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Tutto quello che non volevate sapere sui brutti ceffi altrui

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    Le forze del bene hanno cannato e andare tutti a farvi fottere.

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    È tosta rispondere perché trovo che ogni tipo di autoanalisi sia difficile da effettuare, e laddove si sia in grado di effettuarla sia difficile da esprimere. Tanto più che io spesso e volentieri faccio le cose per la Vibe e non per i Temi e c’è una vibe assolutamente accomunabile a tutti i miei PG – il tizio depresso impegnato in una quest per prendere a pugni Dio - ma mettere a fuoco il Tema mi ha richiesto di freezarmi un attimo perché non ci avevo mai pensato, al limite pensavo a Temi diversi vagamente connessi che si accennavano qui e là, ma mai al concetto attorno cui orbitavano. Posto quindi che io sono di quella scuola di pensiero per cui un autore racconta Sempre gli stessi temi su cui ha avuto un imprinting e Sempre la stessa storia che inconsciamente gli riconfermi i propri bias non importa quanto spazi tra forme e argomenti, qualcuno potrà dirmi se la cosa traspare o meno, o se traspare completamente altro, ma credo che il tema e la narrativa dei miei PG e delle mie storie sia il Niente.
    Nel senso espanso del termine e nelle sue diverse declinazioni ovviamente, ma tutti i miei personaggi si trovano costretti a misurarsi col Niente. Ciò che cambia è il modo e la conclusione a cui arrivano, ma non il conflitto alla base. C’è sempre una Mancanza, mancanza che porta a determinate scelte per riempirla, ignorarla, o anche più semplicemente Capirne il motivo. Tempo fa io e B parlavamo di nichilismo e io gli dissi che il sunto del mio pensiero a riguardo è che “È il punto del nichilismo che le cose siano Le Cose, e ora piangici sopra.”. Da qui la mancanza, che sia di senso o di soluzioni, perché con quella frase intendevo semplicemente che la carica di significato che diamo a qualcosa è effimera, soggettiva e stabilita a priori, ma non è necessaria per definire la cosa stessa. Tu puoi dirmi che la pioggia sono le lacrime di Dio che piange, uno può dire che la pioggia è fatta dalle anime dei nostri cari che scendono a concimare i campi, ma io posso semplicemente dirti che la pioggia è Acqua che cade. Che le prime due credenze siano vere o no è ininfluente, non solo perché non sono verificabili, ma perché non servono a descrivere la pioggia. “Acqua che cade” invece si. Puoi darle l’origine e il significato che preferisci, ma sono vuoti. L’unica cosa oggettiva della pioggia è che si tratta di acqua che cade. Non c’è scopo, né motivo o significato: è così e basta. Questo si collega a TANTISSIME delle cose che scrivo, forse a tutte, perché il 90% del valore che diamo a qualcosa deriva dal significato e la narrazione che vi abbiamo assegnato, che sono elementi ininfluenti nel definirla. La mia tematica è il Niente, e la reazione che il personaggio ha nei confronti di questo Niente perché una volta che inizia a percepirlo non è più in grado di ignorarlo.
    E il fatto che quindi la maggior parte delle cose nude e crude siano UNA MERDA non gioca a favore della felicità dei miei PG, che spesso si ritrovano in una crociata contro l’universo stesso per trovare un significato accettabile al perché suddetta merda accade. Non sai perché stai male, non sai perché DOVRESTI stare male, a che scopo, ma che STAI MALE lo sai benissimo, che ti siano successe cose che ti hanno danneggiato è oggettivo. Il non trovare spiegazione al perché dovesse succedere peggiora solamente le cose.
    Zero soffre ma nemmeno sa perché, forse un perché neppure c’è. Se ne può discutere, giungere a diverse conclusioni, ma il fatto che stia soffrendo è l’unica cosa oggettiva, l’unica cosa Reale. La sposa di D è morta, e lui non è in grado di andare avanti senza di lei. Forse l’anima esiste? Forse è in un posto migliore? Forse oscuri rituali potranno riportarla da lui? Si, No, Boh? Non porto praticamente mai narrative in cui l’anima esiste perché non c’è una definizione precisa, un indizio, e l’unica verità oggettiva che puoi dire quando una persona muore è che quella persona È morta. Della moglie di D non è rimasto niente, lui non la rivedrà mai più. Magari non è neanche realmente mai esistita, ma la sua Mancanza è Reale. D può cercare di dare un significato a questa morte, trovarci uno scopo per fare le cose che farà in futuro e costruire un Ricordo di lei che duri nel tempo e dimostri che non è vero, che lei è esistita. Ma ciò non cancella l’unica certezza, ossia che lei non c’è più. Che cosa sono tutti i rituali di Emme e del Silenzio, se non un tentativo di capire se c’è un Dio a volere tutto questo? Quale motivo se non capire il Perché della realtà folle e terrificante del rave?
    La reazione di D al Niente è iniziare una guerra personale col creato. Quella di Zero è lo stoicismo, il provare comunque ad andare avanti. Per vedere se magari c'è qualcosa di buono alla fine di questa ordalia, perché tanto il tempo e il dolore passeranno comunque: tanto vale fare un tentativo. Tante reazioni opposte, ma il problema alla base è lo stesso.
    Questo mi spiega anche perché i miei PG sono tendenzialmente gente poco sveglia. Da un lato lo sono io quindi è self inserting, dall’altro la loro incapacità di venire a patti col Niente, di passare oltre, è dovuta a una certa inettitudine di fondo che altrimenti renderebbe questa crociata meno interessante e più “archiviabile”. Certo, la cosa non gli impedisce di farsi seghe mentali visto che i miei personaggi, non importa quanto terra terra, con abbastanza tempo a disposizione finiscono comunque con lo sbattere il muso sui massimi sistemi. L’intera mitologia attorno a Oz, Occhi di Serpente e famiglia, si basa sul fatto che la realtà è un posto orribile, la natura è Malvagia per chi vi nasce. Si può dimostrare che un creatore esiste? No, ma si può dimostrare senza problemi che se esistesse sarebbe Mostruoso, un essere apertamente malvagio, che se una Grande Madre ci ha generati deve per forza averlo fatto in seguito a una violenza perché è Personale il livello di odio e punizione che ha nei confronti dei suoi figli. Il dilemma di Oz è che una creatura bisognosa d’amore in un mondo Terrificante, basato sulla distruzione, e il suo conflitto con Occhi di Serpente non è qualcosa che si può risolvere sconfiggendola – questo anzi dimostrerebbe che è vero – ma nel Dimostrare che lei ha Torto. Lui brama l’affetto, e contemporaneamente ha dentro di sè istinti di puro odio, violenza, autodistruzione, è venuto al mondo letteralmente per non essere altro, ma la natura lo ha costretto a starci male. Nasci, vivi, muori, questo è dimostrabile. Che ne valga la pena, invece no.

