ha convinto se stesso di non essere meritevole di perdono. Forse Lucianus non smette nemmeno in quegli attimi di essere egoista, di pensare a se stesso, anziché alla fanciulla che le sue mire hanno rovinato. Ma ciò che a Ginny e Lancelot serve è il pentimento, a prescindere dalle ragioni che lo conducono sulle labbra di chi finalmente è pronto a pronunciare le uniche parole davvero magiche. Perché di ogni incanto mai officiato, quello del proprio miglioramento è sempre stato l'unico autentico.
    Io...
    Respira a fondo, aria gelida spira nelle sue viscere, attraversa fischiando le feritoie che si drizzano ora che non c'è più la sottile pioggia di Alice ad insidiarle, intuendo la solennità di quel momento.
    Io c-chiedo...
    Persino nel petto di Ginny qualcosa palpita, spingendola per la prima volta da tempo ad avvertire un calore diverso da quello del sangue di chi dalla sua spada viene mietuto. Che un padre possa chiedere perdono alla figlia che la sua pazzia ha distrutto è un miracolo in cui non ha mai creduto, perché la Speranza riempie le fosse più di quanto lo faccia ogni crudele nefandezza.
    I-io imploro perdo...?!
    Ma poi, quando Lucianus lo sta per fare. Quando finalmente è pronto, ed i cavi scarlatti che legano le pelli di bestia sul corpo della disperata Ronces brillano, ardendo di luce cremisi innanzi alla forbice che sta per calare su di loro.
    L'intero palazzo trema, forte come non l'ha mai fatto prima. La terra stessa viene sconquassata e la collina vibra, riempiendosi di crepe, così come accade alle mura nelle quali Lancelot e Ginny si sono per la seconda volta intrufolati: la voce che tuona impietosa e roboante la conoscono, eppure sembra quasi coprire quella di Lucianus. Nonostante sia la sua, colma di una furia senza eguali.
    LURIDE SGALDRINE! MENTECATTI, ASSASSINI! LADRI, RAPITORI! CE L'HANNO TOLTA, RUBATA!!
    I mattoni vibrano, il terreno ondeggia, l'intera fortezza si ribella a se stessa e prima che Ginny possa portare a compimento la propria minaccia tali tremori la spingono a terra, dove le è più facile vedere l'onda di vorace roccia che sta sollevandosi dalla base di una delle pareti: si avvicina rapida, pronta ad investire qualsiasi invasore, maciullandolo e tumulandolo nella stessa tomba dove molti altri inquieti spiriti sono costretti ad un indegno riposo...
    A proteggerla, ad erigersi in un solo istante attorno a Ronces, una parete solida quanto può esserlo l'amore di un genitore. Un semicerchio di mattoni grigi e solidi che si oppone all'ondata incidente, annullandosi con essa in una polverosa pioggia di macerie: Lucianus urla ancora, eppure il suo tono è differente. E Ginny capisce, nel momento in cui due diversi volti si manifestano sui muri del palazzo, identici a quello che lei e Lancelot hanno già visto durante il primo incontro con quell'immobile mostruosità. Quanto a fondo il dolore di Lucianus abbia scavato nel suo animo, giungendo a separare la coscienza senile che comanda il corpo che la maledizione gli ha guadagnato.
    FEEERMOOOOO!!
    Si guardano in cagnesco, digrignano i denti che sono pietre, gli occhi di uno pazzi di furia e quelli dell'altro ancora bagnati dal muschio che sono state le sue lacrime. Ginny mormora, prima che la terra tremi ancora. Ed essi si avventino l'uno contro l'altro, torcendo le proprie stesse budella nel tentativo di strozzarsi a vicenda.
    La sua volontà...è spezzata, quanto lo è il suo cuore...
    SI ACCOPPIANO CON LE BESTIE...GUARDALI! LE HANNO CONDOTTE FINO AL NOSTRO PALAZZO! A MORTE! A MOOORTEEE!
    Tremano la terra, le ossa ed anche il cielo. Trema tutto il mondo, per chi da un secolo non vive che nella roccia che si rivolge contro, una volontà spezzata dal dolore e dalla rabbia ed in lotta con se stessa e che in tale conflitto rischia di coinvolgere i suoi spettatori, perché non v'è salvezza per coloro che ne hanno invaso lo stomaco se non quella che uno dei due muri si sforza di fornire loro: onde di roccia si muovono come squali sotterranei, si azzuffano ed azzannano l'una con l'altra, le due facce di Lucianus gridano fino a farsi assordanti ed in tutto questo Ronces non può che piangere ancora, unica vittima di una pioggia che non ha mai smesso di bagnarla.
    E' a lei che gli attacchi più crudeli puntano, lei che ciò che di Lucianus non intende lasciare andare il giuramento d'odio fatto ad un Mago vuole morta, schiacciata, distrutta.
    Lei a cui Ginny pensa quando grida al Cavaliere che ha tentato il proprio meglio ciò che ad entrambi resta da fare, perché la lotta che Lucianus intraprende con se stesso decreterà la riuscita o il fallimento del piano che egli ha ordito, ma nessuna salvezza sarà possibile se Ronces finirà per esserne una vittima collaterale: devono andarsene, prima che che venga sepolta. Prima che il dolore che Lancelot le ha imposto per ammansirla si trasformi nella sua tomba, e di tutto ciò che insieme hanno fatto si perdano tanto lo scopo, quanto il senso.
    Dobbiamo...DOBBIAMO ANDARCENE DA QUI!
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    31,403
    Location
    dalla stella che brilla di meno...un BUCO NERO O_O

    Status
    OFFLINE
    Che le cose potessero davvero andare bene. Che la situazione potesse volgersi al meglio, che Lucianus potesse davvero concedere a sua figlia le chiavi dell'ignobile gabbia in cui tanto tempo prima l'aveva crudelmente rinchiusa...Lancelot ci spera per un attimo. Sciocco come è nato per essere, ingenuo come non dovrebbe più permettersi, dopo tutto ciò che di ingiusto ha vissuto e l'ha ferito.
    Per questo quando la terra trema, per questo quando un urlo interrompe la confessione dell'uomo-pietra, e tutto ciò che di marcio è mai vissuto in lui si manifesta come una seconda orribile presenza. Per questo quando la speranza di poter davvero prevalere senza combattere, ottener giustizia senza doversela guadagnare in punta di spada viene sgretolata dai terremoti che rendono concreto il tumulto di Lucianus il cuore del Cavaliere sanguina, ferito più a fondo di quanto non avrebbe potuto giungere un più categorico rifiuto.
    Vai, Ginny.
    Per questo quando la Vendetta gli si rivolge, quando gli consiglia d'allontanarsi per aver salva la vita, lasciando l'antico re a massacrarsi da solo schiacciato tra il desiderio d'essere migliore e quello di non ammettere nessuno dei suoi peccati. Trova in lui non un uomo distrutto, non occhi colmi di lacrime e rimpianto. Ma un Lupo in forma umana che ghigna quanto la bestia nera al suo fianco, esaltato dall'idea d'aver finalmente un'ottima scusa per lasciarsi andare.
    Portala via da qui.
    Ginny e Ronces devono andar via, questo è sicuro. Si preoccuperebbe per la rossa che l'ha condotto in quella triste foresta credesse d'aver bisogno di farlo, la considerasse una fanciulla come tante altre e non un'emissario della morte stessa travestito da persona. Perché la bambina bionda che fino a quel momento l'ha strozzato, colei che ha pianto innumerevoli e gelide lacrime garantendo la tregua che ha tenuto fino a pochi istanti prima, si scioglie e svanisce in una pozza salata quando il Cavaliere da cui ricordi è sorta sceglie di non aver più bisogno del suo aiuto. Ronces è libera di tornare finalmente a ruggire, a mordere e graffiare assieme al migliaio di sacrifici che son stati incatenati a lei il giorno in cui un Mago accettò l'anima di un Re in cambio del suo desiderio più inconfessabile. Un problema che Lancelot è lieto di lasciare a Ginny ed ignorare, perché per una giornata sola s'è già impegnato fin troppe volte a far tutte le scelte giuste. Un errore se lo sarà pure guadagnato. E dopotutto se l'era promesso, che ciò che di Lucianus detestava sarebbe morto per mano sua.
    Io...
    Per questo il Lupo ghigna, per questo il suo metallo si contorce ed apre quando Lancelot affonda una mano nel suo corpo e decide d'indossarlo. Per questo il corpo della bestia si spalanca in fauci nere ed ingoia l'uomo dai cui traumi è nato, dal cui dolore è stato svezzato, dalla cui rabbia è stato nutrito fino a divenire il flagello a cui finalmente egli si sente libero d'abbandonarsi.
    Un ultimo sguardo a Ginny, un'ultima occhiata prima che i suoi occhi si faccian rossi e vero sangue scorra dove non c'è mai stato che inchiostro ed il suo cuore batta con furia sufficiente a sbriciolargli il petto. Un'ultima frase prima di poter solo mordere e ruggire, sbranare il mondo e chi lo macchia di tutto ciò che un Cavaliere non può sopportare e che per questo un Lupo deve inghiottire.
    Ho bisogno di sfogarmi un po'.
    Poi zanne nere si chiudon su di lui, perforano pelle e carne e carta e raggiungono il suo cuore. Poi è finalmente degno, finalmente libero di compier ciò che avrebbe dovuto fare fin dalla prima volta che ha scorto l'orrido pattume in cui un falso amore ha trasformato un Re, ed è senza esitare che si scaglia con la spada in mano e gli artigli sguainati verso l'enorme volto che maggiormente ne incarna il marciume: balza predatore, pronto a sfregiarlo e demolirlo e poi colpire e mordere finché di lui non resterà che polvere. Lasciando l'unica che gli avrebbe permesso di restare se stesso alle spalle, perché Solaire è troppo lenta per seguirlo e troppo preoccupata per Ronces e Ginny per non stare al loro fianco, donando alla seconda la propria luce così che essa possa fuggire e portar con se chi non merita la distruzione che impietosa sta finalmente calando su chi non ha mai meritato altro: il Cavaliere Nero ringhia ed ulula la propria immensa gioia mentre i suoi artigli calano, mentre gratta con le unghie il viso che ha imparato a detestare pronto a sfigurarlo ed aprirlo e divorare qualsiasi volontà vi si nasconda. Così che Lucianus finalmente paghi, e lo faccia con il sangue a cui per odio ha rinunciato.

    GRRAAAAAAAAWWWW!




    Lupo, la Bestia | L'ha visto chiunque abbia mai combattuto al fianco del Cavaliere. Un luccichio nei suoi occhi, una rabbia che di umano non ha mai avuto nulla. Il Lupo è affamato, lo è sempre stato. Nel tentativo di liberarsene, Lance gli ha solo dato vere zanne. Si manifesta come una creatura d'acciaio color ebano, l'armatura Cavaliere Nero che per quattro turni prende vita nel senso più primordiale e feroce del termine. Alto un metro e trenta al garrese, gli occhi accesi del suo infinito odio, una lunga coda nera che si fa più rossa a partire dalle estremità per ogni goccia di sangue versato. Tra le lunghe ed affilate fauci, la fine di ogni cosa. Il mondo ha preso un Cavaliere puro e senza macchia, ha fatto nascere questo nel suo petto. Per questo ora tutti devono pagare, per questo ora tutti devono soffrire e morire soffocati dalle zanne di chi non avverte dolore o tristezza, chi è immune ad ogni rimpianto perché nient'altro che metallo animato da una fame infinita e dalla Forza - di Lv pari alle Fiabe del Male - necessaria ad estirpare ogni demone di quest'inferno.
    CITAZIONE
    Il sangue eccita la belva, la rende più vorace e febbrile. Per ogni danno inflitto ai nemici dal suo padrone - Lance o le sue evocazioni - le sue tecniche guadagnano uno Scaling di pari entità, così che mentre la sua coda si tinge di rosso lo faccia anche la terra bagnandosi del sangue di chi non potrà nulla per fermarne la giusta rabbia. La durata dello status dipende dal numero di evocazioni in campo.

    Mannaro - Abbracciamoci nel sangue all'eclissi delle nostre coscienze. Danziamo, mostri come tutti gli altri, uniti nelle febbricitanti viscere d'ogni sogno mai crollato sotto il peso dell'odio e dell'incondizionata violenza. Quando il Lupo è sveglio e la sua fame grande egli può inghiottire Lancelot o una delle sue evocazioni, avvolgere delle proprie metalliche membra la loro debole carne nutrendosi d'ogni emozione negativa e del desiderio di distruzione che è proprio di chiunque sia mai vissuto. Per tre turni donerà loro la propria forza permettendogli di valicare i propri limiti - l'evocazione diviene power up e permette di superare il cap di un'abilità a scelta - chiedendo in cambio solamente ogni cosa, perché indossarlo significa abbandonare la propria umanità ed il sacrificio subirà danni del 25% per via del morso e sarà soggetto ad psichica di Furia cieca, che gli impedirà di distinguere alleati da nemici e di preoccuparsi delle conseguenze d'ogni suo gesto, di Lv3 per la durata della tecnica.