    Edited by r a v - 6/3/2024, 09:54
     
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    ECCHIME ANCHE IO, cerchiamo di mettere ordine alle idee: nel mio caso ci sono differenze sostanziali tra due dei personaggi che muovo ed il terzo, dove però sui primi due mi ritrovo molto di più in qualcosa che a pensarci ritrovo anche su personaggi che muovevo in passato (per chi sa: non tanto B quanto piuttosto Jacob Black, versione Spiral).

    Sul rave sono Jekt e Lance, e la tematica che a parer mio ripresento in salsa differente è quella del fallimento: non tanto uno di quelli grossi e disastrosi ma singoli quanto piuttosto il cercare di venire a patti (o più spesso Non volerlo fare e sviluppare meccanismi per evitarlo) con una serie di ciò che si percepisce come fallimenti da cui non si riesce a scappare, come una pessima abitudine che non si riesce a migliorare e riporta ancora ed ancora alla stessa situazione davanti a cui ci siam già trovati mille volte.
    Jekt ce l'ha con la fiamma e ciò che lo porta a fare, Lance invece col Lupo, ed in entrambi i casi l'idea iniziale è quella di deresponsabilizzarsi così da poter dar la colpa ad altro rispetto a se, potendo così fingere d'essere innocenti e senza colpe. Cosa che per nessuno dei due funziona, perché entrambi sanno ed han sempre saputo che Fiamme e Lupo non erano altro che loro stessi, e li nasce la principale differenza tra i due perché dove Jekt rimane bloccato in questo loop Lance almeno ci prova a cambiare ed evolvere, sperando che nel farlo la cosa si risolva o perlomeno cambi (anche se i momento in cui proprio la affronta Direttamente sono estremamente rari).