    Artigli - Rasoi sulla gola, lame per ogni menzogna mai intessuta. La ragione è di chi se la prende, di chi lotta e sbava e graffia per averla. Perché fingere che non sia così? Perché convincersi ci sia qualcosa di bello, qualcosa di nobile nelle parole quando la violenza è tanto più soddisfacente? Gli artigli non sono l'arma peggiore del Lupo ma la più sporca, perché un loro colpo - che richiede Forza, Velocità e Resistenza di Lv5 - non ha soltanto Scaling su quanto Veloce colpisce e quanto Resistenti sono tali nere lame ma quando intacca la carne di una preda fa si che essa sanguini finché la ferita rimane aperta, perdendo un Lv di Forza ed uno di Velocità per ogni turno di pianto cremisi. La giustizia non esiste, la bontà è un mito. Battezziamoci allora in questi fiumi scarlatti e che solo chi sa ululare resti in piedi.



    EEEEFFINALMENTE SI MENA MO NON CI SON PIU' SCUSE e niente, Lance rievoca il Lupo mentre Alice svanisce ed egli usa la tecnica Mannaro per farsi indossare, dando tutte le proprie fisiche a Lance che ci guadagna una Resistenza di Lv5 e supera il cap di Forza fino a Lv10 prima di balzare verso il faccione senza muschio di Lucianus e tirargli un'Artigliata con potenza del 300% u.u
    Solaire è ancora in giro per qualche turno e lascia Lance per andar piuttosto da Ginny, che potrà beneficiare di 2 Lv extra ad una sua abilità a scelta di conseguenza!


    Edited by boide12 - 7/2/2024, 18:23
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    0-1
    Posts
    1,037

    Status
    ONLINE
    Iiiiih...iiiiihhh...?
    Le orecchie di Ronces si levano, tutte e duemila, quando le lacrime che mai prima d'ora le è stato permesso di piangere smettono di venire forzate fuori dai suoi occhi. Le iridi sono rosse, le occhiaie profonde, eppure Ginny sa che la rabbia che l'ha animata per un secolo non impiegherà molto a risorgere dalle bagnate ceneri in cui Lancelot ed il suo spettro l'hanno costretta.
    La Vendetta è il suo mestiere, e la principessa non ha ancora ottenuto la propria. Non può negargliela, ma se Lancelot non può più trattenere il mostro che sa divenire e Lucianus è spezzato, il consiglio che il Cavaliere le impone prima di lasciarsi ingurgitare dai propri incubi è il più saggio che possa seguire.
    Per questo si concentra, per questo lascia che nuovamente lo spirito sproni il corpo ad essere ciò di cui ha bisogno, e la sua presa si faccia forte quanto deve. E balza, afferrando le ritorte corna che già stanno tornando a sbucare dal capo di Ronces, perché il ruggito della bestia che è divenuta non impiegherà molto a fare tremare di nuovo la terra su cui ha dominato a suo discapito per lunghi lustri.
    Fai...
    Un solo istante per voltarsi, un Mietitore non dovrebbe guardare al passato. Eppure Ginny si sforza di farlo, volgendo il proprio sguardo a chi ha rifiutato di lasciare al fato ed alla forza di un re folle le redini del proprio destino, e di quello di colei che è pronta a trascinare fuori ed affrontare, e trattenere, finché Lucianus non sarà libero di pronunciare le parole che solo possono spezzare i lacci che sono costati tanto sangue, ed altrettanto ne avrebbero versato se spezzati nella maniera in cui tanto lei quanto Lancelot, si sono rifiutati di accettare.
    Fate in modo che dica quel che deve.
    Parla ad entrambi, all'uomo ed alla belva, restia ad offendere l'uno confondendolo per l'altro, prima di trattenere ancora una volta il respiro così che le sabbie del tempo versate nei suoi polmoni possano dare ai suoi piedi l'impeto di cui hanno bisogno. Si getta verso il Lucianus muschiato, ciò che di lui rappresenta quanto è rimasto ancora capace di pentirsi e chiedere scusa. E' la sua bocca ad aprirsi, a dare vita al varco che ella attraversa, prima di scagliare Ronces nella selva di cui è stata regina così che sia lontana a sufficienza, da non potere infierire ancora sull'unico capace di liberarla senza per questo rischiare di ucciderla.
    SI...SALVALA...PORTALA VIA DA...AAAAAAAAH!!
    Ed egli sussurra la propria approvazione, il desiderio di vedere sua figlia salva accentuato dall'esistenza di chi non brama che l'opposto, incapace di vedere nella chimera le tracce della bambina che un tempo tenne in braccio, ed a cui giurò il proprio amore.
    Farlo gli costa, perché la lotta intestina non si è interrotta per concedergli quel momento, e la rocca che dall'esterno Ginny può osservare ritorcersi e tremare assieme all'intero colle in cui è piantata non gli perdona un errore simile, infierendo sul suo volto con una frana di calcinacci impietosa e tremenda, che si ferma prima di spezzarlo solamente a causa dell'urlo che la sua controparte getta, quando gli artigli di Lancelot arrivano a sfregiarlo.
    RRRRGAAAAH!
    Un occhio viene cavato, sbriciolato dalla forza di unghie nere che non conoscono pietà, e non riconoscono il diritto di chi ha inflitto tanta sofferenza di vedere ancora la vittima di tali nefandezze. Lucianus non ha sangue, non è che pietra animata da una volontà antica. Eppure soffre quando il Cavaliere in nero gli affonda braccio nelle palpebre, eppure grida e trema ed a sua volta si distrae, concentrando su di lui la propria attenzione ed il proprio desiderio di distruggere ciò che si rifiuta di comprendere, perché da troppo tempo lotta con una colpa che non è disposto ad accettare, conscio di quanto efficace sarebbe nel distruggerlo.
    SELVAGGI!! ANIMALI, BESTIE!! MORITE TUTTI, MORITE TUTTI!!!
    Ed allora impreca, e storce il proprio viso così che la dove Lancelot ha strappato un occhio giungano le sue fauci. Ed allora le stringe sull'arto affondato nel suo corpo, ponendo su di esso l'intero peso della fortezza così da sbriciolarlo e digerirlo, strappandolo da chi non deve permettersi di sfidarne la corona che si sente ancora in capo, autorizzato dalla consapevolezza che nulla se non un vero sovrano avrebbe potuto portare ad una perdizione tanto completa ogni anima, ogni arbusto ed filo d'erba del suo dominio, e finanche se stesso.
    CHOMP CHOMP CHOMP!!



    Tatto - Se la pelle è solo polvere, se le ossa non sono che ombre, è la mente a dare forma a ciò che sotto terra dovrà riposare. Cieca alle menzogne di cui i mortali si riempiono gli occhi, Ginny sa che il corpo non è che la forma con cui la volontà si afferma al mondo. Per questo può rendere il proprio più forte, e appesantire il proprio giudizio con il peso della certezza con cui lo decreta: per cinque turni la sua Forza sarà pari alla sua Velocità, e la prima tecnica scagliata a potere usufruire di questa possenza ne trarrà un aggiuntivo scaling. In cambio è la sua mente a divenire più esposta, e per questo vulnerabile, fornendo ad offensive psichiche nemiche uno scaling aggiuntivo sull'abilità che le genera. Perché ogni rosa ha le sue spine, e modificare l'equilibrio tra ciò che è e ciò che potrebbe essere richiede un adeguato contrappeso.

    Fumo - Lo dicon le strofe del suo canto, la morte cavalca col vento. Non spiegan però che l'aria che soffia nei polmoni della Mietitrice diviene nera quando il potere di Morte, della sabbia del tempo con cui ha fermato il cuore della figlia, spira tra le sue labbra. Sono loro le prime a tingersi di notte, quando Ginny deciderà di voler correre davvero, seguite dal resto del corpo quando fumo pece lo circonderà innalzandosene. Il dono del padre è divenuto velocità per lei ed è trattenendo il respiro volgarmente mortale che ancora abita i suoi polmoni, che Ginny se ne avvarrà davvero. La sua velocità aumenterà di 2 Lv per cinque turni, a meno che non accetti il soffocamento, perdendo 20% di salute per ogni turno che vorrà aggiungere; impegnando se stessa e chi ha meritato il suo canto in una gara, il diritto di respirare in palio.



    Ronces è libera dalla psichica di Alice, ma impiega qualche attimo a riprendersi! Ginny sfrutta questi momenti per darsi i power up quotati, e trascinarla fuori, mentre la lotta tra i Lucianus procede!
    Quello "buono" riceve un colpo dall'altro, che a sua volta viene ferito da Lancelot...lo status negativo degli Artigli non può attivarsi su di lui, perché non sanguina, ma ciò nonostante il danno lo riceve in toto! A quanto pare però ha molta più salute del normale, perché pur urlando per il dolore la cosa non sembra fermarlo...ed il morso con cui tenta di strappare il braccio a Lance ha una potenza del 500%!
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    31,403
    Location
    dalla stella che brilla di meno...un BUCO NERO O_O

    Status
    OFFLINE
    HHHHRRRHRHRHRHRRR...
    Lancelot non sente, Lancelot non ascolta. Lancelot non c'è, al suo posto un Cavaliere Nero che poco ha a che vedere con l'amico che Ginny ha trascinato in quell'avventura e molto più ha in comune con la bestia che fino a poco prima s'era trovata a fianco: l'uomo che è balzato volontariamente nei suoi istinti peggiori v'annega, neppure ci prova a stare a galla, appesantito dalla tristezza che s'è procurato e dall'odio che prova per chi nemmeno sfigurato la smette di gridare ed il trauma d'aver incontrato un Mago che non scorderà presto, e che per un attimo sogna poter essere al posto della parete in cui i suoi artigli sprofondano senza sforzo.
    Non traggono sangue, a Lucianus non ne è rimasto, al suo posto solo polvere e calcinacci. Gli strappano però un grido e quello basta alla belva umana per ridere di gusto, ringhiare e sbavare mentre Ginny s'allontana senza aver intuito la profondità della psicosi a cui Lancelot ha scelto di lasciarsi andare: ogni possibilità di redenzione appassisce e muore, asfissiata dal suo alito che sa di sangue e d'odio. Ciò che Lucianus ha tentato prima di ribellarsi a se stesso perde importanza, crolla sotto il peso dell'ombra dei suoi peccati, e ciò che fino a poco prima era un Cavaliere diviene il boia incaricato di far calare sul suo infame capo l'inesorabile ghigliottina di chi non s'illude più di farlo per la giustizia, per il ricordo di ciò che l'amore è stato o per una principessa condannata; lo fa per se stesso, lo fa perché lo odia, lo fa perché s'è trattenuto troppo a lungo per non sfruttar l'occasione di star finalmente meglio sfogando su di lui tutto l'astio che in passato ha riversato su se stesso.
    E allora s'aggrappa al suo viso dopo averlo sfregiato, pianta i piedi sui suoi zigomi ed usa la spada come picchetto. E allora ride sguaiatamente della sua sofferenza e quando l'orbita si trasforma in fauci non arretra e non cala e nemmeno ci prova a liberare il proprio braccio da tale morsa, tendendo i muscoli ed accettandone il dolore perché solo venendone marchiato a propria volta potrà alimentare ancora la fiamma blasfema e ruggente che arde nel suo sguardo cremisi e tramutarla in fornace, con cui alimentare ulteriormente la forza di cui ha bisogno per demolire chi l'ha costretto a diventare un Mostro.
    RRGAAAAAAAHH!!
    Fa male, ma non quanto dovrebbe. Le ossa si spezzano, la carne cede, l'acciaio geme e si piega fino a grattar sulle fratture che strappano un ruggito capace di scuotere l'intero colle alle labbra della bestia. Ma non è questo che dovrebbe succedere quando centomila tonnellate calano sul braccio d'un cristiano. E non è sputando sangue ma ghignando che quest'ultimo dovrebbe reagire, felice della nuova ondata di caustico livore che gli rivolta lo stomaco e riempie il palato d'acida bile.
    Ringhia ed ulula assieme, è spalancando le fauci per farlo che l'idea giunge spontanea ed ovvia come solo l'istinto riesce ad esserlo. Lucianus c'ha provato a divorarlo, a farlo a pezzi, ad ammazzarlo e masticarlo e risputarlo via ed in questo ha fallito. Che sia il Lupo allora ad insegnargli come si fa, che sia il Cavaliere Nero allora ad istruirlo con l'esempio.
    A rendergli quanto ha tentato, a farsi cannibale perché che sia fatto di pietra non ha importanza, c'è l'anima di un uomo li dentro. Ed è quella che bestia ed uomo vogliono davvero addentare, stappare, straziare. Quella il loro obbiettivo mentre assieme spalancano la bocca finché non fa male e poi ancor di più e poi mordono, affondando il viso nella parete di fronte a loro, rispondendo ai denti con le zanne ed alla bocca con le fauci ed al peso d'una fortezza intera con forza sufficiente a sradicarla e trasformare il colle su cui per troppo tempo s'è retta nel suo infame cimitero: al diavolo Ginny, al diavolo Ronces, al diavolo tutto ciò che non sia quell'incondizionata e deliziosa violenza. Meritata, cercata, voluta. E finalmente ottenuta da chi in nessun altro modo avrebbe mai raggiunto la redenzione, perché è solo nel gridare aiuto ad un creatore sordo che i peccatori peggiori possono trovar pentimento per le proprie malefatte.