    E sinceramente nello scriverlo mi viene in mente che il tutto possa avere molto a che vedere con la mia tendenza all'evitamento, emersa durante il periodo in cui mi ha seguito una psicologa xD collegamento a cui fino ad ora effettivamente non avevo mai granché ragionato u.u

    Sheol è abbastanza al di fuori di questo schema invece, ed è più probabilmente simile a qualcosa come un più semplice sfogo. Per lungo tempo è stato qualcosa che ho rivisto (anche se in salsa estremamente diversa) in David di Edgerunners, ovvero quel tipo di personaggio che sa di essere miracolato anche solo per essere ancora vivo e star facendo cose anziché esser rimasto e/o sprofondato nel peggio schifo esistente, e per questo si vive tutto con abbastanza "leggerezza", della serie "vabbè, tutto quanto fino a qui è già stato grasso che cola", e si lascia consumare senza grossi limiti dalle passioni di ciò di cui sa di esser già fortunato a poter fare esperienza. Mo sta cambiando abbastanza perché dalla prima volta da inizio rave ha uno scopo vero e proprio, roba Grossa e non limitata alla singola scena, ergo sono in realtà piuttosto curioso di vedere dove la cosa lo porterà u.u proprio per la sua natura di sfogo è anche il personaggio che si scrive più "da solo", nel senso che molto più spesso che con gli altri quando inizio un post non ho la minima idea di dove andrà a parare.
     
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    Ci ho pensato su, ma temo sia una di quelle autoanalisi in cui non sono mai stata brava, e la cui risposta dovrei piuttosto chiederla a voi.
    Detto questo, l'unico punto in comune che riesco a trovare a Luna e Sol è un senso di ricerca, una spinta ad imbarcarsi e rischiare, per migliorare la propria condizione ed in generale, vivere un'esistenza più piena o felice.
    Nel caso di Luna è più evidente, essendo stato il suo inizio più "vuoto", ed essendo che spesso i rischi che si prende son più fisici e potenzialmente letali, rispetto a quelli di Sol che tende a scommettere più in senso emotivo che altro (anche se i suoi bei rischi se li è presa anche lei, spesso non rendendosi conto di quanto gravi).
    Nello specifico, ciò che considerano la felicità da raggiungere cambia ampiamente tra l'una e l'altra; ma entrambe sono mosse principalmente da quello.

    ...probabilmente non è molto, ed anzi, aveste altre idee a tal riguardo che avete notato leggendomi, sarei curiosissima di saperle!
     
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    CITAZIONE (Lunar Eye @ 6/3/2024, 09:06) 
    Ci ho pensato su, ma temo sia una di quelle autoanalisi in cui non sono mai stata brava, e la cui risposta dovrei piuttosto chiederla a voi.
    Detto questo, l'unico punto in comune che riesco a trovare a Luna e Sol è un senso di ricerca, una spinta ad imbarcarsi e rischiare, per migliorare la propria condizione ed in generale, vivere un'esistenza più piena o felice.
    Nel caso di Luna è più evidente, essendo stato il suo inizio più "vuoto", ed essendo che spesso i rischi che si prende son più fisici e potenzialmente letali, rispetto a quelli di Sol che tende a scommettere più in senso emotivo che altro (anche se i suoi bei rischi se li è presa anche lei, spesso non rendendosi conto di quanto gravi).
    Nello specifico, ciò che considerano la felicità da raggiungere cambia ampiamente tra l'una e l'altra; ma entrambe sono mosse principalmente da quello.

    ...probabilmente non è molto, ed anzi, aveste altre idee a tal riguardo che avete notato leggendomi, sarei curiosissima di saperle!

    Metto al servizio della comunità i miei studi di analisi del testo liceali per fornirti la visione esterna alla domanda: Luna e Sol sono due personaggi apparentemente Moooolto distinti, ma se si lavora ad inquadrarne potenziali temi alla base, se ne può uscire con il concetto comune di "Costruzione di Identità". Non Ricerca, Riscoperta o altro, ma Costruzione: entrambi sono personaggi fondati sull'essere partiti da un punto equivalente allo 0 della propria vita, niente di precedente ad esso, niente a cui rifarsi, niente da elaborare, da superare, da ricordare, sono entrambe una pagina bianca di cui si parte alla prima riga.
    La particolarità è come entrambe sviluppano la Costruzione di se stesse, in cui invece hai tracciato un parallelo interessante e diametralmente opposto: Prendere e Dare. Per Luna è ovvio, la sua personalità si è interamente fondata sul Prendere, che sia memorie, poteri, personalità o oggetti, non è soltanto un collettivo di quel che ha vissuto, ma lo è fondato su una base in cui lei, ridotta ai suoi minimi termini, è il desiderio di prendere dagli altri, e così costruire se stessa; per Sol non sembra ovvio, ma in realtà è pressappoco la stessa identica cosa, solo al contrario: la personalità di Sol è fondata interamente sul Dare, che sia aiuto, cura, emozioni, supporto, poteri e via andante, anche lei parte come pagina bianca ma ridotta ai minimi termini il suo istinto è Aiutare, ed ecco che anche lei forma un collettivo non interno ma esterno, di persone con cui ha stretto rapporti, con cui ha legato e che la portano nel cuore, esattamente come Luna ha 4-5 persone dentro che la compongono, Sol ha 4-5 persone fuori che portano avanti parti di lei, e così come la personalità di Luna si è costruita da ciò che ha preso e che ora vive, quella di Sol è formata da quel che ha dato e quante delle sue scene e storie riguardano Lei in soccorso di, oppure chiamata in aiuto da, oppure in compagnia di ecc ecc ecc e tutte queste cose la compongono, e sono sicuro che quando ti metti a scrivere Luna pensi a ciò che è, a ciò che le viene da Raks, da Jacob, da Thamaja e da Selene, e quando ti metti a scrivere Sol pensi a ciò che è, al suo rapporto con Lance, il suo lavoro al Ramo, la sua amicizia con Jenn, i suoi dissapori con Sheol, i suoi vecchi flirt passati presenti e futuri.

    Aggiungo, in questo si può quindi ipotizzare non solo che "Costruzione di Identità" sia il tema che ti passa spesso in testa, ma che soprattutto tutto quel che riguarda "Rapporti con gli Altri", perché entrambe sono al 100% costruite su quello e non è scontato che lo siano: un pg Pagina Bianca che debba costruirsi da 0 ma che lo faccia interamente da solo scoprendo se stesso è perfettamente possibile, ma le tue due interpretazioni del fatto richiedono entrambe il 100% Completo di interazione con gli altri ed è interamente da quella interazione che deriva la costruzione. Anche questo direi che è un "tema" o comunque "elemento" ricorrente e che puoi considerare come tuo

    Edited by Beast ~ - 8/3/2024, 18:06
     
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    Innanzitutto...grazie per il tempo che hai dedicato a questa analisi, che ammetto m'è piaciuta molto. E che trovo in effetti sia molto veritiera, sia molto utile c:
    Perchè si, concordo con entrambe le cose che hai detto, tanto per la costruzione di un'identità (diciamo che Sol partiva comunque "avvantaggiata" rispetto a Luna, avendo un "core" di personalità già più definito, ma che comunque nel tempo si è dovuto scontrare parecchio con tutto ciò che non conosceva davvero, e su cui aveva solamente fantasticato), quanto per la centralità dell'interazione che in effetti, ora mi sento abbastanza sciocca a non aver considerato, visto quanto sia effettivamente alla base di entrambe.
    Molto bello anche il parallelo, riguardo al dare o piuttosto al prendere!
    Ed interessante, anche al di fuori del discorso personaggi, vedere come anche se le cose le ho fatte evidentemente a caso fin dall'inizio, collegamenti simili si possano comunque tracciare ed individuare.
    E, forse rispecchiando questo tema del rapporto con altri che è emerso dalle mie pg, ammetto che ciò che ho sempre trovato molto utile nello scriverle e svilupparle è appunto stato il confronto con voi. Un sacco di belle idee che poi ho applicato ad una o all'altra le ho avute o chiacchierando con voi a riguardo, o vedendo com'è che voi stavate gestendo situazioni ed eventi coi vostri personaggi, o proprio durante le giocate stesse!
     
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    Mi unisco anch'io alla festa, per dirvi che tutti i miei pg parlando di...mio padre?!
    Per quanto sembri un meme, temo (e quasi quasi non mi sarebbe piaciuto non scoprirlo mai) che un collegamento esista davvero: analizzando sotto questa luce tutte e tre le pg che ho mandato a scorrazzare per i mondi, mi sono resa conto come ciò che condividono sia un rapporto particolare con l'autorità.
    Ginny con suo padre, Ys con il suo re, Babe con le voci che le parlano in testa...essendo che non ho chissà che problemi con il concetto nudo e crudo di autorità, mi sono interrogata un po' riguardo il perché stessi evidentemente orbitando attorno a questo tema.
    E probabilmente la questione della figura genitoriale potrebbe davvero essere inerente! Chiariamoci, non ho traumi parentali più grossi della media, ma certamente nel crescere e soprattutto nell'adolescenza la figura di mio padre è stata quella più importante all'interno della mia famiglia, soprattutto per la natura oppositiva del nostro rapporto.
    Probabilmente la cosa mi è rimasta più addosso di quanto non pensassi, o magari la ritengo inconsciamente un punto di partenza comune nella crescita di un personaggio? Chi lo sa!
    Beast, nel caso tu volessi psicanalizzare anche il mio trio di disgraziate, prego! Magari mi sfugge qualcos'altro, ma nel frattempo ringrazio comunque per l'ottimo spunto che m'ha fatto perlomeno considerare cose a cui altrimenti non sarei mai finita a pensare!
     