    Plot Armor | Il soffio dei draghi. Le armi impugnate dai nemici e dai rivali, da ogni braccio a disposizione delle oscure forze che lo vorrebbero nel fango, ferito e sconfitto, incapace di opporglisi ancora. Un eroe deve resistere a tutto questo e tanto altro ancora perché non c'è fine alle prove che lo attendono, non c'è pace per chi è nato per portare a termine ogni impresa. Ed allora lo fa. Si getta tra le fiamme, tra fauci e spade e qualsiasi altra cosa il mondo decida di mettergli contro e non importa ciò che dovrà sacrificare - la tecnica può essere potenziata sacrificando turni dell'abilità Inkheart, fino ad accumulare un massimo di potenza extra del 100% - : Lance ne uscirà indenne, immacolato e pronto a colpire le tenebre al cuore. Perché nelle favole da cui è nato, l'Eroe non muore mai. [IH]

    Lupo, il Morso | Spalanca le fauci, inspira il terrore delle tue vittime. Chiudile e fai a pezzi le loro vite così come altri hanno distrutto la tua. Il morso del Lupo è la sua arma più temibile, il modo in cui esercita il suo ruolo di maledizione ed insulto al mondo che gli ha dato la vita. Utilizzabile solamente se Forza, Resistenza e Velocità della bestia sono al massimo - Lv5 - attiva ogni scaling disponibile e ne ha un secondo su Forza, partendo da una potenza base del 115%, risultando la Voce più irruenta e feroce tra quella di tutte le Storie di cui Lance si può affiancare. Non lo ha mai voluto con se, ne ha una fottuta paura. Forse per questo è il più forte di tutti loro.



    LANCE VA DI SPECCHIO RIFLESSO, SE LUCIANUS PROVA A MORDERLO GLI FA VEDERE LUI COME SI FA PORCODDUE e in sostanza, con la prima azione para in parte il morso da 500% usando Plot Armor, che è potenziata dalla Resistenza Lv5 del Lupo ma anche e soprattutto dalla sua abilità secondaria che gli dona scaling sui danni inflitti: visto che il 300% del turno scorso Lucianus se l'è beccato, d'altrettanto vengono potenziate le tecniche di Lance e dunque la Plot Armor ha potenza del 450%! Entra comunque il 50% di danno che gli spappola il braccio, ma subito dopo Lance reagisce con un supermorso con potenza totale del 715% (contando la Forza 10, gli scaling a Velocità e Resistenza di Lv5 entrambe, ed il 300% spiegato poco fa!)
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    0-1
    Posts
    1,037

    Status
    ONLINE

    AAAAAAAAAAAAAAAAAAGGH!
    GRRRRAAAAAAAAH!


    Gridano entrambi, perché non sono mai stati in due. Una coscienza frammentata ma unica, un animo tanto ferito e colpevole da essersi convinto di una divisione inesistente...eppure quando il Lupo morde, e la parete della fortezza crolla, sono entrambi a soffrire.
    L'antica rocca viene sventrata dalla tagliola che Lancelot vi chiude sopra, un fianco intero esploso verso l'esterno, ridotto a macerie che franano lungo il fianco della collina lasciando il corpo del re fatato menomato. L'intera struttura si piega, pendendo in direzione della voragine che vi è stata aperta da chi tra le fauci stringe pietre che stridono tra i denti, e non danno la soddisfazione di versare sangue per lui, mentre all'interno le colonne stridono e ciò che di buono e disposto al perdono è rimasto di Lucianus si sforza di reggersi nonostante il cedimento strutturale, e quello di un animo che costretto a lottare contro se stesso e punito per questo, perde la convinzione che per brevi istanti l'aveva persuaso di meritare altro che la sempiterna dannazione...
    Maledizione.
    E Ginny si volta, dopo essere fuggita all'esterno ed avere scagliato Ronces nella selva, pentendosi per la prima volta di avere dato retta allo scellerato che ha condotto con se. Avrebbe accettato di dovere mutilare Ronces, di sottoporla ad ogni agonia possibile, fosse stata convinta non vi fosse altra strada praticabile. Ma essere giunta così vicina al risultato, ad ingannare il fato stesso ed il Mago che l'aveva reso tanto infame, solo per poi inciampare e fallire così prossima alla linea di un arrivo tanto auspicabile...è troppo persino per la sua glaciale tempra, ed il suo cuore ormai defunto.
    Per questo si volta, osservando con occhi ardenti la sagoma furiosa e nera che è emersa dalle viscere del Re castello, sventrandolo come un cane. Per questo grida mentre muove passi verso di lui, pronta a correre e fermarlo, a costo di imprimere nei suoi occhi dissennati il vero volto della Morte che la marchia e nella sua carne la traccia dell'acciaio che impugna, dovesse ignorare ancora una volta i suoi giusti avvertimenti...
    LANCE! LUCIANUS DEVE CHIEDERE PERDON...?!
    Ma viene interrotta, da artigli lunghi e lezzi di sangue e lacrime che calano dall'alto, e si chiudono attorno a lei come una gabbia.
    GGGGRRRROOOWWWH...
    Ronces. Libera dal giogo della sofferenza in cui Lancelot l'aveva affogata, furiosa e ferale per l'ennesima profanazione subita, e troppo dissennata per comprendere come la rossa mietitrice che l'aveva condotta fuori dalle interiora di suo padre fosse rimasta l'unica a pensare ancora alla sua salvezza anziché al vano sfogo dei propri peggiori istinti...il sottile, lungo arto che innalzandosi dalle fratte è calato sulla Vendetta le appartiene, così come l'aguzzo palco di corna che Ginny scorge crescere oltre gli alberi quando si volta, degnandola di uno sguardo di genuino terrore. Le sue membra scricchiolano, la sua figura si gonfia e cresce, mille belve tirano e mordono e ringhiano per avere a disposizione il corpo adatto a manifestare la propria famelica rabbia...perché nessuna di loro ha compreso il motivo dello strazio a cui sono state sottoposte, eppure non ve n'è una sola che non ricordi il freddo di una lama sul collo. La stessa stretta da Ginny in quel momento, levata per difendersi dalla miriade di fauci che oltre gli arbusti ghignò e sbavò, e gli ancor più numerosi occhi che vi si accesero puntandola...
    NOOOO!
    E nel frattempo, il Lucianus che rinnegava le proprie colpe rifiutò anche di cadere a causa dell'ennesimo animale. I mattoni frantumati e divelti che Lancelot aveva sparso lungo il colle si mossero, rotolando verso un unico punto, ove ammassandosi l'uno sopra l'altro presero poco a poco la forma abbozzata e grottesca di un nuovo corpo per chi da troppo tempo non ne aveva uno vero...
    IO SONO IL RE! IL RE!
    Sormontato dal volto furibondo del monarca, che si batté i nuovi pugni sul petto prima di caricare in direzione di Lancelot, pronto a frantumarlo e maciullarlo pur di non ammettere la propria sconfitta.
    INGINOCCHIATI AL MIO COSPETTO! MUORI AI MIEI PIEDI!



    Ronces si riprende...e Ginny è nei guai!
    Lancelot colpisce di nuovo Lucianus, infliggendogli il pieno danno del suo Morso...frantumando un intera parete della fortezza, lasciando la parte "buona" del Re a tentare di sorreggere ciò che ne è rimasto, mentre la parte "cattiva" si ricompone in un golem pietroso e lo assale! Tenta di gettarglisi contro ed investirlo con la propria massa, con una velocità Lv5 alimentata dalla sua rabbia...ma una potenza di solo 300%, perché non ha più l'intera massa del castello con cui schiacciarlo!
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    31,403
    Location
    dalla stella che brilla di meno...un BUCO NERO O_O

    Status
    OFFLINE
    MMMRRRH?
    Lucianus crolla. Diviene ciottoli, diviene polvere, ghiaia che il Lupo sputa a terra con disprezzo prima che il suo sguardo cremisi lo veda.
    Lucianus si rialza. Non muore, non cede, non può farlo maledetto com'è ad abitare quella pietra, ad infestarne gli atomi a prescindere da quanto fine sia la sabbia in cui il Cavaliere Nero l'ha ridotto.
    Testardo, cocciuto, fermo come solo un masso inamovibile può tentare d'esserlo quando investito da una forza inarrestabile. Bellissimo, abbastanza da incendiare il cuore di Lancelot quando innanzi a lui si leva ancora costruendosi una nuova forma, un nuovo tempio. Un nuovo avatar da devastare, profanare. Di cui innamorarsi grazie al cremisi per sempre che gli promette caricandolo anziché fuggire, correndo ad abbracciarlo anziché inveire contro il fato che l'ha portato ad incontrarlo.

    HRHRHRHRHRHHRHRHRHRHRRHRHRHR!!


    Ginny urla, si dispera, spreca il proprio fiato affidandolo ad un vento troppo pavido per giungere alle orecchie della bestia. A coprirne il suono la risata migliore che il Cavaliere Nero si sia mai concesso, la dichiarazione che concede alla sua preda prima di dare nuovo sfogo a tutto l'astio che un uomo ha gettato nella voragine più profonda del proprio spirito: il loro eterno sposalizio merita una cerimonia, merita una dote, e tale è la spada che egli gli concede scagliandogliela addosso con abbastanza impeto da sfondarsi i timpani con il sonoro BANG con cui Metallo abbandona le sue zampe.
    Freccia iridescente, dardo che diviene fiamma a causa dell'attrito con l'aria che stride lamentandosi della ferita che il suo incedere vi scava prima che la pietra la accolga, prima che il nuovo petto di Lucianus ne venga trafitto come il cuore d'un novello amante puntellato dagli strali di Cupido.
    Fosse un altro basterebbe, fosse un altro il Lupo attenderebbe d'osservare il risultato di quel devastante graffio prima di balzargli addosso, prima di prender un solo passo di rincorsa e zompare verso di lui con l'entusiasmo d'una sposina che non riesce ad aspettare il tramonto per sentirsi stringere dalle braccia che s'è scelta: nemmeno sente la pioggia per una volta, nemmeno grugnisce mentre vi sfreccia attraverso ed il calore di quel suo nuovo amore si rivela sufficiente a trasformarla in vapore a contatto con la sua nera pelle. Atterra pesante, stringe le sue spalle abbastanza da poterle frantumare, trarre diamanti dalla pressione con cui le artiglia piantando gli sfregi in fiamme che sono il suo vero sguardo nelle pupille che il sovrano bastardo s'è ricostruito dopo che lui stesso gliele aveva strappate: un primo bacio gliel'ha già strappato, e per quanto le sue labbra siano affamate d'altri assaggi del dolore inesauribile che ha scoperto di potergli infliggere v'è altro in cui decide d'impegnarle.
    Perché Lancelot è nato per amare, sa come farlo e com'è giusto corteggiare chi ben più d'ogni sgualdrina è riuscito a renderlo felice nella maniera più sincera, più semplice e genuina in cui gli sia mai capitato di sentirlo. Sa quali pegni è giusto dedicare alla propria bruciante passione e come alimentarne l'inebriante vigore ed è per questo che leva il proprio viso verso l'alto, intonando la più autentica delle proprie serenate in onore di chi alle farfalle nel suo stomaco ha dato fuoco: l'ululato che scaglia fa tremar l'intero colle nel tentativo di tritare ciò che resta di Lucianus finché anche lui non ricambierà il suo sentimento, finché le stesse briciole della sua rocciosa essenza non chiederanno pietà per il supplizio a cui stan venendo sottoposte. Così che Lancelot possa sorridergli, così che possa dire loro no. E poi infierire ancora e ancora, finché la tragedia di Lucianus e di sua figlia non sarà per lui che un distante e felice ricordo rispetto all'esistenza grama che il Lupo ha intenzione di riservargli.

    AAAAAAAAAAAUUUUUUUUUUUUHHH!!





    Sassata - La coscienza è debolezza, l'abbandono una virtù. V'è stato un tempo in cui anche gli uomini non erano che bestie, la loro intelligenza un artiglio non più affilato di molti altri. La vera differenza un pollice per maneggiare e cambiare il mondo ma non è così che veniva usato allora: prendi una pietra, scagliala sul capo del tuo vicino. Guardalo morire e fai tuo tutto ciò che ha. Il Lupo può trasformare qualsiasi cosa riesca a sollevare in un sasso da scagliare con violenza brutale sui suoi nemici, ma è quando tutte le sue Fisiche raggiungono il Lv5 che alla Potenza verrà aggiunta Velocità così che alcuna preda possa fuggirne. Caricare la Sassata permette di aggiungere due Scaling su Forza per ogni azione spesa, provocando però strappi e lesioni del 10% all'arto usato per il lancio. Rigetta l'umanità, torna scimmia. Sii felice come nessuno lo è più stato da quando la terra delle bestie è stata cancellata da ogni mappa.