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    E già che ci sono, rubo l'idea a Beast che alla fine non ha più domandato su una questione che a parer mio è abbastanza interessante u.u ovvero: cos'è che i vostri pg ritengono necessario per giustificare un omicidio, in particolare operato a mano loro? Anche nel caso siano "vabbè chissene uccido la qualunque", hanno qualche tipo di limite? Come si giustificano il diritto a togliere la vita ad altri?

    Sento un po' voi e poi mi unisco anch'io con considerazioni a riguardo sul mio magico trio u.u
     
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    Mmmh ci ho messo un po' per rifletterci e non capisco perché visto che UNA VOLTA TANTO la risposta per i miei PG è estremamente semplice xD forse era proprio per quello boh.

    - Zero semplicemente non vuole uccidere. Di base è un bravo bambino che vuole essere un supereroe, ovvio che l'ammazzare qualcuno lo vede come un fallimento e una vergogna. Contemporaneamente è abbastanza bravo a dimenticarsene quando la cosa diventa una questione di O io o O te, o in quei momenti in cui è troppo esasperato e gli viene quello "snap" come da Ariamis o a Carcasse, in cui tira fuori tutta la sua parte merdosa e parte in una killing spree ferocissima. Razionalmente sa che uccidere a volte è inevitabile, ma c'è sempre quella parte idealizzata di lui che rifiuta la complessità e diciamolo, cerca sempre un motivo per impedirgli di crescere, migliorare o semplicemente scendere a patti con i propri errori. Quindi quale modo migliore di tormentarsi se non pensare a coloro che non solo non può salvare, ma ha direttamente ammazzato con le sue mani?

    - D è un soldato da tutta la vita, quindi completamente desensibilizzato all'idea di stroncarne una. Ciò non significa che sul lungo andare non senta il peso di tutte le persone che ha ammazzato, ma è una cosa che prova di riflesso: non è a lui personalmente che la cosa tocca, ma a fargli male è sapere quanto sangue ha sulle mani, quanto poco provi all'idea, e quanto dolore ciò infliggerebbe alla sua sposa se fosse ancora viva e lo vedesse. Poi appunto, come visto a The Machine si può trovare a empatizzare con quei poveri cristi in cui si riconosce, tirati in ballo come carne da cannone, ma ciò non gli impedisce comunque di aprire il fuoco: è abbastanza bravo a mettere in pausa il senso di colpa almeno fino alla fine della missione, e nel caso a trovare giustificazioni per la cosa. Di base quindi, D uccide per mero calcolo o perché veramente Tanto incazzato. In questo secondo caso si può mettere veramente di impegno per causare un danno e un numero di morti più alto e salato possibile anche a costo di rimetterci lui, come visto contro Fink, e la cosa lo fa sentire decisamente meglio quando riesce. Lo rilassa al punto da diventare molto più amichevole.

    - Oz è più come un felino. Uccide perché ha fame, perché è divertente, perché è il suo istinto ed è fin troppo ben armato a livello naturale per non farlo. Come molti animali e culture primitive comunque, c'è comunque un minimo di logica dietro e l'atto conserva delle caratteristiche rituali. Uccidere una preda forte è un modo per affermare la propria di forza, e assorbire quella della vittima divorandola. Di fatto Oz rispetta Immensamente le creature di cui si nutre, consapevole che nulla possa impedire che un giorno lui sarà al loro posto. È anche il motivo per cui, nonostante sia un grumo di incazzatura ambulante, Oz uccide sorprendentemente Pochi esseri sapienti: sono deboli, ricorrono a trucchi o tecnologie o poteri arcani, non c'è Forza da dimostrare e ottenere facendoli fuori. I "deboli" in generale gli fanno pena e tenerezza, quindi cerca di starne alla larga. Non cambia che comunque stia molto Comodo nel fare a pezzi qualcuno per qualsiasi buona motivazione, se necessario o se la cosa scende nel personale.
     