    Ruggito - Il cuore batte, le gambe sono lente, il respiro troppo corto. Tutti hanno paura, carne. Senza il terrore nessuna preda sarebbe pronta alla fine che l'attende perché senti la gola stringersi, il respiro mancare, le forze abbandonarti? E' ciò che succederà quando finalmente il Lupo avrà azzannato la tua gola. Anche lui trema, lo stomaco mai abbastanza pieno da debellare il timore della fame. Ma mentre tu gridi, lui ruggisce. Spacca il mondo quando lo fa, scaglia il mordente suono sui suoi nemici o tutt'attorno a se così che la sua forza - la tecnica richiede tutte le fisiche a Lv5 - spezzi le ossa e trituri la carne. Ai sopravvissuti il verdetto peggiore perché per i tre turni successivi le loro impressionate orecchie gli impediranno - con una Psichica di Lv pari alla sua Forza - di ignorare oltre la consapevolezza che nella selva della vita loro devono essere fortunati ad ogni svolta affinché il Lupo non li trovi; mentre al Lupo è sufficiente essere fortunato una volta soltanto.


    OK LANCELOT E' COMPLETAMENTE ANDATO E LA COSA INIZIA AD ASSUMERE PROPORZIONI RIDICOLE, contando tutti i danni che Lucianus s'è preso (e le fisiche di Lance) la Sassata con cui reagisce alla sua carica ha potenza del 1215% (e velocità 150%, con cui dovrebbe ampiamente anticipare la sua carica) e la stessa potenza (se non di più in realtà, visto che avviene Dopo la Sassata e gli eventuali danni che infligge) ce l'ha anche il Ruggito subito successivo! Per i prossimi tre turni Lance ha una psichica di Paiura di Lv5 (peccato non possa superare il cap anche lei u.u) legata ai suoni che emette, e se Lucianus resiste ancora tutti i record di potenza mai visti fin'ora sul rave li sbricioliamo u.u

    PS il dolore alla zampa spaccata il turno prima c'è, ma Lance al momento è talmente infoiato che se ne infischia abbondantemente u.u
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    0-1
    Posts
    1,037

    Status
    ONLINE

    NON OSARE! NON...NON...


    L'aria stride, quando una lama di Metallo la incide di incandescenza. Linea sottile, proiettile feroce, perfora il petto di Lucianus prima ancora che egli possa rendersi conto di quanto gli sia stato fatto. Anche quella nuova forma crolla come la precedente, il foro strappato via dal busto sufficiente a collassarne la struttura, il suo stesso grido cancellato dallo squittio graffiante della lama che dopo averlo smantellato svanisce nella foresta tranciando sulla propria strada innumerevoli tra gli arbusti.
    Poi il Lupo lo atterra, stringendolo come il più violento tra gli amanti. Poi grida, in onore della passione che fa battere il suo cuore. E di nuovo il lamento del sovrano viene sovrastato dalla violenza di chi ha scelto che punirlo, sia più importante che disfare ciò che di male ha fatto.

    AAAAAAAAAAAAAAAAAAH!


    L'intero colle viene scosso dall'ululato del Cavaliere Nero, la terra spezzata dall'onda tellurica che la sua voce riversa su chiunque abbia la sfortuna di sentirlo: le fondamenta dell'altura vengono frantumate, e la fossa in cui Lucianus viene nuovamente demolito si fa epicentro del cataclisma che sconquassa tutto ciò che negli scorsi secoli era restato immobile, immutato dallo stallo in cui Ronces e suo padre erano bloccati.
    N-NNGGGH...NOOO...
    Costoni rocciosi sorgono dove istanti prima non v'erano che nebbia e limacciosa erba, zolle si innalzano mentre altre sprofondano, e persino ciò che resta della fortezza irta sul pendio trema fin nei propri basamenti: l'aspetto di Lucianus che era pronto a chiedere perdono fatica sempre più a tenere assieme il proprio corpo martoriato, piange solitario lacrime che nessuno è più innanzi a lui a sentire, e forse è quello l'istante in cui la maledizione che il Mago ha posto su di lui come contrappasso per quella che ha voluto a tormentare sua figlia si realizza appieno. Perché la solitudine pesa più di ogni macigno sull'animo di chi vorrebbe finalmente confessare i propri mali e Lucianus sprofonda nel proprio solitario dispiacere, nessuno tra gli attori giunti a partecipare all'ultimo atto della sua vicenda disposto ad ascoltare le parole che forse saprebbero liberarlo dal peso che ormai da troppo lega il suo spirito alla decadente rocca che è stato costretto a divenire.
    E mentre egli si domanda perché sforzarsi ancora nel proprio tentativo di non sprofondare del tutto, svanendo nella terra a cui prima o poi ognuno deve tornare. Lo sposalizio che un Lupo ha trovato nel più resiliente dei suoi avversari si consacra ancora una volta, quando dal cratere ai suoi piedi polvere sottile si leva all'aria...

    OOOOOOHH!


    Prima una brezza, s'arrota rapidamente fino a farsi turbine. Del Lucianus che il suo lamento ha triturato non rimane che quella fine sabbia, la stessa che un anatema ha legato indissolubilmente allo spirito ferito di un padre consumato dall'ossessione: il volto severo del crudele Re prende forma nel sottile vortice che si leva attorno a colui che per l'ennesima volta l'ha distrutto, spalanca impalpabili fauci per gridare e proverebbe a chiuderle una nuova volta su colui che ha già morso, non fosse per il terrore che le zanne della bestia sono riuscite a iniettargli. Si volta allora, tenta goffamente di fuggire, ondeggiando in quel pulviscolo che è stato reso, il suo eterno disdegno insufficiente a convincerlo ad attaccare anziché provare inutilmente a liberarsi dal legame che il Cavaliere Nero ha consacrato.
    FFFFFFSSHHHHH!
    E non molto distante, per quanto la sconquassata terra abbia portato zolle dissestate a dividere il luogo ove Ginny era stata catturata da quello in cui Lancelot stava sfogando il proprio astio, Ronces respinge fiera ciò che l'ululato di una diversa belva vorrebbe imporle. La tristezza l'ha colpita e resa inerme, perché nessuna tra le creature che compongono le sue obbligate vesti aveva mai affrontato gli abissi di un dispiacere tanto viscerale. Ma la paura la conoscono bene, e non è diversa da quella che Ginny stessa aveva provato ad imporle durante il loro primo incontro...e vi reagisce dunque alla stessa maniera, lasciando che il suo migliaio di mandibole scatti e strazi la carne di chi ingabbiata dai suoi artigli non può che far brillare il proprio sguardo in un vano tentativo di difendersi da un assalto troppo vorace per essere davvero ostacolato.
    AAAAAAAAAAAAAAH!!
    Ginny urla, straziata per la seconda volta dagli spettrali morsi di chi è stanca di essere vittima delle mire altrui ed è per questo pronta a divorare ciò che deve, a divorare tutto, pur di essere lasciata in pace.
    E mentre la Vendetta si sente dilaniare, tanto dalle immaginarie fauci che Ronces le rivolge tanto dallo strazio di sapere come tutto fosse in procinto di risolversi, prima che Lucianus e Lance decidessero che la loro lotta fosse più importante della salvezza di chi di quella storia era l'unica vera vittima. Nel fosso in cui sta sprofondando, ciò che resta del dispiacere che un Re ha provato nei confronti della figlia su cui ha infierito crudelmente prova a fare ciò che può, ciò che gli è stato detto lo avrebbe reso libero.
    MI DISPIACE...PERDONAMI...PERDONAMI, RONCES...
    Ma proprio come un albero che cade la dove non v'è nessuno per sentirlo, anche le sue scuse producono suono ma risultano inutili, senza nessuno li a sentirlo. Perché la grazia non la si può ottenere nelle tenebre della propria solitudine, ed il perdono va richiesto ma anche concesso.
    E nel suo antro un Mago ghigna, scrutando la vicenda tramite gli occhi che una delle pietre che pendono al suo collo gli fornisce su tutto ciò che è male. Godendo del dolore altrui, e della propria maestria nel tessere le trame di ciò che di orrido nel caos si consuma...


    Di nuovo i colpi di Lance vanno a segno...di nuovo Lucianus "sopravvive", perché per quanto distrutto e sfigurato, rimane condannato ad abitare la roccia in cui il suo animo è stato rinchiuso! Il terrore dovuto al Ruggito lo costringe a tentare una goffa fuga nella sua nuova, polverosa forma...
    Nel frattempo, Ronces usa la stessa tecnica che utilizzò contro Ginny ad inizio scena: un assalto mentale che prende potere dalle psichiche negative a cui è soggetta, ed a cui Ginny tenta di rispondere col proprio Sguardo. Lo scambio si svolge proprio com'era successo qualche pagina fa, con Ginny che accusa il 50% di danno psichico!
    Lo scenario viene devastato dalla forza del Ruggito, e la parte "buona" di Lucianus è sempre più in difficoltà nel non lasciarsi cedere e crollare...
    Il lieto fine era così vicino. Forse adesso è diventato irraggiungibile?
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    31,403
    Location
    dalla stella che brilla di meno...un BUCO NERO O_O

    Status
    OFFLINE
    Avrebbe potuto fermarsi. Avrebbe dovuto farlo.
    Ma come, se Lucianus non la smetteva di rialzarsi. Come, se ad ogni nuovo colpo che gli infliggeva si sentiva sempre meglio. Come, se colpirlo ed infierire era tanto giusto.
    La lusinga del potere...in quanti pochi l'avrebbero mai retta. Potere vero, potere puro, ferale come quello d'un artiglio che si stringe sul collo della preda o d'una zanna, che spinta dal muso nella carcassa della propria vittima banchetta col suo cuore.
    Diverso da quello delle Storie, diverso da quello dell'inchiostro, perché dalla consapevolezza che il Lupo non fosse altro che lui stesso Lancelot non sarebbe mai davvero sfuggito. Perché la magia è meraviglia, la magia è stupore, e se una sola di queste cose fosse un'arma efficace allora i bambini sarebbero stati i vincitori d'ogni guerra e non soltanto le maggiori vittime.
    Diverso da quello d'un tempo, diverso da quello di Alice, perché ai suoi piedi Lancelot non era mai stato che uno schiavo troppo zelante. L'aveva liberata da ogni male, aveva redendo il suo peccato di non averlo chiamato prima. E nonostante tutto lei l'aveva abbandonato, rendendolo randagio ed orfano e per questo affamato.
    Totale, assoluto, perché era nelle sue mani che scorreva e non nelle sue frasi o nel suo cuore, o ovunque altro sarebbe stato poco più d'un vezzo. Più rovente d'ogni vino e migliore di tutto il sesso che avesse mai fatto, motivo per cui nel basso ventre qualcosa premeva con forza contro l'armatura e s'esaltò ancor di più quando dalle fessure del cratere che aveva scavato con un urlo familiare polvere ne sgusciò fuori, turbinando e poi voltandosi finalmente conscia del tormento eterno che le sarebbe spettato: Lancelot non l'avrebbe lasciato andare, mai. Grazie a lui avrebbe continuato a sfogare tutto il male che negli anni aveva ingoiato...grazie a lui avrebbe continuato a crescere, più enorme ad ogni botta inflitta perché non v'è Lupo che non si nutra del sangue che versa.
    Non poteva più stringerlo, se ne sarebbe fatto una ragione. Non poteva più morderlo ma non era per il suo sapore che l'aveva baciato, quanto più per la sensazione pazzesca che aveva provato nello scoprire che persino le sue labbra potevano farsi arma e divenire ariete su chi le sfioravano: doveva ancora fargli male, doveva ancora costringerlo a soffrire...a rimpiangere di non esser morto tra gli artigli di sua figlia o prima ancora, quando di bestie ve n'era una corte intera ed ogni zanna era stata puntata al suo collo.
    Allora pensò, o forse invece no. Che anche un corpo fatto d'aria può essere ferito se i suoi sbuffi sono costretti a separarsi. Che a fare male non è la botta ma la distanza che crea, e ad uccidere è il rimaner divisi quando si è fatti per restare assieme: Lucianus avrebbe potuto nascondersi in quel terreno per sempre, seppellirsi e restare sbriciolato così da deludere chi per ultimo aveva scoperto d'amarlo. Invece era emerso, invece si era ricostruito...assumendo l'unica forma disponibile per chi come lui era stato ridotto in briciole e poi fuggendo, mostrando forse d'esser sciocco o forse che in fondo il Lupo aveva ragione: poteva ancora provar dolore...poteva essere ulteriormente mutilato.
    E forse per questo, o forse solo perché gli andava di farlo e finalmente poteva. Il Cavaliere Nero ignorò ancora una volta tutto ciò che non era il suo adorato e conficcò le mani nella terra che aveva già profanato, stringendola così come poco prima aveva stretto l'ultima forma solida che a Lucianus sarebbe stata mai concessa. Piegandosi per farlo, chinandosi come in riverenza. Per poi levarsi, scagliare il mondo intero verso il paradiso che a nessuno di loro sarebbe stato mai concesso. Rivoltando l'intera selva con la forza d'un vulcano in eruzione, sconquassandone il panorama più di quanto un terremoto avrebbe mai potuto. Così da fare a pezzi chiunque vi si trovasse in mezzo, qualsiasi forma avesse assunto. Scagliando i resti di un antico Re nel firmamento, e pregando ogni stella mai brillata che nonostante tutto ciò egli tornasse ancora...elevando la sua rabbia, consacrando la sua furia. Rendendo santo uno e l'altro martire, in nome del dio sanguigno che li aveva voluti dalle parti opposte di quell'infima, inutile diatriba.


    Sbattiterra - Ti hanno rigettato, colpito, mutilato, nascosto. Ti hanno messo in catene perché convinti ad odiarti da chi ha sempre temuto la tua forza perché è l'unica vera, l'unica costruita non su promesse e compromessi ma sulla legge più antica, quella che la vita ha scelto per se stessa quando per la prima volta una cellula divorò la sua vicina. Orai sei libero. Affonda gli artigli nelle viscere di questo mondo fasullo. Mostra a questi fantocci privi d'istinto cosa ne pensi delle loro menzogne. Sbattiterra è l'apice della brutalità, la risposta del Lupo ai peccati della civiltà: utilizzabile solo quando tutte le Fisiche sono a Lv 5 e la tecnica Mannaro attiva, richiede due azioni così che nella prima i suoi artigli vengano ficcati nel terreno e nella seconda ne riemergano portando devastazione. I dieci metri attorno - o innanzi - al Mannaro si frantumeranno con violenza inaudita, esplodendo per effetto della forza di chi non accetta dei fasulli e del disprezzo del Lupo per ciò che l'uomo è diventato. Ha potenza base del 100% e ciò che resta - 105% - può essere convertita in Scaling a Forza o ulteriore raggio d'azione così che ogni tempio crolli, ogni torre cada e del regno dell'uomo non rimangano che macerie impregnate di sangue da cui bestie migliori potranno rinascere.



    xDD SCUSAMI SO CHE CI STO MARCIANDO DENTRO PURE TROPPO MA GIURO E' DIVERTENTISSIMO INSOMMA LANCE VA IN FULL SERIOUS TABLEFLIP ED IL CALCOLI SONO: di base la tecnica ha potenza del 100%, raggio di 10m e 105% di potenza extra da tramutare in ulteriore raggio o Scaling a Forza. Con la Forza Lv10 si aggiunge un altro 100%, e grazie a tutti i danni inflitti nei turni precedenti (300+750+1215+1215) ha anche un ulteriore incredibile 3445%. Di cui famo che 2900% vanno nel raggio d'azione, così che lo Sbattiterra coinvolga i 300m innanzi a Lance. Ed il restante 750% sia la potenza che tutto li in mezzo si piglia addosso!

    PS - il tutto scritto con la convinzione che Ronces, Ginny e l'altro Lucianus siano alle spalle di Lance e dunque non coinvolti direttamente nello sbattiterra. E sperando fortissimo di non sbagliarsi a riguardo.
     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    0-1
    Posts
    1,037

    Status
    ONLINE
    Fate, bestie, e tutto ciò che sta nel mezzo. Sono morte su quella terra...hanno combattuto, dissanguando l'una gli schieramenti dell'altra affinché su tali lande dominasse coloro a cui avevano giurato fedeltà.
    Un Cavaliere avrebbe capito, e rispettato tale sacrificio. Ma ciò che rimane dell'uomo che Ginny ha condotto al proprio fianco non conosce più l'onore, ridotto dai proprio turpi istinti a qualcosa meno degli animali che un tempo marciarono per proteggere la loro amata Ronces.
    Per questo le sue zampe affondano in quel terreno, si impregnano dei resti che lo compongono, perché i figli della foresta sono tornati già da lustri a fare parte di ciò che ha nutrito i loro alberi. Per questo agguantano, e poi strappano, e poi rovesciano. Oscurando persino le nubi di tempesta che nel frattempo si sono raccolte sul paesaggio che devasta con la forza di un crudele cataclisma, scoperchiando gli inferi spettati a chiunque in tale guerra si sia macchiato dei crimini più orrendi per poi lasciare che le nuove macerie crollino loro addosso, tumulandoli una seconda volta, mostrando loro ciò che è stato del luogo e dei campioni per cui hanno gettato le loro vite così che in quell'oltretomba possano trovare nuove ragioni per disperare.
    Il rombo della terra che si spezza, della foresta che viene cancellata da qualcosa di più violento di qualsiasi uragano cancella per grevi istanti qualsiasi altro suono. Nessun rombo di tuono a seguire i lampi che pongono i riflettori su tale suprema devastazione, nessun ruggito dalle labbra di colei che incarna l'ultima tribù di belve ridotte a maledetti abiti sulla pelle della loro regina...persino la possente voce di Lucianus va perduta nella sua duplicità, perché così come nessuno ode le preghiere della parte di lui che avrebbe voluto fare ammenda, così anche il grido del suo orgoglio viene obnubilato dallo sconvolgente sisma che gli è stato dedicato.
    Quando infine la terra cala, quando ciò che è stato sollevato atterra, in una pioggia di terriccio e radici e pietre e schegge di legno di alberi ridotti in trucioli. Del sovrano maledetto alcuna traccia, la polvere a cui era stato ridotto dispersa a sufficienza da impedirgli di dare sfogo al terrore che ancora lo veste, sotterrata e separata da quell'ultima agghiacciante offesa. Innanzi al Cavaliere Nero null'altro che terra brulla, ferita aperta e sanguinante sul volto del luogo che si era detto di volere salvare da antiche maledizioni...
    Alle sue spalle il poco che resta del colle su cui un tempo si ergeva Lucianus, le guglie del suo corpo sventrato a malapena visibili aldilà delle zolle divelte dal suo precedente ruggito. Di lui non è rimasto che ciò che già avrebbe voluto scusarsi, invocare il perdono della fanciulla che aveva desiderato tanto da ammattire...Lancelot potrebbe finalmente raggiungerlo, finalmente raccogliere le sue pietose confessioni. Non fosse per la carcassa pallida e sanguinolenta che come il carico di una catapulta gli viene scagliata addosso, gettata come spazzatura contro la sua ampia schiena.
    GGGHH!
    Ginny Deathface giace immobile, stretta a lui o rimbalzata sulla sua corazza a seconda che i suoi riflessi gli abbiano permesso o meno di acciuffarla, e che il uso istinto abbia voluto o no curarsene. Il corpo freddo, le ferite evidenti, le orme d'artigli e denti scavate tanto nella sua carne quanto nella psiche addolorata che le ha impedito di reagire a ciò che Ronces le ha fatto mentre il Cavaliere Nero rivolgeva altrove la propria attenzione...
    E la principessa belva, colei che le lacrime di una bambina avevano messo a cuccia, inibito così che Cavaliere e Re potessero discutere del suo destino. Non si fa attendere a lungo, emergendo con un immane balzo aldilà del panorama disastrato a cui il Lupo ed i suoi feroci consigli hanno dato vita...
    Ruggendo, i duemila occhi spalancati e puntati all'unico che ancora respira abbastanza da sfidarne la sovranità, le corna ampie quanto una corona e le gargantuesche fauci spalancate, pronte a fare un solo boccone dell'uomo che ha creduto di poterla salvare.
    Perché forse chi da troppo è belva nemmeno desidera più essere soccorsa...certamente da chi non s'è mostrato meno animale di lei, e per questo come un animale dovrà perire.

    GRRRRROOOWL!!




    Lucianus accusa il colpo...forse è stato sufficiente finalmente ad uccidere quella parte di lui, o forse solamente a disperderla abbastanza da impedirle di prendere nuova forma!
    In compenso però...Ginny viene scagliata addosso a Lancelot, e riporta danni fisici dell'80% e mentali quasi altrettanto gravi. E Ronces stessa ricompare, zompando verso Lance e tentando di divorarlo con un morso di potenza pari a 460%!
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    31,403
    Location
    dalla stella che brilla di meno...un BUCO NERO O_O

    Status
    OFFLINE
    Il brutto del piacere è che prima o poi finisce.
    Quando la caraffa è vuota, quando il piatto è stato ripulito. Quando il sangue smette di scorrere e subito dopo l'orgasmo, quando gli occhi devono riaprirsi a tutto ciò che hanno abbandonato per rincorrere l'istinto che sussurra che quel che piace dev'essere anche per forza giusto.
    La terra sorse, la terra cadde, il mondo venne spezzato e capovolto ed innanzi a tale spettacolo il Lupo guardò con meraviglia ciò di cui i suoi artigli eran stati capaci. Sapeva che il suo non era vero amore, sapeva che Lucianus era speciale non per chi fosse stato prima di poter essere solamente vittima ma per quanti abusi riusciva a subire senza rompersi, quante volte le mani che l'avevano stretto come un giocattolo avevano potuto torcerlo senza che per questo smettesse d'essere un balocco.
    Ad aver fatto battere il suo cuore un potere di cui non ricordava eguali, ad averlo fatto sentire amato e scelto la possibilità di cancellare tutto ciò che non gli piaceva con abbastanza foga da perforar quel foglio che era il mondo tramite gli artigli che aveva usato come gomma: avrebbe proseguito in eterno gli fosse stato concesso, avrebbe rincorso e torturato ogni atomo di quel bastardo in capo al mondo pur d'abbeverarsi ancora a quella fonte...ma persino la rabbia d'un Cavaliere rinnegato, persino il risentimento che cova per il mondo che non l'ha mai voluto ha un limite.
    Iniziò con il dolore al braccio, lo stesso che Lucianus aveva triturato e le cui fitte fino a quel momento era riuscito ad ignorare in virtù di quella furia. Poi quello alle costole ed alla schiena, la dove le fauci dell'armatura nera in cui s'era rinchiuso l'avevano azzannato per consolidar lo sposalizio a cui s'era consacrato...poi brividi gelidi lungo la schiena, nonostante all'interno della corazza facesse abbastanza caldo da farlo sentire cotto.
    Perché aveva perso sangue, ne aveva versato troppo. Perché sebbene la pelle di demone alle sue spalle lo stesse mantenendo forte e rapido nonostante il volto della belva fosse tornato ad essere soltanto un elmo l'inchiostro che s'era lasciato dietro a grandi macchie era tanto, e tanto il suo corpo avrebbe impiegato a produrne a sufficienza da sostituirlo: la testa leggera, la vista che iniziava a ottenebrarsi. Senza l'adrenalina che l'aveva tenuto in piedi fino a quell'istante Lancelot fece fatica ad impedirsi di crollare a terra, in ginocchio innanzi alla devastazione che aveva inflitto tanto a Lucianus quando al suo ormai disabitato regno. Svegliatosi dall'inebriante trance tra le cui braccia s'era abbandonato stringendo nient'altro che terra e polvere tra le mani, perché tutto il male che aveva inflitto e con cui ancora avrebbe potuto infierire su Lucianus non aveva portato a nulla...niente se non la soddisfazione sorda che ad ogni debole battito d'un cuore provato s'affievoliva, niente se non il pentimento che sempre segue un piacere innecessario e dannoso.
    Avrebbe potuto commiserarsi, avrebbe potuto versar lacrime di coccodrillo. Non fosse stato per la carcassa sanguinante che poco dopo gli venne scagliata contro, ed il nuovo arrivo di cui fu preludio.
    Ginny?
    Ferita. Sola. Abbandonata da chi avrebbe dovuto restargli a fianco. Il Cavaliere impiegò poco a decifrare le slabbrate firme di cui il suo corpo era cosparso, perché le mani che tentarono di raccoglierla prima che gli occhi s'accorgessero dell'ampia ombra che stava raggiungendolo erano ancora adornate da artigli simili a quelli che l'avevano sfregiata...
    E quando infine alzò lo sguardo, trovandosi innanzi più fauci di quelle con cui persino il Lupo avrebbe potuto ghignare. Capì ciò che Lucianus aveva provato nel vedere una bestia dissennata assaltarlo, pronta a masticarne i resti e digerire la sua anima.
    Oh caaazzo...
    Lo salvò l'istinto, non quello feroce che s'era appena estinto ma quello di sopravvivenza. Lo avvolse col fruscio di pagine sfogliate permettendogli di sfruttar ancora una volta il trucco grazie al quale s'era trasportato sulla cima di Lucianus quando ancora di fortezza folle ve n'era una soltanto: Lancelot scomparve dopo aver spinto Ginny via, al suo posto la grande lama che aveva abbandonato per la seconda volta dopo averla usata come proiettile per abbattere la perfetta preda.
    Trasportato da quell'incanto si ritrovò sottoterra, perché Metallo aveva perforato roccia ed innumerevoli alberi prima di conficcarsi nel tronco d'uno di loro ma nemmeno il suo volo l'aveva portata lontana a sufficienza da salvarla alla distruzione che col suo ultimo gesto il Lupo aveva portato. E fu sepolto dalle macerie d'un regno intero che Lancelot recuperò forzatamente la lucidità di compiere ciò che ancora restava da fare, sibilando il nome di colui che avrebbe dovuto raggiungere così che finalmente ogni maledizione venisse infranta.
    Lucianus.
    Quello rimasto, quello che sperava non fosse infine crollato sotto il peso delle proprie colpe. L'unico tra gli aspetti in cui s'era spezzato a non esser stato disperso dalla belva in ettari di rovine brulle e che prima della scissione stava quasi per scusarsi, ottenendo così il pentimento che era il solo antidoto al veleno che un Mago gli aveva venduto: il corpo lo pregava di fermarsi, il respiro di tacere, le ferite d'accasciarsi e permettere all'unica bestia rimasta di far pasto delle sue stanche membra. Eppure il Cavaliere si sforzò di proseguire e per questo lasciò che uno dei propri occhi illuminasse la tomba in cui s'era proiettato della propria luce cremisi, permettendogli a tal modo di scandagliare l'ormai irriconoscibile foresta alla ricerca dell'unico attore a cui restavano battute da recitare.
    Dove diavolo...
    L'avrebbe trovato, l'avrebbe raggiunto, avrebbe raccolto le sue confessioni. E nel frattempo avrebbe pregato affinché Ronces non raggiungesse uno dei due per prima e fatto il nome di Ginny, nella speranza che vi fosse ancora vita nel cadavere che la principessa gli aveva scagliato contro: nessuno spazio per l'esitazione, non finché non fosse stato certo d'aver prevalso o altrettanto sicuro dell'inevitabilità della propria resa. Col senso di colpa, con le conseguenze delle proprie azioni avrebbe fatto i conti poi. Prima doveva tentare, prima doveva vedere. Prima doveva scavare.