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    Per quanto riguarda Sol, la risposta è facile: per lei, uccidere non è lecito mai. Di suo ha fatto "eccezione" solo per cose che non percepiva come vive, come ad esempio i robot di The Machine, o varie creature mostruose che percepisce più come pericoli per la vita altrui, che come creature viventi in se per se. E benchè sia ormai arrivata a capire come a volte ci possano essere poche altre soluzioni, molto difficilmente arriverebbe a farlo di prima persona, e mai ce la farebbe senza starci molto male. Non a caso ha sviluppato le sue varie tecniche di abbraccio, con Galaxyhug come massimo, che le da l'alternativa di chiudere qualcuno in un'illusione eterna e felice piuttosto che dovergli fare del vero male.


    Luna invece è più difficile, principalmente perchè non ha una morale fissa a riguardo, e ragiona molto caso per caso. Come per molte altre cose la influenza principalmente il suo periodo con Raksaka, per cui la violenza non è affatto qualcosa da evitare ma anzi, una soluzione spesso molto pratica, anche nel caso debba farsi letale. Non ha il concetto di valore intrinseco della vita, per cui a suo avviso il diritto a vivere è più qualcosa che va guadagnato rispetto ad un dato di fatto valido per tutti. Il che si applica ugualmente a qualsiasi creatura, sia essa intelligente o solo bestia, ma se nel secondo caso l'unico modo per meritarselo è la forza, nel primo ne riconoscerebbe anche altri. A tal riguardo, il modo semplice di porla è che va molto a "simpatia". Nonostante tutto questo non è sanguinaria a prescindere, ed è difficile che arrivi davvero ad uccidere senza una ragione.
    Per quanto Raks sia sempre l'influenza maggiore anche Jacob e Selene ci mettono del loro, ed a tal riguardo immagino il primo come un po più equilibrato, e la seconda come molto più spregiudicata e possibilmente crudele. Non a caso, la caccia senza quartiere alle bambole sopravvissute al finale dell'Esbat è il sintomo principale della presenza in lei di ciò che rimane di Selene.
     
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    Eccomi qua! Allora allora:

    Per quanto riguarda Ginny, uccidere è letteralmente il suo mestiere. Conscia di come la morte, nella sua concezione delle cose, non sia una fine ma un'opportunità di rinascita - o almeno così dovrebbe essere, se suo padre non avesse bloccato il processo, ma Ginny rimane confidente che prima o poi le cose torneranno a scorrere come dovrebbero - , uccidere per lei è qualcosa di molto meno definitivo. Ed ha a che vedere con il suo lavoro, in quanto come mietitrice di Vendetta è suo compito raccogliere le anime di coloro che spingono altri ad invocarla. Nonostante questo rimane un velo di ipocrisia, visto che pur non essendo la morte una vera fine, comunque dissolve la personalità di chi ne è vittima ed anche una volta rinato, egli non sarà lo stesso: motivo per cui comunque non vuole vedere morire coloro a cui tiene (oltre che per la paura che Morte possa tormentare le loro anime per fare dispetto a lei). Nonostante questo, può ritrovarsi ad uccidere con facilità e senza particolari rimpianti.

    Ys invece è diversa, resa tale principalmente dagli incontri che ha fatto: di suo, non ha granché chiaro che la vita dovrebbe avere un suo valore intrinseco, essendo stata serva della corte di un Re che amava le esecuzioni pubbliche di chiunque lo contrariasse, anche poco, e che spesso usava proprio Ys come boia per portarle a termine. Non ha mai provato piacere nel farlo, esercendo la sua funzione come lo strumento senza anima che era prima di fuggire, e questa è tra le altre cose una di quelle che sta tentando di decostruire: avendo incontrato Lancelot, e poi Eden, e poi Solaire, ha appreso da loro come la violenza possa essere una risposta ma non debba essere la prima o quella principale. Se in pericolo non esiterebbe comunque ad attaccare in maniera letale, più a causa del panico che per una concreta volontà di fare del male, ed in generale per ottenere qualcosa che vuole riterrebbe più che valida la minaccia come metodo, anche tramite le Promesse che può imporre tramite la sua Voce.

    Infine Babe è semplice, nel suo essere matta: ha pesanti tendenze omicide, trovandosi a riflettere su come e quando poter infilare il coltello in gola a qualcuno anche quando questo è suo alleato. Non solo la vita altrui non ha valore ma neppure alla propria ne da molto, e non avesse qualcosa di simile ad uno scopo probabilmente l'avrebbe già fatta finita da sola, anche solo per non sentire più le voci che le infestano i pensieri. Essendo che il suo primo atto da libera è stato proprio uccidere le sue "sorelle", farlo le da una sensazione di piacere in memoria di quei primi momenti fuori dalla gabbia in cui è cresciuta. Ha comunque bisogno del suo coltello per farlo, senza non le darebbe soddisfazione.
     