    Bookmark | Le storie migliori ti restano impresse nel cuore. Leggi di personaggi così straordinari che alla fine ti lasciano un vuoto dentro quando il racconto è finito, come se una persona in carne ed ossa ti avesse abbandonato per sempre. E allora sfogli quel libro, cercando nelle pagine i frangenti che più te l'hanno fatta amare e saltando ciò che c'è in mezzo, lasciandoci un segnalibro perché la prossima volta la ricerca sia più facile. Lancelot può fare lo stesso. Le Storie che evoca sono tributi a quei personaggi fantastici e se anche il suo potere non è sufficiente a permettergli di raggiungerli ad universi di distanza basta a scambiarlo di posizione con i loro avatar di ricordi ed inchiostro, solcando il tempo e lo spazio tramite scorciatoie presenti laddove abbia dato forma e voce ad un frammento del proprio cuore, lasciandosi alle spalle null'altro che il fruscio di pagine sfogliate. [IH]

    LoremIpsum | Un cuore sempre più affollato, righe e righe di scritte fini a narrare gesta di coloro che Lancelot ha incontrato ed ha scelto di portare con se in forma di mostri e meraviglie, storie scritte nella carta bianca e sbiadita d'un Cavaliere che ha detto no alla propria Fine. Da qualche parte, Lancelot lo sa che non esistono davvero. Sa che quei riflessi non sono altro che parti di lui, che quando compaiono al suo fianco sollevandolo e prestandogli ausilio son le sue stesse mani a stringergli la spalla, a lenire il suo male e combattere i suoi nemici. Una consapevolezza che può far male. Ma che come ogni dolore, può trasformarsi in Potere. Tramite questa tecnica Lancelot potrà incanalare il potere delle sue storie in prima persona, scagliando una qualsiasi delle tecniche a loro disposizione come fosse sua, tingendone la forma d'inchiostro. Ma perché ogni menzogna che ci raccontiamo è dura a morire, potrà farlo solo avendo evocazioni attive al momento del cast. [IH]

    CITAZIONE
    D. , l'Occhio | un professionista non lascia mai nulla al caso. Le frecce di D. son mortali finché lui è in grado di scorgere il suo bersaglio e questa tecnica esiste per eliminare qualsiasi possibilità d'incertezza, aggirare ostacoli ed assicurarsi che nulla possa frapporsi fra i colpi che esplode e l'obbiettivo che devono abbattere: l'occhio dello spettro brilla d'una luce più intensa, la sua vista si fa più penetrante ed assoluta, capace per tre turni di mappare qualsiasi cosa si trovi in un Raggio d'Azione di Lv pari alle Fiabe del Male.

    OOOK ALLO', Lupo e Mannaro sfortunatamente si esauriscono dunque fine dello spasso, torniamo più seri u.u e più cagati in mano che Lance se la fugge da Ronces e dal suo morso usando Bookmark e sfruttando il fatto che tramite Inkheart avesse reso Metallo una simil-evocazione! Lascia che la bestiola si mastichi lo spadone piuttosto che la sua pellaccia ed una volta teletrasportato via (Metallo era stata lanciata con oltre il 1000% di velocità dunque ho immaginato bella lontana, ma non abbastanza da sfuggire del tutto al casino fatto dallo Sbattiterra) casta l'Occhio tramite LoremIpsum, così da guadagnare una vista "assoluta" che gli permette non solo di vedere attraverso il terreno ma anche di farlo a distanza pressoché illimitata almeno per un singolo bersaglio, che in questo caso sceglie essere Lucianus, quello "buono"!
    Nel frattempo i danni del 75% accumulati iniziano finalmente a farsi sentire u.u
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    0-1
    Posts
    1,037

    Status
    ONLINE
    Acciaio anziché carne, Ronces a malapena si accorge della differenza. Rostri su rostri di zanne calano la dove Lancelot si ergeva l'istante prima, tritano il Metallo della sua spada e quando le gengive sanguinano non v'è un solo spirito tra quelli che posseggono la principessa a preoccuparsi del fatto che appartenga a lei, e non all'invasore che hanno desiderato divorare.
    Dolore è tutto ciò che conoscono da un secolo...graffi in più non possono bruciare quanto non faccia ad ogni respiro il cuore di chi nemmeno lo ricorda più, il motivo per cui è stata maledetta.
    Masticano allora, una zolla di terra assieme a ciò che prima era una spada ed ora solamente limatura, perché la fame non ha fine ed anche il suolo è intriso di sangue. Lo scenario che il Cavaliere Nero ha creato ricorda a tutti loro i giorni della guerra, perché è fin dalla sua macabra conclusione che la silente selva avuto il tempo ed il modo di ricrescere, occupando le cicatrici del conflitto con nuovi arbusti e nuova nebbia.
    Per questo le loro grinfie artigliano la terra, la pelliccia variopinta si rizza, e l'inganno che altrimenti li avrebbe calmati fallisce mentre assieme alzano il naso e tastano l'aria inspirando forsennatamente, l'olezzo insopportabile di un nemico ancora caldo tutt'altro che svanito: Lancelot può vedere Ronces dal suo nascondiglio sotterraneo, intuire come l'abbia trovato quando il suo sguardo si punta nella direzione in cui il suo incanto l'ha trascinato, e su quattro immense zampe ella tenta d'iniziare la corsa che la porterà a lui.
    E' quello l'istante in cui uno strattone la ferma. Quello il momento in cui la mano tumefatta di Ginny si stringe alla sua coda, ed in un ultimo sforzo la mietitrice ripone nell'uomo che ha visto tramutarsi in bestia la fiducia che non è più certa egli meriti.
    Non abbiamo ancora finito.
    Insanguinata, distrutta, sfinita. Ancora in piedi solo perché suo padre costrinse la sofferenza a promettere di non sfiorarla, ancora forte perché chi vive abbastanza a lungo nella propria carne impara come essa non sia che un mezzo per l'imposizione dello spirito.
    La mascella contratta, i denti stretti, la frase che pronuncia gettata fuori come un ringhio. Molly pende dal suo polso, legata ad esso dal laccio di pelle cremisi che Morte le donò assieme all'arma il giorno in cui sua figlia riuscì a disarmarlo per la prima e sola volta. Le dita della mano con cui è solita impugnarla affondate nel fulvo ed ispido manto della grande belva, ma di braccia ne ha due ed è alla fine dell'altro che Jhonny abbaia la propria sfida, vomitando il proiettile incendiario su cui la Vendetta ha soffiato la polvere scarlatta del proprio sdegno.

    RRRAAAWWWWRRR!!


    Una rosa cremisi s'accende sul viso di Ronces, brucia come le fiamme che le fate rivolsero alle proprie case pur di impedire agli animali di nascondervi. Le strappa quel ruggito ed assieme ad esso ogni oncia del suo astio, che di nuovo trova in Ginny il bersaglio perfetto su cui sfogarsi...quando il suo muso si riassetta, quando i suoi poco meno di mille sguardi si fissano sulla preda che si è appena eletta a tale. Aldilà della carne ustionata e delle pelli annerite, la rossa che la fronteggia scorge un lampo verde che conosce...
    E nel frattempo, spiato da un Cavaliere che sanguina inchiostro macchiando la terra che ha devastato col nero della vita che scorre lentamente fuori dalle sue ferite. Lucianus prega e strepita e piange nel fossato in cui sta sprofondando, solo e dimenticato, trascinato sempre più a fondo dal crollo delle fondamenta che non ha più la forza di sostenere. Il suo viso trema e così anche il resto della fortezza che ne fa da corpo, pronta a capitombolare di fronte a ciò che non è più capace di sostenere...perché scusa l'ha chiesto, perdono l'ha implorato, ma così come un contratto richiede la presenza di un notaio a validarne le firme anche le sue confessioni non hanno valore se ascoltate da nessuno.
    Lancelot lo vede, e facendolo intuisce quanto poco tempo gli rimanga. Prima che l'opportunità di sfruttare il cavillo che il Mago in rosso aveva posto al proprio maleficio svanisca, e l'unica maniera per liberare Ronces torni ad essere spogliarla con la forza dalle vesti che l'hanno resa feroce, e ferale, e forse ormai imbattibile.



    Tatto - Se la pelle è solo polvere, se le ossa non sono che ombre, è la mente a dare forma a ciò che sotto terra dovrà riposare. Cieca alle menzogne di cui i mortali si riempiono gli occhi, Ginny sa che il corpo non è che la forma con cui la volontà si afferma al mondo. Per questo può rendere il proprio più forte, e appesantire il proprio giudizio con il peso della certezza con cui lo decreta: per cinque turni la sua Forza sarà pari alla sua Velocità, e la prima tecnica scagliata a potere usufruire di questa possenza ne trarrà un aggiuntivo scaling. In cambio è la sua mente a divenire più esposta, e per questo vulnerabile, fornendo ad offensive psichiche nemiche uno scaling aggiuntivo sull'abilità che le genera. Perché ogni rosa ha le sue spine, e modificare l'equilibrio tra ciò che è e ciò che potrebbe essere richiede un adeguato contrappeso.

    Retribuzione - Il dolore degli innocenti è un'arma nelle mani di Ginny, la lama più affilata a sua disposizione, il proiettile che esplode con più forza contro chi l'ha stillato. Eppure un tempo anche lei lo è stata. Nient'altro che una bambina, occhi grandi mentre padre Morte le spiegava come e perché fermare un cuore, bocca spalancata mentre aprendo fauci d'osso egli versava nella sua gola il miasma nero che ne ha fermato il cuore, e le ha dato potere. Nella donna che è diventata, brillano scintille di quell'anima senza peccato. Ne infettano il sangue ed è per questo che bagnandosene, le sue armi possono scagliare colpi scarlatti, forti quanto intenso è il male che le è stato fatto (danno minimo per attivare la tecnica: 25%). Spire diverse da quelle che suo padre le ha donato, non invecchiano ma bruciano come fiamme. Perché Morte c'ha provato, in tutti i modi. Ma nulla ha mai davvero spento, lo spirito della figlia che il fato gli ha affidato.




    Ginny si da da fare, con un ultimo cast di Tatto ed una Retribuzione con potenza del 180%, visti i danni che ha subito! Attira su di se l'attenzione di Ronces, consapevole di non poterla reggere ancora a lungo, ma scegliendo di fidarsi di Lancelot nonostante tutto.
    Lucianus nel frattempo sta sprofondando sempre di più nello scenario ormai devastato, e se crollerà del tutto non ci sarà più modo per raccogliere le sue ultime volontà!
     