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    E direi che è la mia volta u.u


    Partiamo da Lance che è il più tranquillo: per lui va benissimo uccidere "i cattivi". Che siano persone o che siano mostri, per lui quel che è riassumibile come "malvagio" merita assolutamente di essere eliminato e farlo non gli causa alcun rimorso: il problema sorge, come spesso fa per lui, nell'effettivo rendersi conto che a parte rari casi (che attivamente adora) non è così facile inquadrare cos'è buono e cos'è cattivo, e li ci si incasina. Essendo che a raccontarsi cazzate non è malaccio può comunque gestire un omicidio se riesce a giustificarsi la "malvagità" di chi ha accoppato, al contrario ci sta di merda quando muore chi secondo lui è "buono" (vedasi Aurora che gli è esplosa davanti ed ancora c'ha il trauma addosso).
    E poi c'è il Lupo, che è la parte di Lance che manda affanculo l'ipocrisia di cui il Cavaliere si veste e che dunque gli dice "ma senti coso, lo sai anche tu che la questione buoni/cattivi la maggior parte di volte è una cagata, dunque famo che basta e che semplicemente ammazzi chi ti da fastidio Perché Si, perché Puoi Farlo"; ed è una voce interiore che Lancelot tenta d'ascoltare il meno possibile e che respinge, ma che poco a poco sta trovandosi ad accettare perché dopotutto ad ora non ha mai avuto conseguenze eccessivamente negative per averlo fatto.


    Jekt invece è molto più rassegnato: causa Maledizione per lui uccidere è una vera e propria necessità e le fiamme giungono letteralmente a torturarlo fisicamente e psicologicamente, nutrendosi della sua carne e dei suoi ricordi (ormai più di questi ultimi visto che di carne ne è rimasta poca), se evita di farlo per troppo tempo. La cosa lo fa ancora stare male ma più come un malumore diffuso e perenne che come un senso di colpa da "tragedia", tanto abituato è alla cosa, ed anche di fronte alla consapevolezza che tanto la stragrande maggioranza dei suoi crimini alla fine finirà per dimenticarli e buona li. Tenta perlomeno - a volte inconsciamente, a volte apposta - di avere a che fare con qualcuno che considera già "condannato", come ad esempio soldati o simili, motivo per cui spesso quando vaga da solo finisce su campi di battaglia o luoghi simili ad uccidere gente che già di base era li per farsi ammazzare. Visto che comunque c'ha la furia facile non è per niente difficile invogliarlo ad uccidere qualcuno, perché se al suo bisogno fisiologico di commettere omicidi aggiungi pure il fastidio provato per qualcuno ha sostanzialmente fatto tombola.


    Ed infine Sheol, quello dei tre che a riguardo si fa assolutamente meno problemi: uccidere non solo è una possibile e spesso ottima soluzione ai problemi ma è anche un divertente passatempo, ed una maniera a tratti inconscia di vendicarsi dei bastardi che al contrario suo non sono nati letteralmente in un inferno di fango e merda e che per questo a sentir lui sono direttamente responsabili della situazione in cui è cresciuto. Ed aggiungerci pure la tortura è ancora meglio, distende i nervi e ringiovanisce la pelle ed in generale è un gran spasso, e se anziché gente a caso riesce ad accoppare qualcuno di potente/influente ancora meglio perché sicuro sicuro se le meritava tutte le grida che gli strappa.
    E come dimostrato dal caso Emme un assassinio può anche essere una bellissima dichiarazione da parte sua, considerando anche che quelli che ammazza più volentieri poi se li porta dentro in forma di runa di sangue grazie alla tecnica Bloodborne.
     
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    Visto che l'ho già citato di sfuggita da Ginny, e di nuovo lo citerò nel post che sto preparando per la role, lo sapevate che la periferia di Novanta ha il suo superore/il suo criptide ufficiale? Nella prima decade del duemila la popolazione e la malavita della zona (due cose che a Novanta praticamente coincidono) vennero terrorizzate dalle apparizioni notturne di un misterioso vigilante dalla forza erculea e l'aspetto di un demone, che pare si sia reso protagonista di diversi scontri con la criminalità locale.
    Nessuno è mai riuscito a riportarne con chiarezza l'aspetto e i TG avrebbero paragonato i suoi avvistamenti a quelli del misterioso Jack il Saltatore. L'unica vaga descrizione venne fornita da una famosa adescatrice locale secondo cui "Era grosso, ma proprio gonfio, venoso, era tipo un po' scuro come si dice degli immigrati, no? Che bella l'immigrazione. Sangue giovane per il paese." e da quella Strana intervista l'essere venne battezzato col nome di El Pendejo, o l'Invincibile Uomo Cazzo, perché a Novanta la gente fa gaslighting anche alle creature sovrannaturali. Divenuto in breve un fenomeno locale, i ragazzini giravano di notte nella speranza di avvistarlo e imbrattavano i muri con scritte tipo "El Pendejo è atterrato per pisciare su questo angolo", "El Pendejo non lo prenderete mai", e così via. A lui venne dedicato un articolo de Gli Incroci, rivista che si occupava di avvistamenti UFO e leggende urbane, poi uno speciale intitolato Chi è El Pendejo?
    Secondo alcuni El Pendejo è morto a seguito di una retata dei NAS o si è ritirato dopo aver preso un tremendo colpo di sole, sciagura abbastanza diffusa a Novanta, anche per chi come lui andava in giro solo di notte. C'è anche chi dice che in realtà si sia chiuso in un bozzolo sotto i parcheggi abbandonati della città e che quando il mondo avrà bisogno di lui tornerà nella sua forma finale di El Pendejo Minchiador, o almeno così sarebbe stato rivelato loro in sogno.

    Zero diventa stranamente paranoico e imbarazzato quando qualcuno accenna alla leggenda di El Pendejo negando con veemenza qualsiasi collegamento, ma secondo me sa qualcosa, che sia il suo fotografo ufficiale forse? E voi? Avete qualche nota di flavour riguardo i Mondi dei vostri PG? È un argomento di cui non parliamo tantissimo, in effetti.
     
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    Domandina velicissimissima, visto che è uscita su discord e son curioso: come sono messi i vostri pg a livello di Genere e Orientamento Sessuale? Hanno qualcosa di particolare a riguardo?

    Per i miei, Eden è canonicamente lesbica e si identifica come donna, ma non ha un rapporto particolarmente stretto col suo genere perché è cresciuta in un ambiente ipermilitarizzato che non le ha fornito nessuna occasione di sviluppare femminilità, infatti è ipermaschiaccio non solo per gusto ma anche per mancanza di opzioni. Devo dire che ora che ha più libertà di movimento e di conoscenza, me la immagino a dare una chance ai lati più femminili del suo carattere e di cosa questo voglia dire in lei.

    Mentre Shura, ho qualche dubbio sul suo orientamento, non la percepisco né etero né lella, direi che siamo sul Bi/Pan, ma è difficile inquadrarla perché è talmente a digiuno di affetto e attenzioni, che avrebbe bisogno di recuperare un po' prima di fare il passo "ho precisi e limitati interessi affettivi", ora come ora Si Finge ipersessuale (perché si è accorta che essere attraente è molto utile e soprattutto che nel suo mondo era considerato indecoroso, e lei fa Solo cose indecorose per principio) ma in realtà non ha troppe voglie fisiche e ha invece Moltissime voglie di affetto, platonico e non, che al momento se riuscisse a trovare e accettare le andrebbe bene da chiunque, genere indifferente.
    Sull'identificarsi è donna e si identifica come tale, ma con un Circa: la sua forma Demoniaca non è genderizzata, né come Corpo né come Mente, il suo Demone pare non avere proprio concezione del discorso "maschio/femmina", non si identifica come femmina né come maschio e probabilmente opera secondo meccanismi sessuali/identificativi completamente diversi da quelli umani.
     
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    D maschio bianco etero cis patriarcale sigma male grindset sveglia alle cinque del mattino, ma in realtà da quando conosce Nea, di canon, ha la voglia di scopare sotto ai piedi.

    Zero come Shura ma senza ipersessualità, finta o vera che sia, e anzi con la convinzione sempre più grande ogni giorno che meno voglia di contatto fisico abbia meglio è, perché non merita di essere amato e si percepisce disgustoso.

    Oz fa un super mega parlare di scopare in ogni luogo ed ogni lago maschio alpha predatore ma in realtà vuole solo essere amato e rispetta Sorprendentemente tanto le femmine - conoscendo la sorella, sarebbe stupido il contrario - anche se non lo dà a vedere. È comunque facilmente incline al simpaggio di ogni bel paio di fianchi femminili che gli si presenti a tiro.
     
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