    Top
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    31,403
    Location
    dalla stella che brilla di meno...un BUCO NERO O_O

    Status
    OFFLINE
    Li vede soffrire a causa sua. Ronces dissennata e feroce, resa tale dal troppo che non può capire di quanto è accaduto sotto la pioggia di un'Alice che dubita riuscirebbe a domarla ancora. Ginny retta e forte ma sanguinante, distrutta, disposta a lottare ancora nonostante tutto ma certamente conscia di non poter far altro che prender tempo per chi già molto aveva finito per deluderla...
    E poi Lucianus, ciò che di lui stava per pronunciare le uniche parole che avrebbero posto fine al giuramento d'odio cui s'era consacrato. Sul punto di cedere, sul punto di crollare, perché un Lupo bastardo aveva strappato il suo ego e ne aveva massacrato parte fino ad impedire di risorgere persino a chi dal proprio astio era stato reso orribilmente immortale...
    Per un attimo gli mancò il fiato, per un attimo il cuore dolse abbastanza da spingerlo ad afferrarsi il petto con l'unica mano ancora capace di levarsi, stringere come se con le dita potesse davvero tenere insieme i cocci in cui la colpa stava cercando di ridurre la sua coscienza. Ciò che aveva fatto...ciò che era diventato. Stava rischiando di costare a tutti gli attori di quella tragedia ben più di quanto non fosse disposto ad accettare, e tutto solo perché ciò che in lui c'era di malato e marcio aveva preteso quel violento, brutale sfogo...
    Poi scosse il capo. Poi trasformò la stretta in pugno e se la batté sul petto, poi strinse i denti e tese i muscoli ed ingoiò il dolore delle numerose ferite che costellavan la sua fasulla carne e digrignando i denti rifiutò le conseguenze di ciò che aveva fatto e s'impose di porre ad ognuna di loro un rimedio: poteva ancora farcela, poteva ancora essere l'eroe di quella storia. Ed allora tutto sarebbe stato perdonato, e allora ogni malefatta sarebbe svanita innanzi allo splendore dell'aureola che gli sarebbe stata posta in capo...
    Lucianus. Sapeva dov'era, lo vedeva chiaramente, non doveva far altro che raggiungerlo e strappar dalle sue labbra le suppliche che già una volta aveva quasi pronunciato: la disperazione in cui era sprofondato sarebbe stata un incentivo e mai e poi mai gli avrebbe permesso di crollare, di disfarsi, prima di fare l'ultima cosa giusta gli fosse concesso compiere. A costo di tenere in piedi con le proprie stesse braccia la sua forma ormai sventrata, a costo di fare del proprio sangue d'inchiostro la malta con cui i suoi mattoni avrebbero continuato a reggersi abbastanza a lungo da permetterglielo...
    Doveva raggiungerlo. Doveva apparire al suo cospetto e raccogliere ciò che era il solo a poter sentire perché Ronces era ferale più che mai ed il sacrificio di Ginny sarebbe stato vano se non sfruttato per raggiungere la salvezza su cui assieme s'erano accordati: da solo forse non ce l'avrebbe fatta, da solo il dolore d'un braccio fatto a pezzi e delle ferite che il Lupo gli aveva scavato addosso l'avrebbe forse rallentato troppo per permettergli d'agire prima che l'irrimediabile avvenisse.
    Ma solo il Cavaliere aveva scelto di non esserlo mai più e gli bastò volerlo perché due delle Storie di cui s'era riempito il cuore si manifestassero al suo fianco: dall'ombra di Gerione una guerriera oscura, a malapena visibile come una sagoma nera all'ombra del sottosuolo dov'era riapparso emerse impugnando una lama d'ossidiana in ogni mano. Al suo fianco invece uno spettro di vetro, sdoppiato a partire dalla sua stessa immagine, il volto uno specchio che permise all'altra d'esser schiarita dalle scintille smeraldine di cui Lance stesso s'era fatto erede grazie al suo mantello: Luna seppe all'istante cosa fare perché la sua volontà era quella di colui che l'aveva richiamata al mondo, e con la velocità datale da Alizea prese a mulinar le proprie spade innanzi a se, lo scopo quello di scavare un tunnel che avrebbe permesso al Cavaliere di raggiungere il solo che con una preghiera avrebbe potuto porre fine all'ordalia: accuse di codardia morsero ulteriormente il cuore d'inchiostro del Cavaliere, chiedendogli di vergognarsi per aver pensato di strisciare come un topo fino alle rovine di Lucianus anziché emergere e gettarsi assieme a Ginny nella lotta feroce in cui Ronces l'aveva impegnata. Un nuovo affondo, una nuova ferita in quell'orgoglio che già da solo aveva deturpato a fondo, lasciandolo morente e sanguinante. Eppure procedendo in coda a Luna il Cavaliere riuscì ad ignorarla, dicendosi che forse non aveva senso accanirsi nel tentar di rianimare qualcosa d'ormai già morto. E sperando in segreto che compiere l'impresa, fare ciò che s'era detto di voler fare prima che il Lupo pretendesse la propria libbra di carne potesse compiere il miracolo, e risanar quello stesso onore che ne era stato la reale vittima.



    Luna, la Lama | Non è passato molto dal giorno in cui gliel'ha promesso, dopo averla combattuta ed aver rischiato d'esserne sconfitto. Non molto prima che una presenza sinistra si manifestasse nel suo petto, pungolando le Storie al suo fianco con le lame di cui è maestra per guadagnarsi il proprio spazio: Luna emerge dall'ombra di qualsiasi arma il Cavaliere stia impugnando come una sagoma minuta e nera, femminile ma dai tratti appena abbozzati. Al suo comando legioni intere di cristalli oscuri in forma di lame che altro non sono se imitazioni dell'arma con cui l'automa lo sfidò: una Manipolazione di Lv pari all'abilità Fiabe del Male, la forma limitata unicamente a simili spade e come Personalizzazione la capacità di annullare qualsiasi Forza di pari Livello, perché Lance ha imparato come niente possa davvero fermare le tenebre che attendono aldilà dei sogni. Alleata fedele, assassina letale, feroce non come una belva ma come l'inevitabile notte che giunge oltre ogni tramonto.
    CITAZIONE
    Le sue spade son schegge di tenebra, feriscono meglio e più a fondo di quanto ogni altra lama sia capace. Per questo ignorano Resistenze di Lv pari al numero di evocazioni in campo, superando squame ed armature per poter raggiungere sempre il cuore.

    Alizea, lo Specchio | Solaire non era sola. In quella notte fatale in cui il Cavaliere caduto decise che la fine del suo regno non sarebbe stata quella della sua storia, e scelse di portare nel cuore le storie di coloro che avrebbe incontrato nei suoi nuovi viaggi per colmare il vuoto rimasto, c'era anche lei. Alizea.
    La ricorda come una figura esile, quasi evanescente, azzurra come i capelli della donna con cui ha condiviso il letto ed una stella, ammantata di bianco perché è stata un'eroina. Senza volto non perché non abbia amato il suo sguardo ma perché è nella superficie riflettente che lo sostituisce che il Cavaliere rimembra la sua forza: quella di riflettere, specchiar la fine che albergava in lui quanto l'energica gioia della stella e nel farlo mischiarle assieme, permettendogli di conviver senza farsi del male. E questo è ciò che fa quando Lance le sussurra d'aver di nuovo bisogno di lei, comparendo al suo fianco come riflesso distorto ed unendo fati altrimenti separati: rendendo la luce di uno la forza dell'altro, permettendo al Cavaliere ed ai suoi alleati di condivider poteri non propri con chi è degno della loro fiducia. Interrompere un riflesso per instaurarne uno differente costa un'azione.
    [Alizea una volta evocata permette di donare a Lance, una sua evocazione o un suo alleato una copia di un'abilità posseduta da un secondo di questi, di Lv massimo pari a quello delle Fiabe del Male. Nel caso questa capacità interessi un alleato sarà necessario un contatto fisico iniziale, e cambiare legame costa un'azione.]

    CITAZIONE
    Gli occhi brillano argentati, riflettono luci che non li stanno colpendo. Lance e le sue evocazioni condivideranno vista ed udito nel caso rientrino in un Raggio d'Azione pari al numero d'evocazioni in campo ed il Cavaliere sarà in grado di parlar attraverso ognuna di loro, perché in fin dei conti nient'altro che riflessi del cuore di carta da cui prendon vita.

    Convinto più che altro dalle azioni di Ginny a raggiungere Lucians anziché tentare d'affrontare Ronces, Lance è comunque troppo malmesso per farlo da solo e dunque evoca Luna ed Alizea per scavare un tunnel al posto suo u.u in particolare è Luna con le sue spade con antiresistenza a farlo, ed Ali serve giusto per condivider su di lei la velocità di Lance così che possa scavare a Velocità Lv5!
     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    0-1
    Posts
    1,037

    Status
    ONLINE

    SKREEEEEEEEEEEEEHH!!


    Le ferali grida di Ronces sono attutite dalla terra sotto la quale Lancelot scava. Lasciando alla propria armata ombra il compito di aprire la via, demolendo a fendenti un sottosuolo disastrato che crolla facilmente finché Luna non si spinge più in profondità, la dove la terra dissodata dalla devastazione portata dal suo Cavaliere si conclude ed inizia quella più solida ed immobile, rimasta tale per ben più del secolo che separa l'ultimo giorno di una sanguinosa guerra dallo scoppiare più violento dei suoi strascichi.
    Ginny al contrario è muta, le labbra sigillate come quelle del teschio che le decora il viso. E ciò nonostante lotta, e ciò nonostante sferza, raccogliendo il sangue proprio e di Ronces sul filo della propria spada e poi mischiandolo ancora all'ardente fiato che già una volta ha vomitato, lanciandosi come una silente furia su chi sa dovrà essere spellata viva se davvero Lancelot fallirà nel dovere che già una volta ha messo in mortale pericolo...
    E' grazie alla sua resistenza che il Cavaliere riesce a fare ciò che si è preposto. E' grazie al suo sacrificio, perché la forza di mille bestie è troppa anche per la Vendetta ed ella sa che non potrà ancora a lungo reggere quei troppi artigli e quelle fauci in sovrannumero, che a furia di mulinare le proprie spade di cristallo l'ombra nera che porta il nome di un'amica riesce infine a raggiungere il cadente Lucianus, aprendo un nuovo buco nelle pareti che gli sono rimaste così che Lancelot ed il suo seguito possa scorgere ancora una volta il viso addolorato di ciò che di un sovrano, di ciò che di un uomo, è rimasto di degno di essere chiamato tale.
    TU...OOH, TU...
    La grande sala del castello vivente è ormai in rovina, il peso dei peccati di chi vi abita nello spirito eccessivo dopo che egli ha scelto di accettarne la responsabilità. Il volto di pietra è appena abbozzato, schiacciato da mattoni che non ha più la volontà di reggere e dalle innumerevoli escrescenze muschiose nate dalle lacrime che in quello stato non gli è concesso di versare: riconosce colui che mette piede nelle sue devastate viscere, eppure nemmeno la compagnia riesce a restituirgli il vigore necessario a smetterla di sprofondare. Cala lentamente nel terreno, le mura sempre più piegate e fragili ed il soffitto basso a sufficienza perché un Cavaliere possa toccarlo solamente alzando il braccio...la ragione è semplice, e Lucianus non ha più le forze per negare verità come quelle che troppo a lungo si è taciuto.
    IO L'HO DETTO...IO L'HO FATTO.
    La voce poco più di un sussulto nella roccia, ogni sillaba un tremore in ciò che rischia di crollare addosso a Lance e seppellirlo assieme ai resti di chi è stato capace di scusarsi solamente troppo tardi. Eppure lui l'ha fatto, e che dovesse essere sentito era tra le clausole scritte in piccolo del contratto che siglò ai tempi in cui la rabbia lo convinse a condannare se stesso pur di potere infliggere il maggiore male a propria figlia...
    MA ALLORA...IL DOLORE...
    Non capisce, e l'ignoranza è un maglio che cala su ginocchia che il tempo ha reso tremolanti e fragili. Giungendo al suo cospetto Lancelot ha guadagnato l'opportunità di provare a porre rimedio a ciò che il suo sfogo ha provocato...ma la chance è una soltanto, perché di più il fato non vuole concedere a chi aveva in mano le chiavi della salvezza ed ha voluto rischiare di perderle, per dare voce e seguito alla propria distruttiva rabbia. Che siano parole, che siano magie, che siano storie come quelle per cui vive e che camminano al suo fianco quando è fortunato a sufficienza da sapere dare loro forma. All'uomo che oltre le menzogne di un mago ha visto una strada da percorrere non rimane che un solo momento per percorrerla, prima che tale percorso si chiuda per sempre nelle tenebre ammuffite e fredde in cui Lucianus è pronto a trovare la propria tomba.


    Vox Populi - Molly è sempre stata la più caritatevole tra loro. L'unica del trio a gracchiare triste, di tanto in tanto, a sprecar tempo per dare sepolture, a cadaveri cui la terra non avrebbe fatto altro favore che nasconderne la decadenza. L'unica ad aver lacrime da versare, l'unica con ancora un'anima e per questo, la più forte di loro. Ginny può ricordarlo, e finalmente, le sembra quasi di capirla. Quando la Vox Populi si solleva, e gli innocenti chiedon Vendetta, Ginny potrà intingere la punta della sua sciabola nel sangue versato, lasciare che risalga sulla lama fino a renderla scarlatta. Da quel momento, per tre turni, ogni colpo vibrato dalla lama trasporterà il furore degli offesi, guadagnando uno scaling pari ai danni da loro sofferti. Ginny può anche usare il suo stesso sangue, infliggendosi la ferita da cui trarre forza.

    Retribuzione - Il dolore degli innocenti è un'arma nelle mani di Ginny, la lama più affilata a sua disposizione, il proiettile che esplode con più forza contro chi l'ha stillato. Eppure un tempo anche lei lo è stata. Nient'altro che una bambina, occhi grandi mentre padre Morte le spiegava come e perché fermare un cuore, bocca spalancata mentre aprendo fauci d'osso egli versava nella sua gola il miasma nero che ne ha fermato il cuore, e le ha dato potere. Nella donna che è diventata, brillano scintille di quell'anima senza peccato. Ne infettano il sangue ed è per questo che bagnandosene, le sue armi possono scagliare colpi scarlatti, forti quanto intenso è il male che le è stato fatto (danno minimo per attivare la tecnica: 25%). Spire diverse da quelle che suo padre le ha donato, non invecchiano ma bruciano come fiamme. Perché Morte c'ha provato, in tutti i modi. Ma nulla ha mai davvero spento, lo spirito della figlia che il fato gli ha affidato.



    In superficie, una ferita Ginny combatte al proprio meglio contro Ronces, pur sapendo di poterla solamente trattenere temporaneamente. A Lancelot un'ultima possibilità di raccogliere le scuse di Lucianus, prima che egli crolli sigillando per sempre questa possibile risoluzione!
     
    Top
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    31,403
    Location
    dalla stella che brilla di meno...un BUCO NERO O_O

    Status
    OFFLINE
    Per ogni passo, compiuto nel tunnel che un'ombra stava scavando per lui. Per ogni metro guadagnato, per ogni respiro rubato, per ogni battito di cuore per il quale non doveva combattere o respinger fauci da cui stanco, ferito, esaurito com'era forse non sarebbe riuscito a salvarsi. Lancelot respingeva un pensiero, difendendosene con il poco di volontà che gli era rimasta dopo gli ululati ed i ruggiti e tutto il dolore che era riuscito ad infliggere ed infliggersi. Uno semplice, uno breve, una sola parola ripetuta ancora ed ancora ed ancora nella mente di chi per il proprio egoismo aveva deluso colei cui apparteneva. Ginny. Ginny. GinnyGinnyGinny...
    Quando infine lo raggiunse, quando infine Lucianus fu davvero innanzi a lui, rintanato nella fossa dei propri rimpianti mentre il mondo che aveva creato gli crollava addosso. Per un attimo il Cavaliere non seppe cosa fare, non seppe cosa dire. Non seppe come altro comportarsi se non gettandosi in ginocchio innanzi a lui, umiliandosi come lui stesso avrebbe dovuto fare, gridando le proprie scuse a chi stava uccidendosi per le colpe d'entrambi...
    Fallo ancora, Lucianus.
    Ma lui non era pietra. Lui non era immobile, lui poteva cambiare e far di meglio che scusarsi. Poteva ancora farcela. Poteva ancora riuscire, ottenendo col successo ciò che le parole non avrebbero mai ripagato. Le ferite di Ginny sarebbero guarite, il sangue che aveva versato sarebbe stato riscosso. Avrebbe retto il suo sguardo, le sue maledizioni, la sua spada se necessario. Ma l'avrebbe fatto tornando da vincitore e non da vinto, raggiungendola dopo aver fatto ciò per cui lei s'era fidata, mettendo la propria stessa vita in palio.
    Gridalo.
    Non aveva funzionato e Lancelot non sapeva perché. Poteva pensarci, poteva supporre, poteva ragionare e tentar di farlo come l'avrebbe fatto un crudele Mago che di maledizioni simili si nutriva e nelle lacrime e del sangue di coloro che soffrivan grazie ad esse ci faceva il bagno.
    GRIDALO!
    Oppure poteva urlare. Oppure poteva sfogarsi crollando veramente a terra, accasciandosi perché davvero lo spirito era giunto ad essere esausto quanto il corpo, colpire il terreno con un pugno e poi con la stessa mano strapparsi via l'elmo dietro cui s'era nascosto per dar sfogo a ciò che in se aveva d'orribile, schiantarlo a terra con violenza rinnegando tutto ciò che aveva deluso indossando i panni d'un Lupo anziché quelli dell'eroe di cui Ronces e Ginny avevano avuto bisogno.
    FAI IN MODO CHE TI SENTANO ANCHE ALL'ALTRO CAPO DEL MONDO!
    Gli occhi che ardevano piangendo le lacrime bollenti del coccodrillo che sapeva d'essere, la mascella tesa e i denti stretti perché avesse potuto mordere ancora con lo stesso vigore d'una bestia avrebbe azzannato se stesso, punendosi per il peccato d'aver messo la propria vana soddisfazione prima di chiunque altro. Era colpa di Lucianus, era sempre stata sua, ma quanto ancora avrebbe dovuto punirlo prima di capire di non poter cavar sangue dalla pietra?
    DILLO!
    Scuse, invece, quelle si che finalmente avrebbe potuto averle. Non per se, anche per se, per tutto ciò che aveva fatto compreso averlo costretto a mostrarsi per ciò che era davvero, tramutarsi nel disgustoso mostro che avrebbe volentieri nascosto al mondo non fosse stato tanto ammaliato dalle sue promesse di forza e libertà, di fuga assoluta da ognuna delle responsabilità che puntualmente gli ricrollavano addosso. Era stato bello, era stato magnifico, negarlo avrebbe reso solamente più facile cader di nuovo in tentazione eppure Lancelot non era in grado d'impedirselo.
    Ma era giunta l'ora di porre fine a quella storia, di farlo davvero, di farlo per Ronces e Ginny e Lucianus stesso che al contrario dell'uomo prostrato innanzi a lui avrebbe potuto porre rimedio li ed in quel momento a tutto ciò che di sbagliato avesse mai fatto in vita sua. Come Lancelot avrebbe voluto poter fare, come avrebbe dovuto tempo addietro, quando ad ascoltarlo v'era una bambina bionda e non la Vendetta fatta persona impegnata a tenere a bada la più terribile chimera mai esistita.
    Se ai tempi del Regno, se ai tempi di Alice qualcuno fosse giunto a chiedergli di far ciò che stava sbraitando a Lucianus di fare. Lo sarebbe stato a sentire? O proprio come il castello vivente si sarebbe rifiutato, giungendo a spaccar se stesso piuttosto d'ammettere le proprie colpe, e condannar se stesso e lei ad un fato ancor peggiore perché non c'è tragedia più cruda di quella che facilmente si sarebbe potuto evitare?
    DILLO A TUA FIGLIA!
     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    0-1
    Posts
    1,037

    Status
    ONLINE
    I-IO...
    Gli echi della battaglia in superficie disturbano appena la mesta, disperata quiete sotterranea. Cascate di polvere e terriccio piovono dal soffitto cadente di chi tituba ed esita, la delusione dell'avere già fatto qualcosa di difficile come prendersi la colpa dei propri peccati senza avere ottenuto nulla in cambio a pesare come un macigno sull'animo del condannato, che ha stretto il cappio sul collo proprio e su quello di sua figlia...
    E' quella parola a fare la differenza. Non la richiesta di un Cavaliere al limite della rassegnazione di ripetere ciò che già è stato pronunciato, quanto il ricordare al Re divenuto pietra a chi è che le sue scuse sarebbero state rivolte.
    IO.
    Il volto di pietra è appena abbozzato ormai, poco più che ferite nascoste tra i mattoni a scimmiottare i lineamenti di un viso. Consumato dal muschio e dalla rassegnazione, pronto a crollare ed essere terra, lasciarsi divorare dai vermi di cui sente di meritare di essere ancora più in basso...
    Ma anziché farlo riacquista vigore, quando Lancelot lo sferza con il nome che la natura aveva dato a Ronces. La follia l'aveva stravolto, la gelosia deturpato, assieme erano riuscite a farsi strumento della tortura che egli aveva inflitto a se stesso ed all'oggetto del suo malato desiderio. Eppure nemmeno per un solo attimo di quei lunghi lustri aveva dimenticato chi Ronces fosse per lui, e privato della rabbia che un Lupo aveva fatto a pezzi egli riuscì a dire di nuovo ciò che avrebbe dovuto pronunciare molto prima, gridandolo come gli era stato suggerito in un ruggito che scosse le fondamenta di quella collina ormai disfatta, ricordandogli per un'ultima volta dei giorni in cui anziché un povero pazzo era stato un Re.
    IO TI CHIEDO SCUSA, FIGLIA MIA!!
    Per un attimo non accadde nulla. Non come se le sue parole fossero state vane, ma come se il mondo stesso stesse trattenendo il fiato innanzi a qualcosa di assolutamente inaspettato. Per un attimo Lancelot ebbe l'impressione che a sussultare non fossero stati ne lui ne la sagoma di pietra cui era innanzi, quanto più un uomo in rosso che era stato orrore ed era stato un Mago...
    Poi tutto iniziò a tremare. La pietra che per lungo tempo aveva costituito il rifugio di uno spirito incancrenito sul proprio astio vibrò come scossa da un terremoto interno, e l'aria si riempì della cacofonia di ciottoli e ghiaia che franano su ciò che erano state abituate a sostenere...

    R-R-RUMBLE!


    In superficie, tutto ciò arrivò dopo. Lo fece per Ginny, che con lama e vento e piombo stava tentando di tenere a bada ciò che presto avrebbe finito per divorarla...e lo fece per Ronces, inferocita come non ricordava di esserlo stato fin dal tempo della guerra i cui ricordi colmavano di rosso i suoi occhi e di feroce fame le sue zanne.
    Anf...anf...
    Lancelot era svanito...la Vendetta si fidava di lui, ma persino il legame più saldo viene messo alla prova da chiostre di affilati artigli che piovono come un uragano senza lasciare alcuna sosta. Ronces era più forte, più veloce e nessuna delle ferite che riusciva ad infliggerle sembrava fare altro che aumentare a dismisura la rabbia bestiale che incautamente la mietitrice aveva attirato su di se.

    SKREEEEEEEEEEEH!!


    Artigli, corna, coda e zanne, la principessa nata dall'unione di un re fatato ed una mortale era un turbine di tutto ciò ed al suo ennesimo acuto grido scatenò un tornado di graffi e morsi contro la rossa che aveva sperato di poterla trattenere più a lungo...Ginny tentò di proteggersene ma fallì, persino il vento stanco di essere dilaniato da colei che già troppe volte si era mostrata impervia alle sue correnti, finendo sbalzata all'indietro ed affossata a terra in quella che presto sarebbe divenuta la sua bara.
    Nnggh!!
    E Ronces non perse l'occasione, perché l'istinto assassino di mille bestie le impedì di vedere in Ginny altro che un boccone indigesto da poter finalmente consumare: balzò e le si gettò contro, chiostre molteplici di denti ferali pronte a chiudersi su di lei e smembrarne l'immortale corpo fino a farne un sanguinoso, macabro boccone...
    Fu allora che il tremore nato sottoterra raggiunse finalmente il suolo. Ed allora che il ruggito della miriade di fiere incespicò, strozzato nella gola di colei che trionfante l'aveva gridato...tramutandosi nell'urlo di una singola donna, che si estinse presto in un confuso singulto.

    GGRRRAAAAA---AaAaaAAAaaaAaa---aaaaaaaah?!


    Nelle profondità ove Lucianus aveva rischiato di perdersi per sempre Lancelot lo vide...il corpo di pietre e massi che egli aveva abitato tanto a lungo sgretolarsi in sabbia, e da esso uno spirito condensarsi al centro di quello spazio ormai vuoto, incapace di sostenere il peso della terra nella quale gli smottamenti della battaglia l'avevano costretto ad affondare: colse a malapena il guizzo di una chioma nera, il brillare di una piccola corona, e quello che forse era un sorriso infine quieto...
    E poi il mondo crollò loro addosso, minacciando di tumulare entrambi in quella solitaria tomba.
    Ro...Ronces?
    In superficie, ancora a terra a causa del colpo che l'avrebbe dovuta vedere morta...Ginny riaprì gli occhi, che istintivamente aveva chiuso in quello che aveva creduto essere il proprio ultimo istante. Prima uno e poi l'altro, faticando nell'abbassare le braccia con cui aveva preteso di potersi proteggere il volto dalla fine che dopotutto era giunta anche per lei: innanzi a se non trovò che silenzio...spezzato unicamente da un pianto limpido, musicale, proveniente da sotto ciò che al suo cospetto si presentava come un'immensa coperta di pelli e pellicce cucite assieme in malomodo.
    Un bozzo singhiozzava, sommerso da tale mantello...ne pronunciò il nome, o almeno quello che sperava fosse il suo. Non ottenne risultati, ed il desiderio di afferrarne i lembi e sollevarlo per svelare se davvero il Cavaliere ce l'avesse fatta fu arduo da contenere. Se ci riuscì fu unicamente grazie a quel pensiero...ed al nome di colui che forse era riuscito a compiere un miracolo, che un Mago aveva dato per scontato nessuno avrebbe mai officiato per sciogliere un maleficio.
    Lance.
    Lo sussurrò, prima di levarsi per guardarsi attorno. La foresta silente come non lo era fin da quando come intrusi vi si erano infiltrati...le nubi in cielo sul punto di disperdersi, e più nessuna pioggia a bagnare di amare lacrime la conclusione di una tragedia durata quanto una vita d'uomo.
    Eppure quella pace non la soddisfò, non perché fosse un'ingrata ma perché sapeva di chi fosse merito. E non l'avrebbe soddisfatta finché il proprietario di quel nome non avrebbe risposto al suo richiamo, colmo di un panico che neppure innanzi alla prospettiva della propria stessa fine la mietitrice aveva veramente provato.
    Lance?!



    Il crollo ha una potenza del 200%! Cade sia su Lance, sia sulle sue evocazioni...sia su qualsiasi cosa stia diventando (o tornando ad essere) Lucianus!


    Edited by Death Itself - 15/4/2024, 19:45
     
    Top
    .
76 replies since 30/12/2022, 11:30   727 views
  Share  
.